trasporto aereo

Alitalia, l’alternativa tra Atlantia e Lotito. E Lufthansa aspetta

O i Benetton o Lotito. Sembra questa l’alternativa che ha di fronte il governo per attuare il piano di salvataggio di Alitalia

di Gianni Dragoni

Alitalia verso nuova proroga, Lotito formalizza offerta

6' di lettura

O i Benetton o Lotito. Sembra questa l’alternativa che ha di fronte il governo per attuare il piano di salvataggio di Alitalia. Sulla carta le due forze non sono paragonabili. I Benetton con Atlantia hanno forza economica e capacità nelle infrastrutture nettamente superiori a quelle del proprietario della Lazio, che ha imprese di pulizie e di vigilanza privata. Tuttavia l'ostilità del vicepremier del M5S Luigi Di Maio verso Atlantia, per il crollo del Ponte autostradale Morandi di Genova, offre margini di manovra a Lotito. Se fallisse il piano di salvataggio ci sarebbe la proposta di Lufthansa, che potrebbe acquisire poco più di metà della compagnia.

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La cordata Fs-Delta
Il punto di partenza è la cordata guidata dalle Ferrovie dello Stato, l'unico soggetto che ha presentato un'offerta di acquisto per Alitalia ai commissari della compagnia, il 31 ottobre 2018. Anche easyJet l'aveva presentata, ma si è ritirata dopo pochi mesi. Il lavoro delle Fs ha portato al tavolo Delta Air Lines, una delle maggiori compagnie del mondo, 44 miliardi di dollari di fatturato nel 2018 (rispetto ai circa 3 miliardi di euro di Alitalia). Questo risultato non era scontato. Delta ha accettato di far parte dell'operazione per proteggere la sua supremazia nei voli sul NordAtlantico assicurata dagli attuali accordi commerciali e industriali ed evitare che Alitalia cada nell'orbita di Lufthansa.

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Oggi Alitalia fa parte dell'alleanza SkyTeam, come Delta e Air France-Klm. Fra le quattro compagnie c'è anche una joint venture per i voli transatlantici, con la condivisione di profitti e perdite, particolarmente vantaggiosa per Delta. Se Alitalia venisse attrattta dal vettore tedesco, questi accordi cadrebbero e sarebbe Lufthansa ad averne i benefici.

Le quote della Nuova Alitalia
Delta parteciperebbe alla nuova società (la Newco Nuova Alitalia) che dovrebbe comprare le attività di Alitalia dai commissari con una quota del 15%, con un versamento tra i 100 e i 130 milioni di euro, rispetto a un capitale totale stimato di 850-900 milioni. Le Fs avrebbero il 30% della Newco. Il ministero dell'Economia avrebbe il 15% con la conversione in capitale dei soldi che Alitalia dovrebbe pagare come interessi (non lo ha ancora fatto) sul prestito statale di 900 milioni ricevuto dopo il commissariamento.

Servono 300 milioni
Per completare la Newco manca circa il 40% del capitale, che corrisponde a circa 300 milioni. Dopo mesi di trattative e contatti anche informali il partner che le Fs hanno individuato è Atlantia, la holding dei Benetton che controlla Autostrade per l'Italia e Aeroporti di Roma. Alitalia vale circa il 40% del traffico passeggeri dell'aeroporto di Fiumicino e il 29% dei ricavi aeronautici di AdR. Se Alitalia saltasse AdR perderebbe il primo cliente e una quota importante dei ricavi. Da qui l'interesse industriale di Atlantia alla partita Alitalia.

Cosa chiede Atlantia
Atlantia non ha presentato una manifestazione d'interesse per partecipare, ma almeno dalla fine di marzo l'ad Giovanni Castellucci ha contatti continui con l'ad di Fs Gianfranco Battisti, oltre ai contatti con Mediobanca, consulente finanziario di Fs per il piano Alitalia. Castellucci ha posto delle condizioni per entrare nell'operazione, cioè la “normalizzazione” dei rapporti con il governo su autostrade. In sostanza la società dei Benetton chiede una “pax autostradale” per evitare il rischio di una revoca della concessione, revoca annunciata dal M5S dopo il crollo del Ponte Morandi che ha causato 43 morti. Ma Di Maio e il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, non hanno voluto concedere il salvacondotto. In questi giorni hanno rilanciato il tema della revoca della concessione. Così sul fronte Atlantia la partita è totalmente bloccata. La Lega si è espressa a favore di Atlantia, ma il governo non ha espresso una posizione di sintesi in questo senso, malgrado qualche riunione a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte.

Lotito: «Se metto 300 milioni comando io»
È così che è entrato in scena Lotito. Con una manifestazione d'interesse dell'ultima ora, inviata poco prima del 15 giugno, quando scadeva il termine per presentare l'offerta definitiva di Fs per Alitalia. Il termine è stato nuovamente rinviato, per la quarta volta, al 15 luglio. Lotito sarebbe stato indotto a occuparsi del dossier Alitalia da Enrico Laghi, il commercialista e superconsulente romano dai molti incarichi aziendali che è uno dei tre commissari di Alitalia. Lotito ha mandato una lettera con una dichiarazione d'interesse non vincolante a commissari, al Mise e a Fs. Ci sono stati un paio di incontri preliminari. Il proprietario della Ss Lazio, uomo molto parsimonioso nella gestione delle sue aziende, ha subito posto le sue condizioni: «Se Delta mette 100 milioni e io metto 300 milioni è chiaro che comando io».

Lotito deve dare garanzie
Questo a parole. Lotito deve ancora chiarire per iscritto quanto gli è stato richiesto, cioè la disponibilità dei mezzi finanziari e come farebbe il finanziamento per un'operazione che richiederebbe l'impegno di 300 milioni. E' Mediobanca che fa le verifiche per tutti i canddiati. Da quanto trapela, nelle ultime ore Lotito ha detto che a breve arriveranno le lettere delle banche. Il proprietario della Lazio dice inoltre che a breve dovrebbe incontrare il ministro Di Maio. Se Lotito dovesse fornire tutte le risposte e le garanzie si dovrebbe poi verificare il passaggio successivo, la condivisione del piano industriale e delle clausole del governo societario. E si dovrebbe vedere se Delta accetta Lotito, anche questo non è scontato. Delta può sfilarsi dall'operazione se non condivide tutti questi passaggi.

La proposta di Toto
Prima di Lotito, per completare la cordata di Fs-Delta si era proposto Riccardo Toto, figlio del fondatore di Air One, Carlo Toto. Dopo le diffidenze iniziali e una forte perplessità di Delta, Toto ha avuto incontri preliminari con le Fs e Mediobanca. Come indicazione della capacità patrimoniale ha indicato i proventi della vendita negli Stati Uniti di un campo di energia eolica, superiori a 200 milioni di euro. Malgrado non ci siano cordiali rapporti con Atlantia, tra Toto e la società dei Benetton di recente ci sono stati contatti per studiare un'alleanza per entrare nell'operazione Alitalia. Però senza esito positivo, almeno finora.

Il fondo QuattroR
Un soggetto che potrebbe partecipare con una piccola quota (si ipotizza fino al 5%) è il fondo QuattroR, un fondo nel quale investono Cdp, Poste, Inarcassa e Inail. Ma potrebbe essere al massimo un pezzetto a sostegno di un'operazione che veda entrare un investitore più solido. Le Fs mantengono i contatti in tutte le direzioni possibili, per non far saltare l'operazione. E' ipotizzabile una cordata tra Fs, Delta, Mef e che il 40% residuo, se Atlantia rimanesse fuori, venga diviso tra Toto, Lotito e QuattroR? Nessuno è in grado di dirlo, anche perché c'è incertezza sulle reali disponibilità di questi soggetti a fare l'operazione.

I coriandoli
Chi studia il piano di salvataggio fa però notare che il piano di salvataggio per avere solidità richiederebbe che i partecipanti alla cordata non siano solo adeguati dal punto di vista finanziario, ma anche dotati di capacità industriale nelle infrastrutture e nel trasporto aereo. Come dire che la somma di tanti piccoli partecipanti, tanti coriandoli, non garantirebbe lo stesso risultato di pochi soci come sarebbe una cordata di Fs con Delta e Atlantia.

Lufthansa in attesa
Sullo sfondo c'è Lufthansa, che ha contatti con la Lega e di recente è tornata a segnalare il suo interesse. I tedeschi non hanno presentato un'offerta per Alitalia. Il progetto presentato da Lufthansa riguarda l'acquisizione di un pezzo di Alitalia con 74 aerei, rispetto ai 117 attuali (nel piano Fs-Delta la nuova compagnia partirebeb con un centinaio di aerei). Ci sarebbero 3.000 esuberi nelle attività di volo, ma Lufthansa non prenderebbe le attività di terra (manutenzione e servizi aeroportuali), per cui gli esuberi totali nell'intero perimetro (11.600 addetti) potrebbero arrivare a 6mila, dice chi segue la partita. Da fonti vicine ai tedeschi trapela che Lufthansa potrebbe forse ammorbidire un po' la sua proposta, ma prima chiede di essere ammessa alla trattativa. Intanto, più tempo passa senza una soluzione e più Alitalia si avvicina al rischio di collasso finanziario.

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