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Calabrò: Art bonus va esteso a imprese che investono in beni culturali privati

L'annuale appuntamento a cura del Sole 24 Ore, dedicato allo sviluppo dell'industria culturale italiana, torna dal vivo dal Museo del Risorgimento

  • Bergamo e Brescia insieme, capitali della Cultura 2023

    La cultura come enzima, collante, mastice. La cultura come cura dalla sofferenza e dal dolore della pandemia. Bergamo e Brescia saranno il prossimo anno le due città «illuminate» dalla speranza, Capitali italiane della Cultura. E Giorgio Gori ed Emilio del Bono, sindaci delle due città, testimoniano agli Stati Generali della Cultura in svolgimento a Torino la volontà di rinascita dal dolore e dalla sofferenza proprio attraverso la cultura. «Nella fase in cui le nostre città hanno avuto l’aggressione del Covid ho scoperto che la cultura poteva avere un valore di cura» afferma Giorgio Gori intervenendo agli Stati Generali. Emilio Del Bono sottolinea come in un certo senso per Brescia l’essere Capitale della Cultura 2023 rappresenti un ribaltamento del luogo comune con cui viene percepita in Italia e cioè un territorio in prevalenza manifatturiero, operoso e laborioso. «Bergamo ma soprattutto Brescia, sono città parzialmente sconosciute – afferma Del Bono - Lavorando insieme si può dare una luce diversa che alimenti la curiosità».

    Emilio Del Bono e Giorgio Gori, sindaci di Brescia e Bergamo, intervistati dalla giornalista del Sole 24 Ore Nicoletta Polla Mattiot

  • Rosanna Purchia: Torino punta sulle circoscrizioni

    Rosanna Purchia, Assessore alla Cultura Comune di Torino ha ricordato il progetto “Circoscrizioni al centro” con otto tavoli di lavoro per le otto circoscrizioni con tutte le associazioni, nel luogo simbolico del Teatro Regio, lavorando insieme ai presidenti delle circoscrizioni. Con una prima mappatura di interventi che va completata. «Ci siamo messi a caccia di risorse che abbiamo reperito dai privati e dai fondi europei. Alla fine abbiamo trovato 4 milioni di euro messi a bando, Bandi nei quali abbiamo dato un valore molto alto alla capacità di partenariato delle associazioni» ha spiegato l’assessore.

    Rosanna Purchia, Assessore alla Cultura Comune di Torino

  • Miguel Gotor: le sfide di Roma tra Giubileo ed Expo

    Le sfide per Roma sul fronte della cultura sono molte. Le ha ricordate Miguel Gotor, assessore alla Cultura della Capitale. «Ospiteremo il Giubileo del 2025 che significa l’arrivo a Roma di decine di milioni di pellegrini e turisti. E poi siamo impegnati nella promozione della candidatura di Roma per l’Expo 2030» ha spiegato l’assessore. I progetti più importanti sono l’Estate romana, «al centro di un rilancio con un bando annuale specifico di oltre 2,5 milioni di euro». L’obiettivo del rinnovamento urbano della città è incentrato «sullo sviluppo di due poli». Uno è il polo del quartiere Flaminio (che vede tra gli altri già la presenza del Foro Italico, dell’Auditorium e del Maxxi) come città della Scienza, delle Arti e dello Sport. Qui è in arrivo un museo della Scienza. L’altro è quello dell’Eur come polo dell’innovazione e dell’incontro tra le civiltà, valorizzando al massimo il polo museale che dalla preistoria (il museo Pigorini) arriva fino al museo della civiltà romana. Altro progetto è la ridefinizione dell’area dei Fori imperiali, che nei prossimi 4-5 anni cambierà volto.

    Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma, in video collegamento

  • Tommaso Sacchi: per Milano due nuovi musei

    «Milano è una città che si espande in maniera abbastanza inarrestabile con un piano urbanistico molto “grintoso”, ha spiegato Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura Comune di Milano, che ha ricordato come «nelle giunte passate si è lavorato molto sui volumi inutilizzati della città. Oggi la città si basa su alcuni ingredienti fondamentali. Il primo è quello delle infrastrutture». Il piano infrastrutturale di Milano prevede l’apertura di due nuovi musei nazionali nei prossimi cinque anni: il museo della Resistenza e il museo dell’Arte digitale).

    Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del comune di Milano

  • Massimo Lapucci: «La nuova frontiera della cultura contemporanea è la crescente contaminazione tra arte e tecnologia»

    “La nuova frontiera della cultura contemporanea è la crescente contaminazione tra arte e tecnologia, sintetizzabile nell'innovativa formula “ArTechnology”: l'arte, infatti, tende sempre più a dialogare con la scienza, l'ingegneria, la ricerca e il settore produttivo per amplificare il proprio potere creativo” dice Massimo Lapucci , segretario Generale Fondazione CRT, Ceo Ogr Torino. E ancora “ allo stesso tempo, la tecnologia abbraccia l'arte per rafforzare la propria capacità di sperimentare, innovare, comunicare. Oggi gli orizzonti della creatività si estendono all'AI, alla Virtual Reality, ai Big Data, alla Blockchain, ridisegnando le dinamiche sociali, economiche e culturali del nostro presente (e, in prospettiva, del prossimo futuro). In Italia questo megatrend internazionale trova un punto di caduta emblematico alle OGR, le Officine Grandi Riparazioni di Torino. Questa ex fabbrica dei treni nel cuore della città (la più grande prima della nascita della Fiat) è stata riqualificata e riconvertita da Fondazione CRT in un hub di innovazione unico in Europa (e non solo), proprio per la coesistenza e la sinergia delle due anime Cult e Tech.

  • Cristina Ambrosini, quando le realtà territoriali fanno innovazione

    Riflettori puntati su Laboratorio-Italia, per comprendere le nuove strategie di alcune realtà territoriali, che veramente stanno “facendo” innovazione. Si tratta di veri e propri modelli di eccellenza, come ha raccontato Cristina Ambrosini, Dirigente Responsabile Settore Patrimonio Culturale Regione Emilia-Romagna: “Creatività multiforme e capacità di amalgare gli aspetti legati all'innovazione con la cura e la valorizzazione in favore del patrimonio culturale sono i fattori identitari per ciò che sta maturando in Emilia-Romagna: una regione – ha sottolineato Ambrosini - riconosciuta a tutt'oggi quale vivace laboratorio culturale, alimentata da valori di inclusività praticati nelle comunità e ora proiettata verso una collaborazione sempre più stretta ed efficace tra le imprese culturali e il mondo della formazione.”

  • Luigi Abete: «Pensare che tutto debba essere pubblico quando parliamo di patrimonio culturale è miope»

    Per Luigi Abete, Presidente AICC-Associazione Imprese Culturali e Creative: «Superata la fase emergenziale della pandemia ci lasciamo alle spalle una stagione di misure di sostegno alle imprese del comparto culturale e creativo insufficienti, utili solo a dare un parziale ristoro agli operatori della filiera. Oggi è arrivato il tempo di pensare al futuro: è il momento di guardare avanti puntando, ancora di più, sulla cultura e sulle imprese del settore in un balance fra privato e pubblico. Adesso è il momento di esercitare pienamente la capacità di dialogo, di fare rete e di rafforzare i partenariati. Basta pensare che accostare l'impresa privata al patrimonio culturale sia un'antitesi. Pensare che tutto debba essere pubblico quando parliamo di patrimonio culturale è una miopia che ostacola innanzitutto il progredire delle aree ad alta densità di beni materiali e immateriali a base culturale.»
    Il Presidente di AICC ha ribadito come l'impresa privata venga ancora oggi relegata a un ruolo subalterno quando si parla di investimenti, laddove invece bisognerebbe poter investire sul medio-lungo perdiodo. «Pubblico e privato, insieme, cogliendo le opportunità offerte dal PNRR e realizzando progetti con un approccio ampio di filiera, possono attivare meccanismi rigenerativi permanenti con un indotto esteso sul territorio, a partire dalla valorizzazione dei beni culturali diffusi. Una concentrazione di ricchezza che è la vera cifra distintiva del nostro Paese. Recuperare risorse per dare spazio ai progetti esclusi dalla selezione dei 229 borghi»

  • Franco Siddi: «la tv resta motore di innovazione sia tecnologica sia per i contenuti»

    Per Franco Siddi, presidente Confindustria Radio TV, «la televisione gratuita terrestre con il 92% del minutaggio della visione televisiva rimane il motore principale per l’industria del cinema e dell’audiovisivo nel suo complesso con un miliardo circa di investimenti all’anno su cinema e fiction. In questo è garanzia di sostegno per la cultura e l’identità europea. E’ importante per questo aver cura del suo valore economico e civile, assicurando la prominence, (cioè la preminenza nel telecomando dei numeri relativi ai nostri canali digitali di interesse generale, ndr). E’ un tema cruciale nel futuro per i broadcaster italiani ed europei. Ci fossero inoltre meccanismi di supporto competitivo come il tax credit per le produzioni originali di intrattenimento sarebbe ulteriormente garantito un effetto moltiplicatore degli investimenti sull’audiovisivo e il lavoro»

  • Alvise di Canossa, Presidente Art Defender: «occorre riflettere su nuove soluzioni e opportunità»

    Alvise di Canossa, Presidente Art Defender, ha sottolineato come «gli anni difficili che stiamo attraversando ci obbligano a riflettere su nuove soluzioni e opportunità. È arrivato il momento di riprogettare, in maniera sostenibile ed innovativa, le azioni finalizzate alla conservazione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico, rompendo i paradigmi del passato, con l'obiettivo di proiettarci verso il futuro. Arte e Cultura rappresentano un valore inestimabile per il sistema Paese e per la sua economia e necessitano di essere ripensate in questa transizione culturale con una visione imprenditoriale.»

  • Antonio Calabrò: «l’Art bonus va esteso a imprese che investono in beni culturali privati»

    «Si pensa di solito che le imprese finanziano le attività culturali, si tratta di una dimensione mecenatesca, ma le imprese sono soprattutto attori culturali, imprese è cultura, i processi industriali sono processi culturali, i brevetti sono processi industriali, Giulio Natta premio Nobel, un contratto di lavoro, la fisica e la chimica, conquistare un mercato: tutto questo è processo culturale. Se si perdessero gli archivi industriali sarebbe perdita culturale. Quel patrimonio è patrimonio del paese. L'Art bonus è uno strumento eccellente, può funzionare meglio, ma va esteso anche ai privati che investono sul loro patrimonio culturale, in beni culturali privati che possono creare meccanismi di sviluppo» ha detto Antonio Calabrò, presidente di Museimpresa e vicepresidente dell'Unione Industriali di Torino, nel corso della tavola rotonda «L'industria culturale: strategie per il sistema-Paese. Il ruolo dei privati nell'economia della cultura», L'incontro fa parte del programma degli Stati generali della cultura, evento a cura del Gruppo 24 Ore in collaborazione con la Città di Torino e realizzato da 24 Ore Eventi con Fondazione Cultura Città di Torino.

  • Fabrizio Paschina: «il compito della più grande banca italiana è di alimentare e stimolare in ogni modo possibile la diffusione della cultura»

    Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine di Intesa Sanpaolo ha osservato come «il compito della più grande banca italiana sia quello di assecondare, alimentare e stimolare in ogni modo possibile la diffusione della cultura, anche proponendo nuovi modelli e strumenti. Come Intesa Sanpaolo continueremo a considerare questa straordinaria componente di evoluzione della persona e della comunità come parte di un settore strategico di sviluppo per il Paese nel suo complesso. Per un mondo della cultura più solido e strutturato servono da parte di tutti energie, visione, voglia di crescere».

  • Il ministro Franceschini: «vorrei che le imprese private si vergognassero di non investire in cultura»

    «Vorrei arrivasse il momento in cui impresa, soprattutto una grande impresa che esporta nel mondo, si vergognasse se non ha destinato una parte dei propri utili al patrimonio culturale del proprio paese» è stata l’affermazione di maggior effetto in sala del ministro alla Cultura , Dario Franceschini agli Stati Generali della Cultura in corso a Torino. Lo stesso ministro ha poi aggiunto: «l'intervento del privato in cultura deve essere motivato da una forte vocazione morale, non dall'esigenza di fare profitto». Con la legge che prevede incentivi fiscali per i privati che investono in cultura, il ministro ha ricordato che «sono entrati più di 600 mln di euro con donazioni piccole e grandi, sono episodi virtuosi ma sono ancora pochi».

  • Matteo Bagnasco: «la Fondazione Compagnia di San Paolo da puro sostenitore di progetti ad agente di sviluppo e cambiamento»

    Matteo Bagnasco, Responsabile Obiettivo Cultura della Fondazione Compagnia di San Paolo, ha ricordato come «negli ultimi anni la Fondazione abbia mutato il proprio ruolo da puro sostenitore di progetti ad agente di sviluppo e cambiamento. Dunque, non lavora esclusivamente per allocare strategicamente risorse per ottenere impatto sociale – ha precisato Bagnasco - ma sempre di più lavora sulle condizioni abilitanti, sui processi perché questo accada. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 rappresentano la cornice di riferimento delle quattro missioni che caratterizzano l'impegno della fondazione in ambito culturale: attrattività, competenze, custodia e partecipazione». L’intervento è avvenuto nella sessione dedicata all’«industria culturale: strategie per il sistema paese. Il ruolo dei privati nell'economia della cultura». Tra i relatori oltre a Bagnasco partecipano Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa, Vice Presidente Unione Industriali di Torino, Innocenzo Cipolletta, Presidente Confindustria Cultura Italia, Alvise di Canossa, Presidente Art Defender , Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo.

  • Il ministro Franceschini: «Investimenti diversi a partire dal grande piano di digitalizzazione»

    «Prevediamo investimenti diversi a partire dal grande piano di digitalizzazione con la creazione di una digital library italiana per archivi e biblioteche. Poi sono previsti investimenti sul patrimonio ecclesiastico, il superamento delle barriere architettoniche, su parchi e giardini, sul patrimonio rurale per turismo sostenibile» ha aggiunto il ministro Dario Franceschini.

  • Il ministro Franceschini: «dall’investire in cultura non si tornerà più indietro»

    «Investire in cultura in Italia è anche un grande investimento economico, un aiuto al Made in Italy, alla crescita sostenibile. I governi e i ministri passeranno e cambieranno, ma non si tornerà alla stagione di marginalità della cultura. Il Pnrr ha portato 7 miliardi, siamo il Paese che ha messo in gioco la cifra più alta. Si sta andando nella direzione giusta anche se c’è ancora molta strada da fare» ha poi aggiunto il ministro Dario Franceschini rispondendo al direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini nel suo intervennto in collegamento agli Stati Generali della Cultura, a Torino. Il ministro ha ricordato che tra i progetti che più gli stanno a cuore c’è quello per la digitalizzazione e per i borghi

    Il ministro della Cultura Dario Franceschini. ANSA/ANGELO CARCONI

  • Il ministro Franceschini: «Investiremo sui piccoli borghi 20 milioni di euro»

    «Abbiamo chiesto alle regioni di individuare piccoli borghi di 300 abitanti su cui investiremo 20 milioni di euro, porteremo la banda larga e grazie allo smart working porteremo avanti il recupero dei piccoli borghi» ha detto il Ministro della Cultura Dario Franceschini, intervenendo all'edizione 2022 degli «Stati Generali della Cultura» dove ha dialogato con il Direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini. Il direttore ha evidenziato come il mondo della cultura e dello spettacolo sia stato «uno dei settori più colpiti dalle misure di contenimento introdotte nell'UE per frenare la diffusione del coronavirus. In questi due anni sono stati messi a nudo modelli di business ‘pre-covid' che più di altri hanno sofferto la forzata inattività, ma contemporaneamente si è presentata un'incredibile opportunità di rinnovamento e riorganizzazione, per chi è stato in grado di coglierla. Profondi cambiamenti culturali e tecnologici stanno imponendo nuove figure professionali, nuovi investimenti, e una nuova diffusa competenza digitale. Ora si riparte, come dimostra il settore degli eventi dal vivo, ma si deve farlo consapevoli che nulla può essere più come prima». «Il patrimonio va curato nel tempo» ha chiosato il direttore Tamburini.

  • Lo Russo: «La cultura accomuna l’Europa più dell’economia»

    «La cultura accomuna l’Europa più dell’economia e su questo occorre ricostruire un nuovo processo di integrazione europea», ha poi aggiunto il sindaco Stefano Lo Russo.

    Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo (ANSA/JESSICA PASQUALON)

  • Al via gli Stati Generali della Cultura

    Nel grande salone delle feste, Prima aula della Camera del Regno d'Italia, le enormi tele con le battaglie di Goito e di Pastrengo. Torino, Palazzo di Carignano, Museo del Risorgimento. In cotanto scenario pieno di Storia patria si è aperta ufficialmente l'edizione 2022 degli «Stati Generali della Cultura», l'annuale appuntamento a cura del Sole 24 Ore dedicato allo sviluppo dell'industria culturale italiana. «Torino accoglie gli Stati Generali della Cultura con orgoglio e convinti che rappresenti l'occasione più importante per analizzare la più grande attività economica italiana. È chiaro a tutti che la cultura non è un aspetto accessorio e superfluo della vita di ognuno di noi, ma rappresenta uno degli aspetti più rappresentativi del nostro Paese. In questa giornata lo scopo è quello di fare sistema, mettere in rete le migliori esperienze e guardare il futuro con fiducia» è il benvenuto in apertura della kermesse del Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Ed è una ricca e intensa giornata di lavori che coinvolge tutti i principali player della cultura italiana, protagonisti insieme a Il Sole 24 Ore-DOMENICA, Radio 24, How to Spend it, 24 ORE Eventi e 24 ORE Cultura. Dopo l'apertura, il primo appuntamento in agenda è con il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che dialoga con il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini.

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