Al venture capital piace il foodtech: investiti 270 milioni di euro in due anni
Da Tannico a Cortilia, da Poke House a Miscusi è esploso l’interesse da parte di molti operatori finanziari verso aziende che operano nella consegna a domicilio o che lavorano sulla trasformazione agricola con risvolto tecnologico
di Silvia Marzialetti
3' di lettura
Transazioni in aumento, innalzamento del ticket medio di investimento e scalata nel ranking europeo: all’interno di un mercato che vede pmi innovative e start up in crescita rispettivamente del 15,5 e del 16,8%, il foodtech italiano conquista la leadership come segmento di interesse, trainato da investimenti italiani e stranieri.
Secondo la ricognizione effettuata per Il Sole 24 Ore da Vem – il Venture capital monitor attivo presso Liuc Business School – le operazioni chiuse da fondi venture capital nel biennio 2020-2021 sfiorano i 270 milioni di euro. Il 2021 si conferma, in particolare, l’anno d’oro, con cinque operazioni. Su tutte spicca Everli, marketplace nato come start up nel 2014 per la consegna della spesa a domicilio. L’operazione da 83,8 milioni di euro - che ha innalzato a 58 milioni il ticket medio di investimento - è segnalata anche dall’ultimo EY venture capital barometer come quarta per valore di tutto il 2021 dopo Scalapay, Newcleo, Casavo (e in questo caso la classifica non contempla soltanto il food).
La top five di Vem vede poi in lizza Cortilia, piattaforma ecommerce a filiera corta per la spesa da produttori agricoli e artigianali (con un round da 34 milioni di euro) e Tannico, la più grande enoteca online specializzata nella vendita di vini italiani ed esteri, distillati, birre artigianali, champagne (25,4 milioni di euro). Seguono Poke House, considerato un successo imprenditoriale (20 milioni di euro) e Miscusi, primo brand di ristorazione italiano totalmente dedicato alla pasta (14 milioni di euro).
L’identikit degli attori è piuttosto caratterizzato: crisi pandemica e transizione digitale hanno imposto nuovi modelli di produzione, distribuzione e consumo e in questo il food si è dimostrato estremamente dinamico. «Si tratta di aziende che operano nella distribuzione a domicilio, o che lavorano sulla trasformazione agricola con risvolto tecnologico – dice Anna Gervasoni, direttore generale Aifi (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) e professore ordinario Liuc -Il minimo comun denominatore di tutte le operazioni sono la sostenibilità e le nuove modalità di delivery».
Anche il 2022 è partito allo stesso ritmo. Nel primo trimestre dell’anno secondo il primo Osservatorio sul Venture Capital in Italia, realizzato da Cross Border Growth Capital, in collaborazione con Italian Tech Alliance dopo il settore Fintech che si posiziona in testa con 253,5 milioni raccolti, al secondo posto si trova il Food and Agriculture (53,5 milioni in 4 round).
Superata la spinta propulsiva del lockdown, l’orizzonte si sta modificando. Ne è un esempio il round da 30 milioni raccolto lo scorso febbraio da Planet Farms, società specializzata nella coltivazione verticale come risposta concreta al bisogno di prodotti agricoli sani, di qualità, a basso impatto ambientale. «In linea con i trend di mercato e con l’attenzione del Governo, che vede nella sostenibilità del food una missione di rilancio, l’interesse si sta spostando verso l’agribusiness e questo emerge anche dai finanziamenti attivati in termini di Recovery Fund e di Next Generation Ue», spiega Stefano Vittucci, consumer products and retail sector leader di EY in Italia. «Le tensioni geopolitiche, inoltre, stanno accelerando alcune riflessioni sulla catena di approvvigionamento agroalimentare, che deve essere sostenibile, resiliente, autosufficiente», conclude.
A gennaio il ministero dello Sviluppo economico ha definito un pacchetto di misure per sostenere e rafforzare con oltre 2,5 miliardi di euro gli investimenti in start up e pmi innovative, assegnando le risorse a Cdp venture capital sgr (controllata al 70% dal gruppo Cassa depositi e prestiti), che ha il compito di attirare nuovi investitori, nazionali ed internazionali e far crescere il mercato del venture capital in Italia. Oltre ai due miliardi, la controllata al 70% di Cdp avrà a disposizione 550 milioni di risorse previste dal Pnrr. Altri 600 milioni saranno stanziati da Cdp e investitori terzi. Un tesoretto che aprirà nuovi scenari anche al food, dal momento che nel biennio 2020-2021 per Cdp venture capital sgr l’incidenza degli investimenti nel settore è stato pari a 20 milioni di euro di capitale deliberato, su un totale di 21 start up.
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