Alfa Romeo prepara il baby suv Jeep pronta con le ibride plug-in
di Corrado Canali
3' di lettura
L’obiettivo resta sempre portare a termine il piano programmatico annunciato l’anno scorso. La testa e il “cuore” di Fca è, dunque, sui nuovi modelli in arrivo e sui target da rispettare di qui al 2022. Tutto scatta da quest’anno visto che parte a breve la produzione della Jeep Renegade ibrida plug-in a cui seguirà l’omologa versione della Compass. Entrambe sono prodotte nella fabbrica di Melfi, mentre all’inizio del 2020, sarà la volta della nuova Fiat 500 elettrica che invece uscirà dalle linee della storica location torinese di Mirafiori. Perchè è grazie soprattutto ai modelli elettrificati se il piano di investimenti da 5 miliardi per gli impianti italiani, presentato a novembre, ha ancora una sua ragione d’essere. Dopo aver terminato la revisione di tutto il programma Manley, e la sua squadra, ora l’ha potuto confermare definitivamente.
E veniamo all’Alfa Romeo che proprio alla recente rassegna in Svizzera ha svelato sia pure sotto forma di concept l’atteso suv-compatto Tonale, un altro “passo” dopo lo Stelvio. Non è un mistero che proprio il suv dovrà sostituire la Giulietta nella gamma del Biscione perché ormai le berline compatte devono fare i conti col grande successo dei modelli a “guida alta”. Sul Tonale va però detto che nonostante le proporzioni siano analoghe a quelle dello Stelvio, i dettagli esclusivi del suv sono diversi, dal montante dietro alla angolazione del cofano motore. Particolari influenzati da un “passato” che caratterizza tutto il corpo vettura, dai volumi derivati dalle sportive degli anni sessanta, ai cerchi di lega “teledial” a tema circolare da 21” che si ispirano alle ruote della 33 Stradale.
La fiancata fatta di volumi pieni incorpora, poi, richiami allo stile delle Duetto e Disco Volante Spider, mentre quella che in Alfa Romeo descrivono come “Linea GT” reinterpreta alcuni concetti stilistici della GT Junior. Richiami che manderanno in visibilio i tanti appassionati del brand del Biscione ancora in giro per il mondo. Se gli “alfisti” godono, i numerosi fan del brand americano di Jeep non sono da meno, visto che come detto stanno per arrivare le versioni ibride le più nobili fra l’altro, quelle plug-in che cioè si possono ricaricare. Punto di partenza l’evoluzione del 1.300 cc già presente in gamma, il 4 cilindri turbo che è affiancato da un motore elettrico alimentato da una batteria agli ioni di litio e montato sull’asse posteriore. A seconda delle versioni, la nuova Renegade 4x4, e questa è la sigla della ibrida, arriverà a erogare potenze tra i 190 e i 240 cv capaci di uno 0-100 km/h in 7 secondi, con una velocità di punta di 130 km/h ed emissioni ben al di sotto dei 50 g/km di Co2. Dati replicabili per l’altro modello ibridizzato, la Compass.
Insomma il rilancio dei brand italiani è partito come previsto, nonostante il pessimismo che circolava alla vigilia del Salone di Ginevra e che è stato, invece, puntualmente smentito nei fatti. Ora però andrebbe seriamente considerata l’ipotesi di qualche alleanza che potrebbe anche non portare ad una vera e propria fusione, ma quantomeno renderebbe più facile supportare gli investimenti necessari in settori come l’elettrificazione, ad esempio, dove Fca deve recuperare terreno rispetto alla concorrenza. Con qualche appoggio di sostanza la tempistica dei lanci sarebbe sicuramente rispettata. Del resto è stato lo stesso ceo di Fca a dirsi pronto a prenderlo in considerazione spiegando che il futuro è molto solido anche stando da soli, ma se ci saranno opportunità per rafforzare il gruppo saranno valutate. Insomma qualche spiraglio l’ha lasciato, il resto sono le solite speculazioni.
Fra i gruppi “papabili” che si vanno, dunque, ad aggiungere ai coreani di Hyundai e Kia più volte accostati ad Fca, siè aggiunta anche Psa, il gruppo francese che dopo aver acquisito Opel nelle intenzioni del suo ceo, Carlos Tavares sarebbe anche disponibile a lavorare per una partnership con il gruppo guidato da Manley. E veniamo al capitolo cessioni visto che dopo la dismissione della Marelli non ci sono altre grandi manovre all’orizzonte, perché Maserati non è in vendita anche se si dovrà invertire la tendenza rispetto agli ultimi anni molto difficili.
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