formula 1

Al Gran Premio del Messico un altro “panino” Mercedes

Lewis Hamilton ha vinto il Gran Premio del Messico di Formula 1.
Seconda la Ferrari di Sebastian Vettel davanti a Valtteri Bottas. Quarta la Rossa di Charles Leclerc. La strategia premia la casa tedesca

di Alex D'Agosta

(REUTERS)

3' di lettura

Il Gran Premio del Messico è un altro “panino” Mercedes. Due fette, sopra e sotto, Hamilton e Bottas, un po’ insipide. In mezzo Vettel, una “farcita” molto arrabbiata e orgogliosa. Un pilota comunque secondo per merito e anche tutto sommato più vicino al primo che al terzo. Con una rabbia dovuta a una partenza comunque buona, migliore di Hamilton che si è fatto “fregare” e toccare due volte dalla Red Bull. Ma ha gestito meglio la gomma più dura e la gara è finita lì: 71 lunghi giri con un vantaggio minimo ma irrecuperabile, salvo imprevisti che non sono mai arrivati.

Quindi niente “botti” spettacolari, perché quello di Bottas aveva già spaventato abbastanza. Niente colpi di scena al top degni degli annali: solo un rabbioso e ininfluente exploit allo start di Verstappen, pure sfortunato per una foratura, senza safety car lunghe. Una gara di “gestione gomme” ed estrema “resistenza meccanica” che rientra nella logica e nella media del Motorsport, impreziosita da un pubblico e da uno scenario “caliente” come non può essere altrimenti in Messico. Una domenica tuttavia svilita da una lotta con poca storia che, vista anche la tarda ora in Europa, non ha certo appassionato il pubblico come in tante altre prove di questo stesso mondiale 2019.

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La distanza fra Mercedes e Ferrari non era abissale e il buon risultato di Vettel è stato buono per il suo morale e, di conseguenza, non troppo per quello di Leclerc, che scattava insieme al suo compagno di squadra dalla prima fila grazie alla penalizzazione di Verstappen. Un’altra prima fila rossa dopo Suzuka che gridava vendetta, che pretendeva riscossa, che desiderava vittoria. E invece niente di nuovo: è ancora un successo Mercedes.

Eppure sembrava essere un week-end non fatto per loro, viste le buone Ferrari e l’ottimo tempo di Verstappen che, peggio per lui, è stato il primo pilota da sette anni a questa parte a vedersi scippare una pole position da una penalizzazione tecnica. Eppure sembrava anche essere una stagione di difficoltà per Mercedes.

Invece è la decima vittoria personale di Lewis, due in più nel computo del team grazie a Valtteri: esattamente con il 2017 dopo 21 gare e già una in più del 2018, con entrambi i mondiali piloti e costruttori già vinti quando mancano tre gare al termine. Anche se Hamilton deve aspettare a festeggiare il titolo perché in realtà i punti dicono che matematicamente Bottas potrebbe ancora superarlo. Insomma, nonostante una fine dell’estate apparentemente più “rossa”, questo 2019 si sta rivelando la stagione con il maggior dominio della stella a tre punte di sempre.

Guardando meglio la classifica, la gara del Messico ha visto un’alternanza di Mercedes e Ferrari fino al quarto posto, inaspettato e immeritato per Leclerc. Con le due Red Bull che non sono riuscite ad arrivare meglio a causa anche di una partenza troppo aggressiva di Verstappen e di un passo gara di Albon non all’altezza dei migliori. Poco spazio quindi per altri team al di fuori dei top tre. Bella la lotta fra Perez, Ricciardo, Gasly e Hulkemberg per le ultime quattro posizioni a punti, a danno di Toro Rosso e McLaren che invece hanno concluso a bocca asciutta. Peggio del solito la Alfa Romeo Sauber, con Giovinazzi quattordicesimo, ancora incapace di ingranare la giusta andatura. Un Raikkonen addirittura ritirato.

Una gara durissima, dove tutti i piloti hanno spinto ma hanno sofferto: un effetto a elastico con perdite di performance cicliche dei freni e non solo. Nessun recupero epocale. Nessuna sorpresa particolare. Guardando in casa Ferrari, un problema a un cambio gomme di Leclerc e una resa non ottimale delle gomme al secondo stint gli hanno fatto perdere forse tutto il tempo necessario per salire sul podio al posto di Bottas, ma per Vettel la storia è diversa: il distacco non era abissale ma sono ben più difficili da risolvere gli ostacoli che hanno creato il suo ritardo sul campione del mondo.

Guardando il bicchiere mezzo pieno, è bene vedere la Ferrari delusa di non aver ottenuto risultati migliori, perché ormai la squadra è assolutamente abituata a risultati di livello con entrambi i piloti. Tanto che anche il secondo posto non basta più.

LEGGI ANCHE: F1, secondo posto amaro per Vettel in Giappone: vince Bottas

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