Al via il tavolo sulle concessioni balneari, ecco cosa ci chiede l’Europa e da dove parte il governo
Convocati i rappresentanti dei ministeri competenti, delle Regioni e delle associazioni di categoria, per concordare i contenuti del riordino del demanio marittimo
I punti chiave
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È durata circa tre ore la prima riunione del tavolo tecnico sulla mappatura delle concessioni balneari. All’incontro del tavolo tecnico consultivo interministeriale in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, istituito il 12 maggio presso la Presidenza del Consiglio, Dipartimento per il coordinamento amministrativo. Oltre ai tecnici e ai rappresentanti dei partiti di maggioranza, presenti anche le associazioni balneari nazionali.
«La riunione è andata bene»
«La riunione è andata bene, c’è stata una condivisione del metodo di lavoro. Il tavolo interministeriale è chiamato ad avviare la mappatura del demanio marittimo, lacuale e fluviale italiano, in merito alla questione delle concessioni balneari, un lavoro propedeutico che ha come obiettivo quello di capire se vi è scarsità o meno della risorsa», ha spiegato al termine Gianluca Caramanna, deputato e responsabile nazionale per il Turismo di Fratelli d’Italia. Il confronto proseguirà il 4 luglio.
Primo passo la raccolta dei dati
«La prima parte del lavoro sarà inevitabilmente quella di raccogliere tutti i dati in possesso in questo momento, e poi procedere con i criteri con cui andare avanti». A Comuni, Regioni e Capitanerie di Porto è stato chiesto di provvedere alla raccolta dei dati necessari nel più breve tempo possibile. «Nel caso in cui risultassero mappature incomplete o dati contrastanti, credo sia utile dare mandato all’agenzia del Demanio, per una mappatura fisica completa. Le criticità che la Bolkestein ha prodotto nel nostro paese sono state sempre al centro dell’attenzione di questa maggioranza ed è innegabile che lo sia per il governo a guida di Giorgia Meloni. Pertanto è nostro impegno quello di procedere in modo tempestivo per dare risposte agli operatori che vivono in questo clima di incertezza da troppi anni».
L’allungamento delle concessioni
L’isituzione del tavolo è stata confermata dall’ultimo decreto Milleproroghe (che ha allungato la validità delle concessioni fino al 31 dicembre 2024) come strumento per procedere alla mappatura di tutte le concessioni, per verificare la quantità di spiagge già occupate e di quelle che ancora possono essere date in concessione. Ora sono state concordate, con la piena condivisione delle associazioni, le fasi nelle quali si articoleranno i lavori, che partiranno dall’acquisizione dei dati relativi ai rapporti concessori in essere e alla quantità e qualità delle risorse demaniali marittime, lacuali e fluviali disponibili. Successivamente, fa sapere Palazzo Chigi, «si passerà alla definizione dei criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, tenuto conto sia del dato complessivo nazionale sia di quello disaggregato a livello regionale e della rilevanza economica transfrontaliera».
Le argomentazioni dell’Ue
Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente. I giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse. È quanto ha sottolineato la Corte di giustizia dell’Unione europea nella causa C-348/22 sul tema delle concessioni balneari. «La determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile», richiamata da Palazzo Chigi all’istituzione del tavolo, potrebbe essere fondamentale per decidere se escludere le concessioni esistenti dalle gare.
Sangalli: non lasciare senza certezze realtà così importante
«Pensiamo alla mappatura delle concessioni, al giusto indennizzo, alla valorizzazione delle tante imprese, come i balneari, che hanno investito e contribuito alla qualità turistica del Paese. Una realtà così importante non può essere lasciata senza certezze sul proprio futuro». Così il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli nella sua relazione all’assemblea annuale. «Bene il presidente Carlo Sangalli ad aver sottolineato nell’assemblea generale di Confcommercio la necessità di risolvere, finalmente, la questione balneare a tutela delle aziende attualmente operanti che hanno realizzato un modello di balneazione attrezzata che il mondo ci invidia», secondo Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari. «Il governo acceleri nel mettere in sicurezza il settore con una riforma organica della materia».
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