3' di lettura
«Vede, qui ci sono gli ultimi nostri brevetti». Nessun azionamento particolare o nuove geometrie, tuttavia. E neppure sistemi da allaccio, filtri o saracinesche. Perché quella che Roberto Cimberio maneggia non è una valvola, core business da sempre, bensì una scheda elettronica.
L’evoluzione della meccanica tradizionale in versione 4.0 è ben visibile qui, nell’azienda basata a S.Maurizio D’Opaglio, una delle capitali della rubinetteria e del valvolame nazionali.
Virata hi-tech che in Cimberio è pervasiva, tra muletti a guida autonoma che prelevano componenti dal magazzino automatico, linee di assemblaggio da 2,5 milioni che in pochi minuti si riattrezzano per realizzare un codice diverso (qui i prodotti sono 7mila) limitando così i tempi di stand-by, sale di controllo che monitorano l’andamento dei nuovi algoritmi di controllo dei consumi. Nuova frontiera che Cimberio esplora dopo aver rilevato la maggioranza di Enersem, start-up incubata nel Politecnico di Milano.
«Ridurre i consumi in modo sensibile è un modo per rivalutare il patrimonio edilizio nazionale - spiega - ed è una strada che inizia a dare risultati. I 200mila euro di ricavi del 2021 diventeranno 1,5 milioni a fine anno e si passerà da 16 a 20 addetti: è un trend in cui crediamo».
Tanto da dedicare in Cimberio due ingegneri al tema degli sviluppi elettronici, mentre un altro tecnico è impegnato integralmente nello scouting di nuove tecnologie, tra automazione, logistica avanzata, robotica collaborativa e stampa 3D. «Nella precedente versione - racconta Cimberio mostrandoci un prodotto - a sviluppare questa valvola in ottone abbiamo impiegato due anni mentre adesso, tra manifattura additiva e simulazioni software, il tempo si è ridotto a due mesi. È uno sforzo necessario, ormai sul mercato puoi competere solo in questo modo».
Scelte che spingono in alto i risultati, con ricavi a 75 milioni (92% di export), nuovo massimo di sempre, e un organico di oltre 200 addetti che salirà ancora per effetto dell’ampliamento produttivo programmato, nuovo impianto da dieci milioni di euro contiguo al quartier generalde che entrerà in funzione ad inizio 2024.
«Il piano di investimenti di questi due anni prevede un impegno di 20 milioni, anche per internalizzare lavorazioni strategiche ed evitare i rischi visti di recente sulla rottura delle supply chain».
Investimenti alimentati rigorosamente con fondi interni, attingendo alle risorse accumulate nel tempo reinvestendo in azienda in modo costante la ricchezza prodotta. Azione che vede come punto di sintesi il grafico del patrimonio netto, salito ininterrottamente dal 1975 ad oggi per arrivare a 130 milioni di euro, quasi il doppio dei ricavi, oltre l’80% dell’attivo.
Pvviare alla scarsità di profili tecnici, Cimberio si è fatto promotore di una fondazione ad hoc, che eroga formazione a diversi profili. Schema di successo, che ha già formato 50 persone tra i 25 e 40 anni, ex-disoccupati ora tutti al lavoro nelle aziende del territorio. «Ora si parte con un corso di sei mesi per 20 manutentori - spiega Cimberio- accoppiando le persone alle aziende, in modo da realizzare da subito un’alternanza sul campo: noi da questo bacino ne assumeremo tre».
Schema innovativo, con un catalogo di corsi di upskilling e reskilling per vari profili con certificazioni ad hoc, che prevede la partecipazione diretta delle aziende anche come partner tecnologici per fornire i macchinari su cui effettuare la formazione. «Le imprese non sono più quelle del passato -commenta Cimberio - e imparare un mestiere non basta più, occorre evolvere di continuo. Questa Fondazione intanto dimostra come sia possibile collaborare in modo proficuo anche tra aziende concorrenti. Che trovano un punto di contatto nel rafforzamento di questo distretto: migliorare le competenze e dare un futuro ai giovani significa rafforzare il radicamento manifatturiero, che ancora è rilevante. Percorso faticoso ma vincente a tutto tondo, un valore aggiunto per le persone e per l’intero territorio».
loading...