Aiuti di Stato: Germania ai primi posti in Europa con la Grecia
di Beda Romano
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DAL NOSTRO INVIATO
STRASBURGO – Gli ultimi dati comunitari sull'uso del denaro pubblico nel sostegno all'economia confermano che le nuove regole europee facilitano il lavoro dei governi nazionali, riducendo le occasioni in cui è necessario passare dalla Commissione europea per avere il suo benestare ex ante. La Germania, insieme alla Grecia, è tra i paesi che più usano il denaro statale per aiutare la congiuntura. Viceversa, l'Italia è tra i paesi che in questo caso meno utilizzano fondi pubblici.
Secondo un rendiconto, pubblicato oggi a Bruxelles mentre a Strasburgo è in corso una plenaria del Parlamento, i Ventotto hanno speso nel 2015 fino a 98 miliardi di euro in operazioni di aiuto all'economia. La somma è pari allo 0,67% del prodotto interno lordo dell'Unione, in leggero calo rispetto al 2014. Il 95% delle misure riguarda la nuova fattispecie che permette alle autorità pubbliche di spendere denaro senza chiedere la previa autorizzazione di Bruxelles (si veda Il Sole/24 Ore del 6 dicembre 2012).
«La modernizzazione delle regole sugli aiuti di Stato, che abbiamo iniziato nel 2012, sta beneficiando sia le autorità pubbliche che coloro che stanno ricevendo l'aiuto – ha detto la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager –. Più di nove aiuti su dieci sono potuti avvenire senza la previa autorizzazione della Commissione europea. Ciò ci permette di evitare ritardi inutili e ci consente di concentrare i nostri sforzi sugli aiuti di Stato che più probabilmente potrebbero causare problemi di concorrenza».
Secondo l'articolo 107 dei Trattati, «sono incompatibili con il mercato interno, nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza». Nel corso del 2015, il 46% degli aiuti di Stato ha riguardato i settori dell'ambiente e dell'energia. La sola Germania ha sostenuto l'economia nazionale con aiuti pari all'1,21% del Pil.
Al netto del settore ferroviario, la Repubblica Federale non è lontana dalla Grecia che ha speso l'1,30% del Pil. Francia e Italia hanno speso somme minori, rispettivamente lo 0,63% del Pil e lo 0,33% del Pil. Le differenze sono legate alla situazione economica, alle tradizioni politiche, soprattutto a livello locale, e naturalmente alla disponibilità di denaro pubblico. Mentre in Germania, il bilancio è in pareggio e il debito poco sopra al 60% del Pil, in Italia il bilancio è in deficit e il debito poco sopra il 133% del Pil.
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