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Al via i sostegni per mediazione e negoziazione con gli avvocati

In vigore una piccola rivoluzione voluta dalla riforma Cartabia della giustizia civile per rendere più appetibile la risoluzione alternativa delle liti

di Valentina Maglione

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3' di lettura

Arrivano i nuovi sostegni per mediazione e negoziazione assistita, cioè le procedure con cui le parti in lite cercano un accordo fuori dal processo con l’aiuto di un mediatore (nel primo caso) o dei rispettivi avvocati (nel secondo). Entrano in vigore martedì 22 agosto i due decreti ministeriali pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 7 agosto, che attuano i crediti d’imposta per recuperare parte delle spese e il patrocinio a carico dello Stato per chi ha redditi bassi.

Una piccola rivoluzione voluta dalla riforma Cartabia della giustizia civile per rendere più appetibile la risoluzione alternativa delle liti: soprattutto con la mediazione, che beneficia di aiuti più generosi e ampi.

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I numeri

Nel 2022 sono state avviate oltre 155mila mediazioni, in calo rispetto al 2021 (che però aveva beneficiato del rimbalzo dopo il rallentamento del 2020) ma in aumento rispetto agli anni pre Covid (+2% sul 2018). Il trend è in crescita anche nei primi tre mesi di quest’anno: dal 1° gennaio al 31 marzo 2023 sono state iniziate 44.556 procedure, il 4% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e il 15,8% in più delle 38.472 del primo trimestre 2019. Anche la quota di procedure che portano a un accordo è in miglioramento. Nel 2022 nel 51,8% delle 136mila procedure definite la parte invitata si è presentata al tavolo (la percentuale era del 49,2% nel 2019); in questi casi, il 28,9% delle mediazioni si è concluso con un accordo.

Cresce l’appeal anche delle negoziazioni assistite, utilizzate perlopiù per le separazioni e i divorzi: nel 2021 gli accordi raggiunti sono stati quasi 17mila, il 15% in più rispetto al 2018.

Numeri in aumento, quindi, ma che restano comunque limitati se messi accanto ai 2,8 milioni di procedimenti civili pendenti nei tre gradi di giudizio al 31 marzo scorso.

LA FOTOGRAFIA
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Gli interventi

I crediti d’imposta sono nuovi e più generosi per la mediazione:

fino a 600 euro (o 300 se non c’è l’accordo) a copertura dell’indennità pagata agli organismi di mediazione; se la mediazione è condizione di procedibilità, nella cifra rientra anche la parcella dell’avvocato;

fino a 518 euro nelle mediazioni demandate dal giudice, a copertura del contributo unificato versato per il giudizio estinto con l’accordo;

un credito d’imposta per gli organismi per “recuperare” le indennità non versate dalle parti ammesse al patrocinio statale.

Per la negoziazione assistita si confermano i crediti esistenti e già operativi: fino a 250 euro per il compenso del legale, se la procedura ha successo.

Le istanze per i crediti d’imposta viaggeranno su una piattaforma accessibile con identità digitale, in via di predisposizione; sarà pronta, si legge sul sito della Giustizia, in tempo per presentare le domande entro il 31 marzo 2024, termine per i bonus per le procedure iniziate dopo il 30 giugno scorso (quando è entrata in vigore la riforma) e concluse nel 2023.

A regime, le domande si presenteranno entro il 31 marzo di ogni anno per le procedure concluse l’anno prima. I bonus saranno utilizzabili in compensazione tramite modello F24 o, per chi non è titolare di redditi di impresa o di lavoro autonomo, in diminuzione delle imposte dovute in base alla dichiarazione dei redditi.

Il patrocinio statale è invece riconosciuto solo se mediazione e negoziazione assistita sono condizioni di procedibilità (sicché restano fuori le negoziazioni per separazioni e divorzi) e si chiudono con l’accordo (se no, lo si può chiedere al giudice). Il meccanismo si applica per le ammissioni preventive decise da domani dai Consigli dell’Ordine degli avvocati; i legali dovranno presentare, una volta raggiunto l’accordo, l’istanza di conferma con allegata una parcella proforma (spettano i compensi previsti dai parametri ridotti della metà ma con gli aumenti riconosciuti in caso di accordo) e potranno scegliere tra il pagamento o il credito d’imposta.

Misure che, secondo Donato Di Campli, consigliere del Consiglio nazionale forense, «rendono più conveniente definire le controversie nel contesto delle procedure alternative. Molto dipende ora dagli avvocati, che devono essere collaborativi e dare un’informativa completa alle parti».

«I crediti d’imposta per la mediazione - osserva Leonardo D’Uso, co-fondatore dell’organismo Adr center - rendono di fatto gratuito il primo incontro effettivo obbligatorio; è un passo nella giusta direzione, ma non basta: bisogna ampliare la condizione di procedibilità».

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