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Al Nord si vive due anni di più, mentre il Sud continua a spopolarsi

Le regioni meridionali hanno perso dal 2018 629mila abitanti. Torna a crescere l’aspettativa di vita, anche se resta ancora sotto ai livelli pre-Covid

di Marzio Bartoloni

Istat, nel 2022 natalità al minimo storico: neonati sotto i 400mila

2' di lettura

In cinque anni il nostro Paese ha perso un milione di italiani scendendo sotto i 59 milioni di abitanti, con il Sud a guidare la classifica dello spopolamento: 629mila abitanti in meno dal 2018 e -6,3% nell’ultimo anno. E se l’aspettativa di vita è tornata a salire di due mesi nel 2022 - 80,5 anni per gli uomini e in 84,8 anni per le donne - anche se non abbastanza per tornare ai livelli pre-Covid (mancano 6 mesi di vita) resta il fatto che nelle Regioni del Nord si vive mediamente uno-due anni in più di quelle del Meridione: in 9 Regioni del Centro Nord (Trento, Lazio, Emilia, Friuli, Toscana, Lombardia, Umbria, Marche e Veneto) a esempio le donne vivono oltre gli 85 anni mentre in Campania, Sicilia e Calabria superano a mala pena gli 83 anni.  Stesso discorso per gli uomini: mentre in Calabria, Campania, Molise e Sicilia gli uomini vivono in media 79 anni in Lombardia, Marche, Emilia, Umbria, Veneto, Toscana e Trento si superano in media 81 anni di aspettativa di vita.

Nuovi nati per la prima volta sotto la soglia dei 400mila

Ecco due macro fenomeni che confermano i divari anche demografici nell’Italia del lungo inverno della denatalità fotografati negli «indicatori demografici» pubblicati venerdì 7 aprile dall’Istat dove si conferma il record negativo nel 2022 di nuovi nati dall’Unità d’Italia: per la prima volta - come anticipato il 20 marzo - le nascite sono state al di sotto della soglia di 400mila, fermandosi a 393mila. Mentre la mortalità ha continuato a mantenersi elevata: i decessi sono stati 713mila, 320mila più delle nascite. Con il risultato che ogni 1000 abitanti si sono registrati 7 neonati e 12 morti.

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Rispetto al 2018, l’ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite, il calo è di circa 184mila nati. E il numero medio di figli per donna si è ridotto a 1,24. Il rapporto si interroga sulle ragioni e le riconduce solo in parte a una scelta delle coppie, dando invece un peso significativo al progressivo invecchiamento della popolazione femminile: la continua posticipazione dell’esperienza della maternità finisce con il trasformarsi in una definitiva rinuncia. La regione con la fecondità più alta è il Trentino-Alto Adige con un valore pari a 1,51 figli per donna, seguita da Sicilia e Campania, che però registrano valori molto più bassi, rispettivamente 1,35 e 1,33. Fanalino di coda la Sardegna che con 0,95, è per il terzo anno consecutivo l'unica regione con una fecondità al di sotto dell'unità.

L’età media è di 46 anni

Nonostante l’elevato numero di morti degli ultimi tre anni a causa del Covid soprattutto tra gli anziani il processo di invecchiamento della popolazione è proseguito portando l'età media a 46 anni. Gli over 65 sono più di 14 milioni e costituiscono il 24% della popolazione. Il numero dei centenari, che si è triplicato negli ultimi 20 anni, per la prima volta sfiora la soglia di 22mila.

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