L’intervista

Alberto Apostoli: «Il benessere esce dalla Spa e avvolge lo spazio urbano»

Un’esperienza professionale maturata nella realizzazione di centri wellness e spazi di benessere, che l’architetto ha esteso negli anni a una visione che investe l’architettura in tutte le sue declinazioni, dalle residenze agli uffici, dagli hotel alle aree della città.

di Antonella Galli

4' di lettura

Per l’architetto Alberto Apostoli, fondatore dello Studio Apostoli, la buona architettura si identifica con il progetto del benessere. Una corrispondenza basata su un’esperienza professionale specifica di centri wellness e spa, ma che l’architetto ha esteso negli anni a una visione che investe l’architettura in tutte le sue declinazioni, dalle residenze agli uffici, dagli hotel agli spazi urbani. Studio Apostoli, nato nel 1997 nei pressi di Verona (San Giovanni Lupatoto), ha al suo attivo oltre mille progetti tra architetture, interni, prodotti.

Il benessere è diventato il principio guida di Alberto Apostoli in una visione che punta ad armonizzare mente, corpo e anima di chi abita gli spazi e che, in forma diretta e indiretta, ha come obiettivo la cura della persona.

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Un tema di stretta attualità, in particolare per il mercato dello sviluppo residenziale e dell’hospitality che, dai grandi gruppi internazionali ai fondi dell’immobiliare, ha già assimilato questo elemento come punto di forza di progetti a venire. Una tendenza di cui lo stesso Apostoli è testimone con alcuni progetti da poco completati e altri avviati dal Canada al Messico, dall’Uruguay all’Italia.

Come nasce questa attitudine al tema del benessere?

È un’expertise che ha preso corpo lungo il mio percorso professionale e che ho approfondito non solo con progetti e consulenze, ma anche con studi e pubblicazioni internazionali. Già nel 1999 sviluppai un prodotto brevettato che fu rivoluzionario, poiché per la prima volta includeva la cromoterapia: era una cabina in cui si integravano tutti i sensi all’interno dello stesso modulo architettonico. Altro progetto fondamentale è stato Sasha per Jacuzzi nel 2010, la prima cabina spa completa per ambienti domestici, da cui poi è nato il concetto di private spa. Un terzo progetto, che considero una pietra miliare, è il Lefay Resort & Spa Dolomiti di Pinzolo, completato nel 2019 e che ha già ricevuto una ventina di riconoscimenti internazionali.

Il marchio Lefay, proprietà della famiglia Leali, mette al centro il tema del benessere a 360°, in piena sintonia con la filosofia dello Studio. Come è stato concretamente declinato il progetto del benessere nel Lefay Resort & Spa Dolomiti?

Il concetto di architettura alpina è stereotipato e il committente aveva il desiderio di uscire dagli schemi, mantenendo un legame con il contesto, ma con un carattere di italianità e sobrietà complessiva. Ho impostato il progetto mettendo al primo posto non l’estetica, ma le sensazioni dell’ospite. Ci siamo focalizzati sui coni visivi, sulle proporzioni degli spazi, né troppo ampi né troppo costretti, sulle luci, sui flussi, sui materiali, non necessariamente lussuosi, ma gradevoli e naturali, come il legno di castagno (ci sono boschi di castagno in zona) e la Tonalite, pietra locale che offre una sensazione di morbidezza al tatto. Con lo stesso approccio abbiamo avviato il restyling del Lefay Resort & Spa Lago di Garda a Gargnano, che verrà completato il prossimo anno. Collaboreremo con Lefay anche nel prossimo progetto della collezione, previsto in Toscana.

Che sfide presentano progetti correlati al benessere in contesti geografici e climatici differenti?

È un tema che sto affrontando relativamente ai progetti per Virtu Resort and Residences, azienda guidata dalla visionaria canadese del benessere Sandi Lesueur, con cui realizzeremo resort e destinazioni residenziali dal Canada al Messico, alla Croazia. A breve apriranno i cantieri dei resort in Messico a Tulum, e in Canada a Kelowna, nella British Columbia. Il primo, sulla Riviera Maya proporrà una medical spa, a metà strada tra la spa leisure e il centro di cura, in cui si sperimenta il benessere e si impara uno stile di vita. Sarà ispirato alla potente energia naturale che circonda il luogo, a partire dalla giungla. Mentre in Canada, a nord di Vancouver, tra i laghi, si respirerà la cultura del Nord America, integrata con la cultura locale dei nativi americani, che concepiscono la natura come elemento dominante di cui l’uomo non è che una parte. Anche in questo caso sarà una medical spa con hotel.

Tornando in Italia, quali altre prospettive si presentano sul tema del benessere?

C’è un risveglio del panorama termale, e non dimentichiamo che il nostro Paese è il più importante al mondo come numero di siti termali. Lo Studio, in questo specifico ambito, ha già vinto il concorso per l’ampliamento delle terme di Grado e quello di riqualificazione delle terme di Comano. Si nota un sempre crescente recupero delle terme, sia da parte delle istituzioni locali, sia dei players dell’hotellerie; una tendenza che fa strada a un nuovo modello di ospitalità definito bleisure, una sintesi tra business e leisure.

Che rapporto c’è tra hotel e spa nel progetto in corso di realizzazione per Cipriani a Milano?

A Milano, a Palazzo Bernasconi, la cui apertura è prevista tra la fine di quest’anno e il 2022 (zona Palestro), il Gruppo Cipriani ha previsto un complesso di ospitalità di lusso con un boutique hotel, due offerte ristorative e una spa di 1000 mq affidata allo Studio, che sarà uno dei driver principali nella proposta del complesso. Molto più esteso sarà il secondo progetto per Cipriani, una medical spa in un resort di lusso a Punta del Este, in Uruguay.

Il benessere può essere esteso alla dimensione urbana?

Sì, ne è un esempio la Cittadella del Benessere realizzata a Parma dall’impresa Allodi, con cui stiamo collaborando: è un’area residenziale di oltre 16.000 mq alle porte della città che includerà residenze private e una Casa Residenza Anziani. Progetteremo il parco diffuso, con l’obiettivo di migliorare la socializzazione e il benessere degli abitanti; integrerà aree dedicate all’attività fisica, come piste ciclabili e un’area per il parkour, a spazi sensoriali, orti in cui possono operare anche persone in sedie a rotelle e aree per la meditazione.

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