Al Maxxi è boom di attrici-registe. Cortellesi, da 10 anni scrivevo sceneggiature, ora voglio fare tutto io
Sul palco per i “Dialoghi sul futuro del cinema” anche Ginevra Elkann, Valeria Golino, Kasja Smutniak, Valeria Bruni Tedeschi, Jasmine Trinca
di Nicoletta Cottone
I punti chiave
2' di lettura
Metti sul palco sei registe - Paola Cortellesi, Ginevra Elkann, Valeria Golino, Kasja Smutniak, Valeria Brtuni Tedeschi, Jasmine Trinca -, di cui cinque sono anche attrici di successo, e il dibattito si accende. Sul perchè da sempre gli attori fanno anche i registi, ma a qualcuno sembra un evento che il salto dietro la telecamera lo facciano anche le donne. Si è parlato dei ruoli nel cinema al terzo “Dialogo sul futuro del cinema”, organizzato da Fondazione cinema per Roma con Anica, moderato al Maxxi da Piera Detassis.
Trinca: volevo provare la libertà di stare dall’altra parte
«Volevo provare la libertà - dice Jasmine Trinca, protagonista della serie su La storia da Elsa Morante, presentata alla Festa del Cinema - di stare dall’altra parte. Ribaltare lo sguardo, avere il mio sguardo personale, non quello dei registi con cui holavorato, talvolta felicemente, altre volte meno». «Da dieci anni scrivo sceneggiature, che poi consegnavo al regista. Ho pensato: voglio fare tutto io», sottolinea Paola Cortellesi, alla Festa del cinema di Roma con C’è ancora domani.
Smutniak: Mur è un atto di militanza
Kasja Smutniak, che ha girato Mur, un documentario sul confine fra la Polonia, che è il suo Paese d’origine e la Bielorussia: «Mur è quasi un atto di militanza. La mia intenzione è raccontare storie dal mio punto di vista».
Bruni Tedeschi: passare da attore a regista è come da bambino diventare adulto
E V aleria Bruni Tedeschi, interprete del film di Ginevra Elkann Te l’avevo detto: «Passare da attore a regista è come da bambino diventare adulto. Prima ci sono persone che si occupano di te poi, invece, tu ti occupi degli altri».
Cortellesi: mi stupisce che se diventiamo registe, facciamo ancora notizia
Il dibattito ha preso anche un’altra strada. Paola Cortellesi: «Quello che mi stupisce è che se diventiamo registe, facciamo ancora notizia». Smutniak: «Mi offende lo stupore per le donne registe». Bruni Tedeschi: «Non mi sento una donna che fa dei film. O un’attrice che fadei film. Se avessi saputo che questo era il tema non sarei venuta».
Golino: dobbiamo essere sovversive
Valeria Golino (anche lei nel film di Ginevra Elkann ) offre una diversa prospettiva: «Il cinema oggi è un mercato che vuole prodotti. C’è un prodotto-donna? Approfittiamone. Dobbiamo essere sovversive in questo ingranaggio».
Ginevra Elkann: in Italia c’è un cinema libero
Ma quali film fanno le registe, per incontrare quale pubblico? Ginevra Elkann, unica regista non attrice: «Dobbiamo ricordare che siamo fortunati a lavorare in Italia, in Europa. Un cinema libero, con sovvenzioni». «Non avrei potuto fare il mio documentario cercando finanziamenti in Polonia - dice Smutniak -. E mi piace il nostro modo di fare cinema, dove le troupes sono un corpo unico, non tanti compartimenti stagni come a Hollywood». Cortellesi: «Contano le cose belle e ben fatte». Bruni Tedeschi: «Non dobbiamo fare ciò che piacerà al pubblico. Anche perché non c’è la bacchetta magica. O meglio, la bacchetta magica è saper raccontare l’essere umano, la solitudine, il dolore, la gioia, come negli ultimi film di Garrone o di Kaurismaki».
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