Roma

Al via bando da 200 milioni per digitalizzare il patrimonio culturale italiano

Dalla Digital Library avviso per sondare il mercato e individuare gli operatori specializzati nella digitalizzazione, in campo le Regioni. Entro giugno 2026 da pubblicare 75 milioni di oggetti digitali

di Giuseppe Cosenza

Riproduzione David di Michelangelo, Expo Dubai

4' di lettura

È stato pubblicato il 26 gennaio scorso l'avviso di consultazione preliminare di mercato per l’acquisizione di servizi per la digitalizzazione del patrimonio culturale da parte della Digital Library - L'Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – del Ministero della Cultura. L'atto, pubblicato sulla piattaforma di Invitalia in qualità di centrale di committenza e sul sito istituzionale della Digital Library, è finalizzato ad approfondire il mercato di riferimento dei servizi di digitalizzazione e a offrire informazioni sulle prossime attività della Digital Library in ordine agli investimenti previsti nel PNRR Cultura 4.0. Non si tratta di un appalto di servizi e non è vincolante per l'amministrazione; tuttavia, segna l'inizio del programma di investimento di 200 milioni di euro che avrà come target europeo la produzione, entro dicembre 2025, di almeno 65 milioni di nuove risorse digitali pubbliche e private (libri e manoscritti, documenti e fotografie, opere d'arte e artefatti storici e archeologici, monumenti e siti archeologici, materiali audiovisivi) da pubblicare nella Biblioteca digitale, ai quali se ne aggiungeranno ulteriori 10 milioni di risorse entro giugno 2026.

Navigazione 3D Museo Archeologico Nazionale di Taranto

Prima di addentrarci nell'analisi dell'avviso, ricordiamo gli elementi essenziali dell'investimento del valore di 500 milioni di euro. L'intervento si suddivide in 12 progetti complementari secondo uno schema ben preciso:
1) la redazione del piano nazionale per la digitalizzazione del patrimonio culturali (2 milioni di euro);
2) la realizzazione del sistema di certificazione dell'identità digitale per i beni culturali (16 milioni di euro);
3) la progettazione dell'infrastruttura cloud e l'acquisto di servizi cloud Iaas (25 milioni di euro);
4) la progettazione dell'infrastruttura software per i beni culturali (73 milioni di euro);
5) la digitalizzazione delle collezioni museali, archivi, musei e luoghi di cultura (200 milioni di euro);
6) la formazione e l'aggiornamento digitale rivolto al personale del Ministero della Cultura (20 milioni di euro);
7) il supporto operativo per la corretta implementazione delle azioni progettuali (5 milioni di euro);
8) la realizzazione del centro di conservazione digitale per gli archivi storici digitali delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato e degli enti pubblici nazionali, nonché gli archivi digitali dei privati dichiarati di interesse storico (58 milioni di euro);
9) la realizzazione del portale delle procedure e dei servizi al cittadino (10 milioni di euro);
10) la realizzazione di una piattaforma integrata di accesso alla Biblioteca Digitale (36 milioni di euro);
11) la realizzazione di una piattaforma di co-creazione e di crowdsourcing al servizio della Biblioteca Digitale (10 milioni di euro);
12) la realizzazione di servizi digitali per sviluppatori e imprese culturali e creative (45 milioni di euro).

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Riproduzione David di Michelangelo, Expo Dubai

I servizi di digitalizzazione

L'avviso, non vincolante, precede una serie di gare di appalto di servizi che saranno pubblicate dopo il termine dello stesso, fissata per le ore 14:00 del 21 febbraio 2022, e che a sua volta vedrà l'aggiudicazione a imprese singole o, è facile supporre, a più raggruppamenti temporanei di imprese, per lo svolgimento dei servizi di digitalizzazione in tre anni, da avviarsi a marzo 2023 e concludersi a giugno 2026. La digitalizzazione sarà svolta secondo le linee guida dettagliate all'interno del Piano Nazionale di Digitalizzazione la cui pubblicazione è prevista per giugno 2022.
Sono sette le tipologie di procedure gara previste, la prima riguarda i servizi di acquisizione, classificazione e digitalizzazione di categorie di beni culturali ben individuati. In tale tipologia si spazia dai libri, ai manoscritti, alle sculture, ai manufatti lignei e all'audiovisivo e si dettano alcune specifiche come la qualità della fotografia digitale ad alta risoluzione o la scansione di documenti e immagini bidimensionali tramite scanner specifici.
La seconda tipologia si focalizza sui servizi di normalizzazione, aggiornamento e adeguamento delle risorse digitali già in possesso delle istituzioni culturali che in sostanza significa rendere omogeneo dal punto di vista qualitativo l'enorme mole di dati in possesso, ad esempio, il formato, la classificazione, la visualizzazione, ecc.
La terza tipologia di servizi è la metadatazione dei contenuti digitali, ossia ordinare i database e i collegamenti tra le varie tipologie di dati a disposizione. L'avviso prosegue con la quarta tipologia riguardante i servizi di elaborazione e di post-produzione dei nuovi contenuti digitali raccolti, dove si precisa che “Tutte le risorse digitali raccolte dovranno essere accuratamente elaborate in modo tale da essere consegnate alla Digital Library in un formato leggibile, che non necessita di ulteriore elaborazione da parte dell'Istituto. Inoltre, tutte le risorse create dovranno essere consegnate in duplice copia: una copia nel formato originale di acquisizione, un'altra nel formato post-prodotto, più leggero e contenuto in termini di dimensioni”. Tale indicazione è il preludio all'utilizzo da parte delle imprese private delle risorse digitali e allo sviluppo di servizi di terze parti, secondo una logica di nuovi modelli di business. Il documento in questione si conclude con altri tre servizi accessori, quali la preparazione del materiale, la movimentazione e la descrizione/catalogazione dei beni.
Il questionario a cui dovranno rispondere le imprese per partecipare alla manifestazione di interesse si compone di 20 sezioni. Accanto all'indicazione dei dati di fatturato, del codice Ateco e delle modalità di partecipazione singola o associata, sono interessanti i quesiti riguardo le categorie di beni da digitalizzare, quali carta, fotografia, oggetti museali, materiali audio e video, siti, monumenti e ambienti (3D). Per ciascuna tipologia si chiede il posizionamento di mercato rispetto al servizio, la capacità produttiva giornaliera, le certificazioni e le competenze del personale.

Il ruolo delle Regioni

Dalla Digital Library fanno sapere che: “È volontà del MiC la realizzazione del piano di digitalizzazione insieme alle Regioni. L'obiettivo è arrivare ad un ecosistema digitale della cultura, basato su un insieme coordinato e interdipendente di infrastrutture e piattaforme per la creazione e gestione di servizi di produzione, raccolta, conservazione, distribuzione e fruizione di risorse culturali digitali”.

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