manifestazioni

Al via la Douja d’Or orfana di concorso

Parte oggi l'edizione 2020: un'occasione per ripensare al futuro dell'appuntamento

di Filomena Greco

Vini premiati. L'anno scorso sono state oltre 700 le etichette in concorso, con 268 vini premiati e quasi 300 aziende vitivinicole coinvolte.

2' di lettura

Resiste al Covid-19 e va in scena, per quattro week end a partire da oggi, 11 settembre, la Douja d’Or ad Asti, la manifestazione dedicata al vino e al territorio piemontese. L’edizione 2020 – organizzata da Camera di Commercio di Asti, Piemonte Land, Fondazione Asti Musei, con la partecipazione dei Consorzi dell’Asti e del Barbera d’Asti – avrà come protagonista il vino e coinvolgerà l’intero Monferrato astigiano con all’attivo eventi e una serie di appuntamenti eno-gastronomici, ma non il concorso dedicato ai vini. L’anno scorso sono state oltre 700 le etichette in concorso, circa la metà provenienti da fuori regione, con 268 vini premiati e quasi 300 aziende vitivinicole coinvolte.

Un pit stop, quello imposto dal lockdown in primavera, che sarà anche un’occasione per ripensare le prossime edizioni del concorso, tra i più antichi d’Italia. «Vogliamo provare a immaginare come migliorare questo appuntamento – spiega Erminio Renato Goria, presidente della Camera di commercio di Asti – nato cinquant’anni fa per sostenere i produttori piemontesi e aiutarli a migliorare la qualità dei loro vini e diventato un punto di riferimento per le aziende di tutta Italia». Il problema è che in tempi di guide e riviste iperspecializzate, un concorso come quello della Douja rischia di diventare desueto e con poca visibilità per le cantine vincitrici e i vini premiati con gli oscar per la loro eccellenza. Di questo si discuterà subito dopo l’inaugurazione della manifestazione con esperti e giornalisti di settore, per immaginare come sarà il futuro del concorso della Douja.

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La formula adottata in questi anni ha puntato sulla giuria composta da membri del’Onav, l’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino, allargata ai sommelier nelle ultime edizioni, con un punteggio salito da 82 a 85 per accedere al premio, poco più di un terzo dei vini vincitori e 29 Oscar assegnati a prodotti d’eccellenza. Alla Douja concorrono storicamente grandi nomi del mondo del vino provenienti da tutta Italia, ma è altrettanto vero che importanti produttori di vini piemontesi, a cominciare dai barolisti, restano alla finestra. «L’idea è quella di avviare una discussione – sottolinea ancora Goria –per capire quale futuro potrà avere questo concorso vinicolo per essere sempre più rappresentativo. Si potrebbe pensare di ampliare i criteri di analisi del prodotto su base organolettica, per intercettare il gusto e non soltanto le caratteristiche tecniche del vino». In Francia, ricorda Goria, c’è una grande riscoperta dei concorsi riservati ai vini».

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