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Alibaba alla conquista delle pmi del made in Italy: moda e cosmesi le più amate dai cinesi

Alla Luiss di Roma una giornata di incontro con centinaia di pmi italiane, che la piattaforma vuole sostenere per farle accedere a mercati altrimenti difficili (Cina in testa) e a centinaia di migliaia di possibili clienti

di Chiara Beghelli

(EPA)

4' di lettura

Nel marzo 2016 su Alibaba furono venduti 100 suv Maserati in 18 secondi: un caso unico, ma anche conferma dell'attrattività del made in Italy per centinaia di milioni di consumatori cinesi, sempre più in cerca di prodotti che siano sintesi della peculiare formula del “bello e ben fatto”, dove la creatività si fonde con la manifattura e la tecnologia.

Una formula che appartiene non solo ai grandi marchi del segmento lusso, ma in modo più nascosto anche alle decine di migliaia di pmi che non hanno mezzi né risorse, finanziare e manageriali, per sbarcare nell'Eldorado dell'e-commerce cinese. Per loro, nel giorno della sua quotazione a Hong Kong, Alibaba ha organizzato alla Luiss di Roma la giornata “Business and IPR Protection Summit”, in collaborazione con i ministeri dello Sviluppo Economico e delle Politiche agricole, l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, Guardia di Finanza, Confindustria Moda, Indicam – Associazione Italiana per la Lotta alla Contraffazione e Sace-Simest: una sorta di roadshow in cui la piattaforma si è presentata come canale privilegiato per permettere alle imprese italiane di entrare nel mercato digitale cinese, un settore da 2 trilioni di dollari e in costante e veloce crescita, del 17% solo nell'ultimo trimestre.

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Jack Ma, fondatore di Alibaba Group, con Nicole Kidman a uno show in occasione del Singles' Day global shopping festival a Shanghai nel 2017 (REUTERS/Aly Song)

I numeri da record di Alibaba
Un giro d’affari di 853 miliardi di dollari, 700 milioni di clienti (di cui l'80% con meno di 35 anni), 70 milioni di pacchi spediti al giorno, un network che comprende i più importanti mercati globali, rendono Alibaba la più grande compagnia asiatica per valore di mercato: e questo anche grazie al fatto di essere una piattaforma che offre servizi diversi e complementari, il sito omonimo per l'ecommerce b2b, Tmall e Aliexpress per il b2c, integrato da strumenti perfetti per un popolo “digital first” come quello cinese come i social Weibo (simile a Twitter) e YouKu (analogo a Youtube) e la piattaforma di pagamenti Alipay.

Dati che sono stati condivisi da Rodrigo Cipriani Foresio, general manager di Alibaba e Alipay per il Sud Europa, per cui «Italia per i cinesi significa soprattutto moda e design, ma le imprese italiane che investono in e-commerce sono ancora troppo poche. Dunque il loro potenziale è enorme». Anche perché oggi ben il 40% degli 1,4 miliardi di cinesi non è ancora connessa e ci sono 200 città con oltre un milione di abitanti.

(credit: www.alibabagroup.com)

Tre casi di successo fra Italia e Cina
A cogliere con successo le opportunità di Alibaba sono state tre aziende che hanno scelto la piattaforma per entrare in Cina: la toscana Ludovico Martelli, che ha portato i dentifrici “fashion” Marvis tramite Tmall, conquistando nel vivacissimo e cruciale mondo social cinese l'appellativo di “Hermès dei dentifrici”; l’Olearia Clemente di Manfredonia, in procinto di chiudere un ordine per fornire i 13mila negozi della caterna Suning, e la Crimark di Velletri, che produce confezioni di zucchero, caffè e tè e che dopo un anno su Alibaba prevede già di triplicare il suo fatturato.

Il primato della moda, cresce l’interesse per la cosmesi
Chi sta popolando velocemente Tmall, che offre anche un Luxury Pavillon dedicato ai marchi d'alta gamma, sono i brand emergenti della moda e della cosmesi italiana: «Non importa la dimensione delle aziende, ma il loro concept, la loro disponibilità ad adeguarsi a una cultura e a un mercato diversi - spiega Christina Fontana, responsabile fashion&luxury di Alibaba Europa -. Oggi i giovani, oltre ai big, sono molto interessati a marchi di nicchia, come Msgm, appena entrato in Tmall, che già accoglie oltre 300 negozi di aziende italiane. E anche la cosmesi italiana è sempre più attraente».

Da sinistra, Christina Fontana e Rodrigo Cipriani Foresio all’evento alla Luiss di Roma

I l made in Italy del futuro
Tuttavia, il made in Italy non rappresenta un vantaggio inesauribile: «I giovani clienti cinesi cercano continuamente innovazione. E lo storytelling di un'azienda può essere più importante dei suoi prodotti», ha aggiunto Cipriani Foresio. «Oggi il made in Italy è cercato perché è sinonimo di bellezza, ricerca e capacità di tradurli in prodotti - ha notato Michele Costabile, ordinario di Marketing e di Entrepreneurship e direttore di Ixite, centro sui consumi e le tecnologie della Luiss -. In un mondo sempre più competitivo, le aziende italiane devono prepararsi a rigenerare le radici del made in Italy, puntando anche sulle potenzialità degli “smart objects”, per introdurre le tecnologie nei prodotti e rendere godibile la tecnologia».

Pronti per le opportunità del 2020
Indicazioni che potranno essere utili anche per chi vorrà sfruttare due importanti occasioni di contatto “fisico” con i clienti cinesi nel 2020: l'apertura dell'anno del turismo Italia-Cina, per cui Adr attende in arrivo a Fiumicino un milione di turisti, e lo sbarco, ancora a Roma, dei tifosi dei campionati Europei di calcio di cui Alipay, con i suoi 1,3 miliardi di utenti, è partner.

Per approfondire:
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