Airbus, utili in calo nel primo trimestre
Il primo produttore di aerei al mondo ha registrato una riduzione dei profitti del 62% per le difficoltà di approvvigionamento
di Mara Monti
2' di lettura
Airbus ha riportato un calo dell’utile del primo trimestre a causa dei problemi nella catena di approvvigionamento che hanno frenato le consegne degli aerei. Nel periodo, i profitti netti sono calati del 62% a 466 milioni di euro, con i ricavi scesi del 2% a 11,76 miliardi di euro da 12 miliardi di euro del primo trimestre 2022. Gli aerei consegnati sono stati 127, l’11% in meno rispetto ai 142 dello stesso periodo dell’anno scorso. Il dato colloca il primo produttore al mondo di aerei per la prima volta in cinque anni dietro al produttore americano Boeing.
Nei tre mesi, l’Ebit è calato del 73% a 390 milioni, mentre l’Ebit adjusted è sceso del 39% a 773 milioni di euro da 1,26 miliardi di euro nello stesso periodo dello scorso anno. Il free cash flow ha registrato un valore negtivo per 886 milioni contro un dato positivo di 213 milioni di euro nel primo trimestre del 2022.
Il gruppo ha lasciato invariate, rispetto a febbraio scorso, le guidance per l’intero anno: l’attesa è per un Ebit adjusted di 6 miliardi di euro, un free cash flow di 3 miliardi e 720 aerei commerciali consegnati con un rateo di consegne «significativamente» più basso nel primo semestre rispetto alla seconda metà dell’anno. Rimandato al 2026 la data di entrata in servizio della versione cargo dell’A350.
Airbus sta faticando a soddisfare la crescente richiesta di aeromobili da parte delle compagnie aeree in una fase in cui i viaggi stanno riprendendo dopo la crisi pandemica. A rendere problematica la catena di approvvigionamento sono i fornitori di componenti che vanno dai sedili ai semiconduttori alle materie prime, una catena che quando non funziona rende difficile il completamento e la consegna dell’aereo con un impatto diretto sui profitti e i flussi di cassa dal momento che Airbus riconosce le entrate solo quando l’aereo viene consegnato. I vincoli delle forniture potrebbero durare fino alla fine del 2024 o addirittura fino al 2025, mettendo sotto pressione l’ambizioso target della produzione della famiglia di A320neo l’aereo più venduto, di 75 jet al mese entro il 2026.
La società «continua a fare i conti con un contesto operativo sfavorevole, segnato da persistenti tensioni nella catena di approvvigionamento», ha detto il ceo Airbus, Guillaume Faury. In prospettiva, il gruppo «rimane concentrato sull’accelerazione delle consegne di aerei commerciali e sulla trasformazione a lungo termine».
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