Fisco, Iva a zero e tassazione ridotta per chi rientra dall’estero: le ipotesi del governo
Le anticipazione del viceministro del Mef, Maurizio Leo, nel confronto organizzato a Roma dal Gruppo 24 Ore
di Mauro Pizzin
I punti chiave
3' di lettura
Aliquota Iva a zero tra gli obiettivi da raggiungere, ma con inserimento nell’attuazione della delega fiscale vincolato al reperimento delle risorse necessarie. Apertura a una riduzione delle aliquote delle imposte dirette per incentivare il reshoring (ossia il rientro delle società dall’estero), estensione del meccanismo di cooperative compliance alle persone fisiche per rendere più attrattivo il nostro Paese.
Sono, questi, alcuni dei chiarimenti forniti dal viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, nel corso del confronto sulla delega fiscale organizzato stamane a Roma dal Gruppo 24 Ore.
Leo ha ricordato che il meccanismo dell’aliquota Iva a zero, sperimentato durante la pandemia, rientra nel secondo segmento della riforma, legato ai tributi, «per i quali dobbiamo trovare necessariamente le risorse senza fughe in avanti. Vedremo quanto acquisiremo con la nota di aggiornamento e come verranno utilizzati i quattro miliardi a disposizione per la riduzione della pressione fiscale».
Rientro società dall’estero, possibile tassazione ridotta
Per quanto riguarda il rientro di società dall’estero o l’ingresso di nuove società, «oggi già sappiamo – ha sottolineato il viceministro - che se un’impresa viene in Italia con gli asset che aveva all’estero, a determinate condizioni, può riportarli non sulla base dei valori contabili ma di quelli correnti di mercato. Unire a questo una riduzione di aliquota per attrarre capitali penso si possa fare. Un’altra questione è invece quella in cui le imprese dismettano tutta l’attività estera e quindi non debbano trasferire bensì comprare beni in Italia: in questo caso, oltre a ridurre l’aliquota, si può pensare anche a una posta a titolo di avviamento, secondo modalità da delineare, per riconoscere in un certo lasso temporale anche inferiore rispetto ai 18 anni un elemento aggiuntivo che possa poi concorrere ad aumentare le agevolazioni per attrarre capitali esteri».
Per le persone fisiche che stanno all’estero e vogliano venire in Italia secondo il viceministro si sta lavorando, infine, per innestare nella cooperative compliance un meccanismo destinato a dare certezza anche a queste ultime: «se potessimo dire alle persone fisiche con dei trust o delle situazioni all’estero – ha sottolineato Leo – che abbiamo verificato la loro situazione e possono stare tranquille potremmo realizzare qualcosa in grado di rendere ancora più attrattivo il nostro Paese».
Entrate in prima linea sui nuovi testi unici
Sul ruolo dell’agenzia delle Entrate, chiamata a dare supporto al Governo nella riforma fiscale, ha fatto il punto il direttore Ernesto Maria Ruffini, che ha evidenziato come il sistema italiano vada migliorato ormai da molti anni, pagando per una stratificazione che ha fatto perdere di vista un sistema equo, trasparente ed efficiente. «In quest’ottica – ha detto Ruffini – l’Agenzia fornisce tutto il supporto necessario, ma deve rimanere tre passi indietro perché è corretto così».
Il direttore ha ricordato che in ambito fiscale ci sono tra le 800 e le 900 leggi vigenti, che rendono difficile l’attività economica e frustrante l’attività professionale: «mettere ordine alle norme nei testi unici, a partire da quello sulla riscossione – ha sottolineato - è quasi la parte più importante della delega. Noi ci siamo presi l’impegno di consegnarli, in modo che avendo il perimetro segnato il governo possa agire in maniera più semplice. L’Agenzia deve poi cercare di interpretare il minimo possibile le norme ed essere veloce e chiara nel dare risposte. Infine dobbiamo strutturarci, compatibilmente con le risorse umane, per creare cabine di monitoraggio a livello centrale e regionale, facendo in modo che il contribuente di una regione riceva la stessa risposta ricevuta in un’altra regione».
Sul tema dell’aumento delle precompilate rispedite senza modifiche, Ruffini ha voluto rimarcare che il risultato della precompilata non va valutato in base alle correzioni apportate, ma al numero di dati inseriti. «Ogni anno – ha evidenziato la precompilata è sempre più ricca di informazioni».
Il direttore delle Entrate ha annunciato che entro questo maggio saranno messi a disposizione dei contribuenti e dei professionisti dei video tutorial per capire come ci si rapporta con i numerosi strumenti dell’Agenzia. «Utilizzando bene questi strumenti – ha concluso – dovrebbe venire ridotta l’esigenza di recarsi negli uffici».
Dai commercialisti un dialogo leale
Sulla collaborazione tra dottori commercialisti e governo per la delega ha fatto il punto il presidente del Cndcec, Elbano de Nuccio. «Più volte in passato - ha detto - mi sono espresso sulla riforma del fisco come araba fenice, adesso vedo invece una reale concretezza sul percorso che il governo intende seguire e il nostro vuole essere un dialogo leale per risolvere il problema del sistema tributario». Secondo de Nuccio, un aspetto rivoluzionario di questa legge delega è il diverso approccio nella relazione tra agenzia e contribuenti, «passando da un’attività di controllo ex post dall’alto e postuma, che spesso aumenta il contenzioso, a un controllo concomitante e orizzontale, in fieri».
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