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Aliita, gioielli italiani dal cuore venezuelano, giocosi e imitatissimi

Forza del passaparola

di Giulia Crivelli

La linea Deco Maxi Baguette

2' di lettura

Non deve essere facilissimo per una giovane creativa vedere le sue idee da più parti copiate e imitate. Forse non lo è neppure per designer di lunga esperienza, a ben guardare. Ma Cynthia Vilchez Castiglioni, fondatrice del marchio Aliita, sembra prenderla con la giusta leggerezza, partendo da una verità: «Se ti copiano, vuol dire che hai avuto una buona idea, soprattutto nella moda e nel design. La mia forza sta nel constatare che per ogni progetto realizzato, inizio a sognarne un altro e un altro ancora», racconta, in un italiano reso ancora più musicale dall’inflessione venezuelana.

Il nome del brand significa “oggetto importante” in wayuu, la lingua della popolazione nativa di Guajiros che vive nella stessa regione del Venezuela dove è cresciuta Cynthia Vilchez, che ha poi sposato un italiano e si è trasferita nel nostro Paese. «Però Aliita è anche l’anagramma di Italia ed è una combinazione che mi piace moltissimo, perché io sono innamorata dell’Italia e in particolare del know how artigianale che ho trovato e che scopro di continuo».

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La prima linea di gioielli Aliita era composta da oggetti stilizzati di forme note a tutti, come case, barche, animali. Una sottile linea d’oro giallo abbinata a fili di tessuto o collane più preziose. «Il passaparola ha fatto moltissimo, anche perché tutto è nato e cresciuto durante il periodo più difficile della pandemia – racconta Cynthia –. L’e-commerce e la comunicazione online hanno fatto molto. Anzi, credo che solo dieci anni fa un marchio come Aliita non avrebbe potuto farsi conoscere così in fretta».

Dal web al retail fisico però il passo c’è stato: i gioielli Aliita si trovano, ad esempio, da Banner, a Milano, uno dei più famosi multibrand italiani. «Altre linee sono nate dalla collaborazione con orafi che lavorano il corallo o specializzati in camei, che ho faticato un po’ a convincere a fare forme diverse. Ma è il bello degli artigiani italiani: di fronte a un’idea apparentemente bizzarra, prima ti dicono che non si può fare, poi la realizzano ancora più bella e unica di come l’avevi pensata», conclude Cynthia. Aliita presenta due collezioni all’anno, alle quali si aggiungono progetti speciali spesso legati a cause sociali e ambientali care alla fondatrice.

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