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Airbnb, nuovi filtri per la casa senza barriere (ma fa causa alla città di New York)

Nuovi filtri di ricerca e verifiche per sostenere il turismo accessibile. Intanto, mentre in Italia si discute come regolare il fenomeno, la società cita in giudizio la nuova legge varata dalla municipalità della “Grande Mela”

di Davide Madeddu

(Kaspars Grinvalds - stock.adobe.com)

3' di lettura

Mentre in Italia si discutre nel merito del Ddl Santanchè per disciplinare il proliferare degli affitti brevi, il sindaco di Firenze, Dario Nardella chiede uno stop a nuovi permessi soprattutto nei centro storici delle città d’arte, Airbnb punta sul turismo accessibile. Con nuovi filtri sull’accessibilità e un team dedicato alla verifica manuale delle caratteristiche offerte. Il tutto con l’obiettivo, per l’Italia, di aumentare l’offerta premiando i primi mille nuovi host di case accessibili con crediti di viaggio.

Le nuove iniziative, che sono già operative, arrivano dopo la campagna di sensibilizzazione “Free2Travel”, ideata da Diversity per promuovere una cultura del viaggio e dell’accoglienza «sempre più inclusivi e la partnership con FISH». Nello specifico, come chiariscono dal portale «tutti gli annunci che presentano caratteristiche di accessibilità vengono controllati manualmente da un team specializzato di Airbnb che verifica tutte le informazioni inserite dagli e dalle host». Sino a oggi il gruppo di agenti di Airbnb ha «già esaminato e confermato l’accuratezza di oltre 100mila caratteristiche di accessibilità distribuite in 25mila alloggi in tutto il mondo».

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I nuovi filtri di ricerca

Con il nuovo sistema i 13 filtri di ricerca relativi all’accessibilità «sono stati aggiornati, messi in maggiore evidenza e presenza e resi più dettagliati, per aiutare chi viaggia a trovare più facilmente un alloggio adatto alle proprie esigenze». Un esempio? «La caratteristica “Ampio ingresso alla camera da letto” è stata sostituita da “Ingresso alla camera da letto di larghezza superiore a 81 cm”».

All’interno 11 filtri che consentono di trovare senza difficoltà le esperienze. Si spazia da quelle relative alla guida dei segni a quelle che non prevedono la presenza di scale o gradini o che consentono l’accesso gratuito agli accompagnatori delle persone con disabilità. «Anche in questo caso, le descrizioni verranno esaminate manualmente da un team specializzato, che ne verificherà la qualità».

Recentemente il portale ha lanciato un’iniziativa, rivolta agli host, per incrementare ulteriormente l’offerta di case accessibili. «Dal 20 novembre al 30 dicembre 2021, agli host dei primi mille annunci che avranno aggiunto determinate caratteristiche di accessibilità verificate da un team dedicato per garantirne l’accuratezza – rimarcano da Airbnb – verrà riconosciuto, per ciascun annuncio correttamente aggiornato, un credito di viaggio Airbnb di 50 euro».

L’inclusività

C’è poi un aspetto legato alla cultura dell’inclusività. Non a caso, in collaborazione con Diversity la piattaforma ha lanciato anche “La guida all'accoglienza accessibile” scritta dalla blogger Valentina Tomirotti. La guida, nata con l’obiettivo di promuovere un turismo accessibile che guardi a tutte e a tutti, contiene alcuni utili consigli per chi si trova ad ospitare una persona con disabilità. E suggerimenti pratici, come «Rivolgersi a tutte le persone che hanno prenotato il soggiorno, senza distinzioni», oppure«“Non dare “ruoli” alle e agli ospiti se non vi è certezza: chi accompagna non è per forza un assistente» e ancora «Offrire il proprio aiuto senza eccedere e non insistere se viene rifiutato».

La causa a New York

Mentre in Italia ancora si discute su se e come regolare il fenomeno dei cosiddetti “affitti brevi”, Airbnb fa causa a New York. La piattaforma ha citato in giudizio la Grande Mela per chiedere l’annullamento delle misure che entreranno in vigore in luglio e che chiede agli host di registrarsi presso la città, e in gran parte blocca gli affitti a breve termine – per meno di 30 giorni consecutivi – se i proprietari non sono presenti. Nella causa intentata da Airbnb si definiscono le nuove norme «estreme e oppressive».
New York City rimane uno dei mercati più importanti di Airbnb (che nel 2022 ha avuto entrate nette da affitti a breve termine in città per 85 milioni di dollari, mentre al 1 gennaio c’erano almeno 38.500 inserzioni attive). La piattaforma afferma che è importante per l’industria del turismo della città e aiuta i residenti ad avere un reddito supplementare. Con la metropoli alle prese con una grave carenza di unità abitative, tuttavia, gli affitti a breve termine sono spesso finiti nel mirino di attivisti e politici locali, secondo cui equivalgono a «hotel illegali» che tolgono case a prezzi accessibili dal mercato.

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