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Al via la scuola del futuro, Bianchi: «100mila aule per didattica innovativa»

Il ministro elenca i progetti al via e gli altri obiettivi: «Chiudere il contratto entro la pausa estiva e assumere 60mila docenti entro il 31 agosto»

di Claudio Tucci

Bianchi: la scuola serve ai ragazzi per dialogare senza paura

4' di lettura

«Ho firmato il Piano Scuola 4.0, un intervento trasformativo concreto della nostra scuola. Grazie a questa azione - sottolinea il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi -100mila aule su tutto il nostro territorio nazionale diventeranno nei prossimi mesi spazi innovativi di apprendimento, con tecnologie avanzate, dispositivi digitali e arredi che permetteranno una maggiore flessibilità e si adatteranno alle esigenze delle studentesse e degli studenti di oggi».

Il ministro spiega poi che «utilizzando in modo integrato altri fondi strutturali, entro il 2026 renderemo tutte le aule del Paese attrezzate per una didattica innovativa. Una scelta precisa: le ricerche educative ci dicono da tempo che gli ambienti influiscono sul processo di apprendimento e sulle metodologie della didattica. Il Piano prevede anche la realizzazione, in ogni scuola secondaria di secondo grado, di laboratori per le professioni del futuro, con spazi e attrezzature per l’apprendimento delle competenze in ambiti tecnologici come la robotica, la cybersicurezza, lo studio dei big data. Facciamo un investimento complessivo di 2,1 miliardi attraverso il nostro Pnrr. È il più grande intervento complessivo di questo tipo mai realizzato, con risorse e tempi certi. Cambieremo rapidamente il volto della nostra scuola».

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Che tempi sono previsti?
Sarà un processo molto veloce. Nessun bando, accorciamo i tempi e rendiamo tutto più rapido. Saremo noi a distribuire i fondi. Ogni scuola avrà le sue risorse da spendere. Le daremo sulla base del numero di aule e alunni. Ci sarà un gruppo di progettazione in ogni istituto, che coinvolgerà in modo attivo e continuo docenti e studenti.

L’ambiente fisico di apprendimento dell’aula dovrà essere realizzato in modo integrato con l’ambiente digitale di apprendimento e ogni classe dovrà avere uno schermo e dispositivi digitali, individuali o di gruppo, non solo tablet, ma anche visori e strumentazioni per una didattica immersiva. Questo si tradurrà, di fatto, in un grande processo di innovazione didattica, con lezioni più interattive, studenti più coinvolti e meno lezioni frontali. Durante il Covid siamo stati costretti a subire le tecnologie, in sostituzione della presenza. Con questa trasformazione invertiamo il processo, aumentiamo le competenze e utilizziamo le tecnologie con capacità critica.

Formazione anche per i prof?
Manterremo l’obiettivo Pnrr. La formazione digitale dei docenti è indispensabile per accompagnare il Piano Scuola 4.0. Vogliamo cambiare profondamente il modello formativo, con modalità innovative che prevedano anche esperienze all’estero e campus di approfondimento tematici. Anche il decreto che abbiamo approvato, attualmente all’esame delle commissioni in Senato, punta moltissimo sulla formazione dei nostri insegnanti e del personale. All’inizio, con un percorso universitario che porta all’abilitazione, e durante tutto l’arco della vita lavorativa.

Alla scadenza del 30 giugno l’Istruzione arriva in regola. Sugli Its quali sono i prossimi passi?
Siamo arrivati quasi in fondo all’iter di approvazione della riforma degli Its, importantissima non solo per aumentare la nostra offerta formativa e rendere il sistema più solido e integrato, ma per lo sviluppo del sistema produttivo italiano. In questa fase di incertezza gli Its diventano anche uno strumento per il riposizionamento dei nostri produttori e delle nostre imprese sulla fascia alta del mercato.

Con 1,5 miliardi fino al 2026 puntiamo a rafforzare i percorsi, mantenendo la loro identità e il loro prezioso e specifico rapporto con i territori, e - punto fondamentale visto l’obiettivo del raddoppio di iscritti - a renderli ancora più attrattivi per i giovani e conosciuti alle famiglie. L’obiettivo è assegnare entro l’estate la prima tranche da oltre 500 milioni per potenziare, da subito, i laboratori.

Come cambia l’orientamento?
Stiamo rivedendo le linee guida in materia. L’orientamento non è il marketing dell’ultima estate, ma una parte integrante del percorso formativo, lungo tutto il periodo degli studi, fin da piccoli. All’inizio, aiutandoli a comprendere l’importanza del diritto allo studio, e sostenendoli lungo tutto il cammino, nella scoperta delle loro inclinazioni e passioni in modo da poter raggiungere il massimo del loro successo formativo.

Sempre sul Pnrr, la riforma di tecnici e professionali?
Anche questa riforma, come le altre cinque previste dal Pnrr Istruzione, dovrà essere approvata entro l’anno. Siamo a buon punto. Abbiamo analizzato le debolezze da colmare e gli elementi positivi da potenziare di questo sistema. Dobbiamo tornare a una maggiore didattica laboratoriale e metterli al centro della grande trasformazione del nostro sistema produttivo.

Ce la farete a chiudere entro la pausa estiva il Ccnl 2019-21?
È il nostro obiettivo. La trattativa all’Aran è in corso. È un contratto ponte che speriamo di concludere rapidamente in modo da poter guardare ai passi successivi.

Come sarà il nuovo anno?
Il Piano Estate e i patti educativi sono la scuola che vogliamo e stiamo realizzando: aperta, inclusiva e affettuosa. L’anno prossimo deve segnare il ritorno ad una nuova normalità. La pandemia ha solo acuito problemi già esistenti nel nostro Paese, come il profondo divario territoriale che lo attraversa. Abbiamo avviato un processo di cambiamento, anche grazie al Pnrr, che ci consente azioni fondamentali come la lotta alla dispersione e la costruzione di asili nido.

Assumerete 60mila docenti entro il 31 agosto?
Puntiamo a farcela. Lo scorso anno ne abbiamo assunti altrettanti. Stiamo velocizzando tutte le procedure concorsuali. Inoltre, con la riforma del reclutamento, prevediamo di assumerne altri 70mila entro il 2024.

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