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Alici Rizzoli Emanuelli, obiettivo Stati Uniti

A Parma 1906, leader in Italia supera i 50 milioni di fatturato, dopo gli stabilimenti in Europa ora guarda agli Usa

di Manuela Soressi

2' di lettura

Il successo planetario delle acciughe (e di quelle del Cantabrico in particolare) traina i conti e le ambizioni di crescita di Rizzoli Emanuelli, uno dei principali specialisti italiani dei filetti di alici, con cui realizza oltre la metà dei suoi ricavi e su cui ha molto investito nell’ultimo decennio, contribuendo a renderli trendy e a farne crescere il mercato, che oggi in Gdo sfiora i 123 milioni di euro (fonte Iri).

«Veniamo da anni di forte espansione e anche il 2022 si sta confermando positivo, nonostante l’effetto rimbalzo dopo la pandemia, tanto che abbiamo rivisto al rialzo le previsioni di bilancio», dichiara l’operations manager Francesco Rizzoli, quinta generazione della famiglia che controlla l’azienda da quando l’ha fondata, nel 1906, a Parma. Dando il via alla nascita di un vero “distretto” delle acciughe, che ha fatto della città emiliana la capitale italiana di queste semiconserve ittiche.

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Oggi l’azienda, con i suoi 50 milioni di euro di fatturato, ne è la punta di diamante e vuole anche una maggiore espansione internazionale. Già presente in una ventina di paesi, da marzo Rizzoli Emanuelli ha aperto una sede operativa e un polo logistico negli Usa. Con un obiettivo ambizioso: arrivare ad almeno un milione di dollari di vendite in tre anni, grazie a un’offerta di prodotti premium tarata sui gusti dei consumatori americani. E qui entra in gioco il know-how sviluppato in 115 anni di attività (e i 300 prodotti in assortimento tra acciughe, sgombro e tonno), la filiera sostenibile e la lavorazione artigianale a mano sul luogo di pesca. Questo, però, fa sì che l’azienda non possa giocarsi la carta del made in Italy, perché la lavorazione delle sue conserve ittiche inizia negli stabilimenti situati in Albania, Croazia e Spagna per terminare poi nel plant di Parma. «Installare gli impianti vicino ai luoghi di pesca consente di lavorare il pescato nel più breve tempo possibile e quindi di avere un prodotto di qualità», sottolinea Rizzoli. Lo stesso approccio che ha spinto l’azienda ad avviare la costruzione di un nuovo impianto in Tunisia, operativo nel 2023, per lavorare il pescato mediterraneo di Libia e Algeria. «Negli ultimi due anni abbiamo investito 3 milioni di euro nelle strutture produttive, raddoppiando anche la linea in pack flessibili e ammodernando quella della pasta di acciughe».

Non solo aumento dei volumi. La crescita dell’azienda passa anche per l’innovazione di prodotto. Tre anni fa Rizzoli Emanuelli ha lanciato le prime alici fresche vendute nella Gdo in Italia. «Ci stando dando molte soddisfazioni: sono entrate nelle principali insegne e sono apprezzate dai consumatori per la loro dolcezza», spiega Rizzoli, sottolineando che in tre anni i nuovi lanci (oltre alle alici da frigo anche la linea Pescheria), valorizzati nei punti vendita con esposizioni fuori scaffale, sono arrivati a 3,5 milioni di euro di vendite. Se il retail è presidiato, anche grazie al fatto che l’azienda è copacker di molte private label (23% del fatturato), il fuoricasa invece è tutto da conquistare. Ed è quello che farà nei prossimi mesi con l’avvio di un progetto dedicato a horeca e foodservice.

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