Albergo nautico diffuso: la nuova ricettività ecosostenibile
Dormire in piccoli gruppi di barche: l’iniziativa, promossa dalla Regione Sardegna, permette di aumentare i posti letto con impatto ambientale ridotto
di Davide Madeddu
2' di lettura
In vacanza nell’albergo nautico diffuso, all’insegna dell’ecosostenibilità turistica. È il nuovo modo di fare ricettività sostenuto dalla Regione Sardegna in cui i servizi a terra, dove saranno comunque sistemati i servizi di accoglienza, registrazione e assistenza dei clienti, si sposano con la possibilità di vivere il mare nelle ore diurne e nel raggio di tre miglia dal porto di “ancoraggio”.
Tutti in barca
Quanto al funzionamento, gli alberghi nautici diffusi saranno composti «da un numero non inferiore a sette unità da diporto per non meno di cinquanta posti letto “in cabina”, e potranno essere concesse in uso ai clienti solo con contratti di locazione di durata compresa fra un minimo di 24 ore ed un massimo di quattro settimane».
Non è consentita la navigazione notturna e quella oltre le tre miglia dalle linee base delle acque territoriali delle unità da diporto costituenti albergo nautico diffuso.
Nuovi posti letto
La nuova tipologia di albergo nautico diffuso, presentato ufficialmente nel corso dell’iniziativa TTG Travel Experience 2023 di Rimini rientra nell’ambito del percorso avviato dalla Regione con l’istituzione dell’albergo diffuso nel 1998. Per l’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa, l’albergo nautico diffuso consente «di continuare a lavorare in una direzione che ci sta molto a cuore e in cui la Sardegna è sempre stata un modello: l’ecosostenibilità. La creazione di nuovi posti letto di questo genere, infatti, ci permette di aumentare la capacità ricettiva dell’isola salvaguardando le nostre meravigliose coste».
La sostenibilità in albergo
Per le strutture ricettive poi una novità: il riconoscimento di ecosostenibilità. Una pratica avviata nell’ottica di «un miglioramento della qualità dell’offerta ricettiva, anche e soprattutto in termini di sostenibilità ambientale e sociale». Condizione per ottenere il riconoscimento è il rispetto dei requisiti previsti dalle norme che non comprendono esclusivamente il rispetto della sostenibilità ambientale, ma anche di quella sociale e culturale.
Il tutto, sottolineano dalla Regione, «è finalizzato all’obiettivo di realizzare un turismo sostenibile per lo sviluppo socioeconomico e la tutela della cultura e della biodiversità, oltre a incentivare la conservazione, gestione e valorizzazione delle risorse del territorio e la transizione ecologica e resiliente ai cambiamenti climatici nonché premiare le strutture ricettive che cooperino allo sviluppo socioeconomico dei territori su cui insistono».
Una corretta gestione di luce e rumore
Le condizioni che le strutture devono rispettare vanno dal controllo e contenimento dei rifiuti e dei consumi di energia e acqua, alla formazione del personale sui temi della sostenibilità. E poi il controllo e il contenimento dell’impatto delle infrastrutture e dei flussi turistici del territorio, ma anche l’utilizzo per la costruzione e la ristrutturazione di materiali naturali e locali, tipici della tradizione costruttiva locale, la presenza degli spazi verdi, l’introduzione di divieti di fumo, la messa a disposizione di biciclette, la corretta gestione della luce e del rumore.
«Le strutture ricettive che dimostreranno di essere in possesso dei requisiti previsti potranno utilizzare uno speciale segno distintivo che le categorizzerà come strutture “ecosostenibili”».
L’accessibilità universale
Oltre all’introduzione del riconoscimento di struttura ecosostenibile, le strutture del territorio regionale potranno ambire inoltre anche al riconoscimento di “Struttura ricettiva ad accessibilità universale”. In questo caso devono dimostrare di essere in possesso dei requisiti di accessibilità e di superamento delle barriere architettoniche.
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