Alitalia, il commissario chiede di prolungare la cigs di 11 mesi per 6.828 dipendenti
Leogrande ha ufficializzato la richiesta di proroga della cigs con due lettere ai sindacati e al governo. Durata prevista fino al 23 settembre 2021
di Gianni Dragoni
4' di lettura
Alitalia sempre più in crisi. Il commissario Giuseppe Leogrande ha ufficializzato la richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria, che scade il 31 ottobre, per 11 mesi, fino al 23 settembre 2021, per un equivalente di 6.828 lavoratori a tempo pieno. La richiesta è stata fatta per un periodo più lungo di quanto era stato ipotizzato, si prevedeva una richiesta di proroga di 5 mesi, fino al 31 marzo 2021.
Le lettere di Leogrande
La richiesta di una nuova cigs era stata anticipata il 29 settembre dal Sole 24 Ore.com. Le lettere firmate da Leogrande sono state inviate alle sette sigle sindacali, ad Assaereo, ai ministeri dello Sviluppo economico, dei Trasporti e del Lavoro. Una lettera riguarda la capogruppo Alitalia e una per la controllata Cityliner. Con questo atto si dà il via alla procedura di confronto e negoziato con i sindacati sulla cigs.
La ripartizione tra naviganti e personale di terra
Nel complesso Leogrande ha richiesto la cigs per un equivalente di 6.622 lavoratori a tempo pieno (Fte) di Alitalia, suddivisi tra 1.024 piloti (inclusi 458 comandanti), 2.315 assistenti di volo, 3.283 addetti nel personale di terra. Per Cityliner la cigs richiesta riguarda 99 Fte tra i piloti (di cui 41 comandanti), 105 assistenti di volo e 2 dipendenti di terra. La richiesta però è diretta a un numero più elevato di dipendenti, perché la cigs sarà in larga prevalenza a rotazione: nella capogruppo la platea complessiva è di 4.417 naviganti, 3.283 dipendenti di terra, tra i quali alcune centinaia verranno messi in cigs a zero ore (più pesante perché colkpisce sempre le stesse persone). In Cityliner la platea complessiva è di 338 naviganti e 7 dipendenti di terra.
Aumenta l’impatto della cigs sui lavoratori
Il numero dei lavoratori per i quali è stata chiesta la cigs coincide con quelli già in cigs dal 24 marzo scorso, ma nel frattempo l’organico totale del gruppo è diminuito, da oltre 11mila addetti di fine 2019 a 10.654 del 30 giugno. Pertanto l’impatto della nuova cigs richiesta sui lavoratori sarà più pesante.
Crisi aggravata dal Covid
Nella lettera il commissario dice che «anche in ragione del protrarsi dell'emergenza Covid 19 la società si trova ancora oggi nella necessità di proseguire nel percorso di cigs connesso alla gestione commissariale, con le modalità estese da ultimo condivise con le parti sociali, persistendo, oltre alle problematiche fisiologiche che hanno portato alla gestione commissariale, condizioni di difficoltà eccezionali e non prevedibili connesse all’attività aziendale».
Silenzio sulla Newco
La lettera non fa riferimento ai travagli della procedura per la costituzione della nuova società pubblica, la Newco, prevista dal governo con tre decreti legge (l’ultimo è quello di agosto) ma non ancora costituita. Secondo le norme la Newco avrà un capitale iniziale di 20 milioni di euro e una dotazione a regime di tre miliardi (attraverso ricapitalizzazioni successive). La società deve essere costituita da un decreto del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri (Pd), che però non decide da solo. Occorre il «concerto», cioè la controfirma, di altri tre ministeri: nell'ordine Mit (De Micheli, Pd), Mise (Patuanelli, M5S) e Lavoro (Nunzia Catalfo, M5S). La procedura per approvare il decreto però si è incagliata nella navetta fra questi ministeri.
Non c'è accordo politico sul cda
Manca l’accordo sulla composizione delle poltrone del cda, in particolare tra i Cinque stelle. Secondo le ultime notizie nel cda non dovrebbe esserci un rappresentante dei lavoratori, al contrario di quanto aveva affermato nei mesi scorsi Patuanelli. Questo ha fatto irritare i sindacati confederali (Cgil-Cisl-Uil), che spesso vanno ad incontri riservati con il governo insieme alla sigla di destra Ugl, mentre sono escluse le altre sigle che rappresentano lavoratori Alitalia.
Vertici annunciati via Facebook
Neppure i vertici si sono insediati. Dopo un lungo braccio di ferro sulla scelta dei vertici, il 29 giugno il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato che il presidente della nuova Alitalia sarà Francesco Caio e l'a.d. Fabio Maria Lazzerini. L’annuncio è stato dato via Facebook. Nessuno nel governo ha fatto commenti. I due manager hanno anche partecipato a riunioni al Mef per stendere le linee guida del piano industriale (elaborate dagli advisor Oliver Wyman e Deloitte) e il 10 settembre sono andati in audizione alla commissione Trasporti della Camera, ma non sono stati nominati, dunque non hanno alcun potere.
Caio e Lazzerini in fibrillazione
Caio e Lazzerini sono in fibrillazione: se ci fosse una crisi di governo o un ripensamento le nomine potrebbero saltare. Caio è presidente della Saipem (e ha detto alla Camera che manterrà questa poltrona anche quando sarà presidente di Alitalia «non a tempo pieno»), mentre Lazzerini è il Chief business officer dell'Alitalia commissariata, cioè il direttore commerciale. Ma sono praticamente inesistenti i rapporti di Lazzerini con il commissario Giuseppe Leogrande e il d.g. Giancarlo Zeni, che si occupano della gestione di Alitalia, le relazioni sono pessime.
Le perdite di Alitalia
Arriviamo alla situazione di Alitalia, che ha perdite elevatissime e fa pochi voli. Il disastro del trasporto aereo mondiale causato dalla pandemia ha in parte coperto i problemi di Alitalia, che era in crisi già prima, nel 2019 infatti aveva perso circa 600 milioni di euro. La Iata ha previsto che quest’anno le compagnie mondiali nel complesso perderanno 84,3 miliardi di dollari, dopo dieci anni di utili aggregati. Nel primo semestre di quest'anno i ricavi di Alitalia sono diminuiti del 62%, da 1.444 a 544 milioni. La perdita a livello operativo (Ebit) è peggiorata da -250 a -427 milioni, secondo la relazione inviata da Leogrande al Parlamento. La flotta a luglio era ridotta a 104 aerei.
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