Alessandria torna a correre sul progetto di retroporto
di Filomena Greco
2' di lettura
Il “sogno” del retroporto di Alessandria e le nuove aree piemontesi in corsa per diventare aree logistiche collegate ai porti liguri, da Asti al Cuneese. Qualche nuova possibilità potrebbe aprirsi grazie al “Decreto Genova”, varato dopo il crollo del Ponte Morandi, nonostante il testo risalga a oltre due anni fa. La partita si gioca sulle ZLS, la Zona Logistica Semplificata, che stabilisce come aree da considerare Retroporto di Genova i le aree di Rivalta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Piacenza, Castellazzo Bormida, Ovada Belforte, Dinazzano, Milano Smistamento, Melzo e Vado Ligure. Una decisione che allarga al Piacentino l’area di interesse e che avrebbe dovuto rimettere in moto la fase di coordinamento tra le regioni.
La sensazione è che, superata l’emergenza con l’inaugurazione del nuovo Ponte Morandi, la questione più di sistema, legata al potenziamento della logistica retroportuale con un’azione di coordinamento tra Liguria, Piemonte e Lombardia, fino all’Emilia Romagna, si sia arenata. Il Piemonte dal canto suo ha approvato il Protocollo d’intesa che allarga la Cabina di regia per la Logistica del NordOvest anche all’area di Piacenza. Inoltre la Regione è entrata nella Fondazione Slala in vista del possibile potenziamento dello scalo merci di Alessandria in chiave di logistica retroportuale. «In questa fase – sottolinea l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi – stiamo lavorando per definire quali saranno le aree buffer nell’Alessandrino da individuare nel retroporto, in base ai criteri stabiliti che guardano alla vicinanza all’autostrada e alla rete ferroviaria. Si tratterà di aree destinate ad ampliare l’area retroportuale di Genova con una serie di agevolazioni fiscali». Il punto, tutto politico, è se “limitarsi” alle aree delineate dal decreto Genova oppure provare ad allargare il campo a zone, aggiunge l’assessore Marco Gabusi, che abbiano comunque le caratteristiche adatte a svolgere questa funzione. «Le lancette del tempo scorrono, serve accelerare».
Slala, la Fondazione nata a inizio Duemila per sostenere lo sviluppo della logistica nell’Alessandrino, scommette sul progetto e fa il punto nella sua ultima comunicazione: «Uirnet, il soggetto attuatore del ministero delle Infrastrutture per la gestione della Piattaforma logistica nazionale, ha lavorato, successivamente all'accordo con Rfi (Rete ferroviaria italiana), per mettere a punto il percorso di progettazione del nuovo “Centro di Smistamento di Alessandria” che ha come obiettivo l’adeguamento di una parte dell’attuale infrastruttura per un utilizzo in chiave di nodo ferroviario atto al navettamento delle merci da e per i porti di Genova e Savona-Vado». Ora si attende l’assegnazione di uno studio di fattibilità da parte del Ministero delle infrastrutture, per poter fare un ulteriore passo avanti. Da queste parti davvero tornano a scommettere su un progetto che potrebbe rappresentare una variabile economica importante.
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