Al via il Salone del Mobile: attesi 327mila visitatori, boom indotto da 223 milioni
Oltre 1.200 eventi organizzati fino a domenica 23 aprile in tutta la città, gli appuntamenti si svolgono in oltre 20 quartieri, un numero record
di Giovanna Mancini
I punti chiave
3' di lettura
La festa, per le imprese dell'arredamento, prenderà il via ufficialmente martedì mattina 18 aprile alle 11,30 nei padiglioni di Fiera Milano a Rho, con il taglio del nastro della 61esima edizione del Salone del Mobile, alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di tutte le autorità locali. Ma per Milano la festa è iniziata già, con oltre 1.200 eventi organizzati fino a domenica 23 aprile in tutta la città, che fanno prevedere una Settimana del Design con numeri che si riavvicinano a quelli del periodo pre-Covid, anche se tutti – organizzatori del Salone del Mobile e organizzatori del Fuorisalone – ci tengono a precisare che l'obiettivo non è la quantità, ma la qualità: dei prodotti e progetti che saranno esposti in fiera e in città, e dei visitatori in arrivo.
Previsti numeri in forte crescita
Resta il fatto che i numero si annunciano importanti, come confermato anche dalle stime di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza pubblicate nei giorni scorsi, secondo cui sono attesi oltre 327mila visitatori al Salone (contro i 262mila lo scorso anno) e un indotto generato sul territorio di 223,2 milioni di euro, ovvero il 37% in più rispetto alla precedente edizione.
L'«effetto Design Week» non si limita però ai tradizionali quartieri del design (Brera, Durini, Isola, Statale, Tortona e 5Vie), ma coinvolge sempre più zone della città, spingendosi quest'anno anche verso quartieri più periferici, come Corvetto, Certosa, Gratosoglio, Barona, Bovisa e Baggio. Oppure l'area attorno al Cimitero Monumentale, che ospiterà le attività promosse da Adi design Museum, Locanda Officina Monumentale (LOM) e Fabbrica del Vapore.
Coinvolti 20 quartieri
«Gli appuntamenti si svolgono in oltre 20 quartieri, un numero record di cui siamo orgogliosi perché la partecipazione di queste zone rientra nel progetto di riqualificazione e rigenerazione delle periferie che porta avanti questa giunta», spiega Alessia Cappello, assessora al Lavoro e Sviluppo economico, con delega a Moda e Design, del Comune di Milano, che come ogni anno ha raccolto e selezionato (attraverso bando pubblico) progetti e iniziative gratuiti e di interesse pubblico dedicati al design per costruire il palinsesto ufficiale della Design Week milanese. Tra questi, due in particolare stanno molto a cuore all'assessora, proprio perché fanno parte di alcuni progetti rigenerazione urbana promossi dal Comune: la mostra organizzata dalla piattaforma di design indipendente (Alcova) all'interno dell'ex Macello di Porta Vittoria, con 150 spazi espositivi; e l'installazione all'interno il Marchiondi, l'ex riformatorio di Baggio chiuso da 20 anni e riaperto per l'occasione in partnership con Mosca Partners e Politecnico, un'iniziativa tanto voluta dall'architetto Valerio Castelli, recentemente scomparso.
«La nostra ambizione è che la Settimana del design sia l'occasione per far scoprire ai cittadini luoghi poco conosciuti – spiega Cappello –. Ma vorremmo anche che da eventi come il Salone del Mobile e il Fuorisalone ci fosse un lascito alla città, cioè che le attività di questi giorni avessero una ripercussione anche nei mesi a venire, per far vivere questi luoghi tutto l'anno, o almeno in altri momenti dell'anno».
Fuorisalone sempre più “allungato”
E un obiettivo analogo è quello portato avanti dagli organizzatori del Fuorisalone, la grande piattaforma che raccoglie gli eventi che si svolgono durante la settimana del design: «Il Fuorisalone oggi è diventato un brand che usiamo tutto l'anno, anche grazie alla sua evoluzione digitale avvenuta durante gli anni della pandemia – spiega Paolo Casati, creative director di Brera Design District e del Fuorisalone –. Non è più solo quella settimana che coincide con il salone del Mobile, ma una cifra che racconta la città».
Brera negli anni è passata a ospitare da 70 a 170 showroom permanenti e le aziende (non solo dell'arredo, ma di tutti i settori, dalla moda all'hi-tech, all'automotive) investono qui non solo per una settimana, ma per tutto l'anno. «Questo è un fenomeno – osserva Casati –. Così come il continuo spostarsi verso nuove aree della città. È una capacità di coinvolgere e mettere insieme i tessuti metropolitani che esiste solo a Milano. A differenza di grandi eventi come Expo o le Olimpiadi, il Fuorisalone è diventato un grande evento permanente. Su scala internazionale, tutto questo dà alla città di Milano un prestigio e un'attrattività che nessun altro evento è in grado di darci.
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