Al via il più grande telescopio del pianeta. E parlerà anche italiano
di Celestina Dominelli
2' di lettura
Deserto di Atacama, nel cuore dell’America Meridionale, uno dei luoghi più asciutti al mondo. È qui che sorgerà il più grande telescopio a terra oggi esistente. Si chiama E-Elt (European Extremely Large Telescope) e avrà una capacità di messa a fuoco 100 milioni di volte superiore a quella di un occhio umano e potrà raccogliere più luce dell’insieme di tutti i maggiori telescopi attualmente disponibili sul pianeta, che hanno specchi primari da 8-10 metri rispetto ai 39,3 metri del nuovo E-Elt. E oggi pomeriggio, a Cerro Armazones, ci sarà la posa della prima pietra del progetto che parlerà anche italiano.
Un primato che parla anche italiano
A maggio 2016, infatti, a Monaco di Baviera, era stato firmato il contratto per la progettazione e la realizzazione della cupola e della struttura portante del telescopio e a costruirle sarà il consorzio ACe, costituito da Astaldi (60% capogruppo) e Cimolai (40%) con EIE Group, che, a febbraio 2016, era risultato winning bidder nel processo di aggiudicazione avviato dall’Eso (European Southern Obserbatory).
Astaldi capofila del consorzio
Il contratto era stato sottoscritto alla presenza di Tim de Zeeuw, direttore generale dell'Eso, di Paolo Astaldi, presidente del Gruppo Astaldi, e di Luigi Cimolai, presidente di Cimolai, ma alla cerimonia avevano partecipato anche Stefania Giannini, all’epoca ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Renato Cianfarani, console Generale italiano a Monaco, Patrick Roche, presidente del Consiglio dell'Eso, Nicolò D'Amico, presidente di INAF e delegato Italiano presso l'Eso, Matteo Pardo, addetto Scientifico Ministero Affari Esteri e Gianpietro Marchiori, presidente EIE.
Una cupola grande quanto un campo di calcio
L’intesa costituiva lo step conclusivo necessario per l’avvio della fase di realizzazione che partirà oggi in Cile. Il valore delle opere assegnate al consorzio a guida italiana è di 400 milioni di euro. Il contratto include non solo la cupola rotante da 85 metri di diametro, che pesa circa 5mila tonnellate, ma anche la montatura e il tubo del telescopio, con una massa mobile totale di oltre 3mila tonnellate. Entrambe sono le strutture più grandi mai costruite per un telescopio ottico-infrarosso. Per avere un’idea delle dimensioni, basta un dato: l’ingombro della cupola è simile all’area occupata da un campo di calcio. A tremila metri sul livello del mare, però.
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