Al Politecnico di Milano 100 nuovi ricercatori
di Luca Orlando
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L’investimento vale 15 milioni di euro e servirà nei prossimi due anni per portare a bordo 100 nuovi giovani ricercatori.
Il Senato accademico del Politecnico di Milano ha dato il via libera formale a questa nuova iniziativa, un modo per rafforzare la base della ricerca tecnico - scientifica dell'ateneo.
L’inizativa - spiega il Politecnico in un comunicato - avrà come effetto anche quello di dare una risposta alla questione generazionale dei nati tra gli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta. Giovani studiosi che rischiano di essere vittima di un precariato privo di sbocchi di cui il sintomo più preoccupante è l'aumento dell'età anagrafica dei ricercatori universitari: dalle ultime stime Anvur arrivata in media a 50,2 anni.
Attualmente la percentuale media di ricercatori a tempo determinato di tipo A, categoria oggetto dell'iniziativa, è pari al 10% al Politecnico di Milano, con un'età media di 37 anni.
L’ateneo - spiega il comunicato - ha deciso di utilizzare le poche risorse a disposizione non a vantaggio di promozioni interne o di spese di funzionamento, ma per rendere possibile l'assunzione di una nuova generazione di ricercatori. Alla base, una razionalizzazione delle spese ordinarie e un sistema di gestione accorto che dimostra un modello efficiente di amministrazione pubblica. Una scelta strategica che eviterà «buchi» generazionali nel futuro corpo docente di ruolo, garantirà l'attrattività di giovani talenti e darà nuova linfa al ramo più vitale della ricerca del Politecnico di Milano.
«Abbiamo voluto dare un segnale forte - commenta il Rettore, Ferruccio Resta - , servono ricerca e innovazione per rilanciare una parte di Paese che guarda avanti, soprattutto in un momento storico, come quello attuale, in cui la tecnologia offre grandi opportunità. È nostra responsabilità impegnare risorse e creare occasioni sul territorio nazionale. Un messaggio che mandiamo a chiara voce ai giovani, per offrire loro opportunità di ricerca, e ai decisori politici, perché si può e si deve investire sul futuro».
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