Alitalia, l’Antitrust Ue apre una indagine sul prestito da 400 milioni
É la seconda indagine della Commissione su un prestito del Governo alla compagnia. La prima nell’aprile 2018 per valutare il primo prestito ponte da 900 milioni
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Nuova grana per Alitalia. L’Antitrust europeo ha avviato un’indagine approfondita per valutare se il prestito di 400 milioni di euro che l’Italia ha concesso ad Alitalia costituisca un aiuto di Stato. E se sia conforme alle norme in materia di aiuti alle imprese in difficoltà. L’avvio di un’indagine approfondita è una procedura standard che, ricorda la Commissione europea, offre all’Italia e alle parti interessate la possibilità di presentare le loro osservazioni. C’è un mese di tempo. Non ci sono, invece, limiti di tempo per la decisione della Commissione.
Seconda indagine: la prima nel 2018 per il primo prestito ponte
La Commissione Ue ha sottolineato che l’avvio dell’indagine approfondita «non pregiudica in alcun modo l’esito dell’indagine stessa». E ha ricordato che «sta lavorando a stretto contatto con le autorità italiane sulla questione». É la seconda indagine aperta dalla Commissione su un prestito del Governo ad Alitalia. La prima nell’aprile 2018 per valutare se il primo prestito ponte, da 900 milioni di euro, fosse compatibile con le norme dell'Ue in materia di aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione. L’ indagine è ancora in corso «ed è condotta separatamente» da quella giunta in giornata.
Il decreto prevede la cessione entro maggio 2020
A fine 2019, le autorità italiane hanno annunciato che avrebbero concesso un nuovo prestito di 400 milioni di euro a favore di Alitalia «al fine di facilitare la razionalizzazione della compagnia nel tentativo di cederne le attività», ha ricordato la Commissione. Il decreto-legge che autorizza il prestito è stato approvato dal governo italiano nel dicembre 2019 e convertito in legge dal Parlamento italiano nel gennaio 2020. Il decreto dispone anche che la procedura che consente la cessione dei complessi aziendali di Alitalia debba essere eseguita entro il 31 maggio 2020. Dovrebbe essere avviata a breve una nuova procedura di cessione, che sarà seguita dal commissario straordinario. «L’indagine approfondita della Commissione chiarirà all’Italia e alla società, nonché agli acquirenti interessati, se il prestito di 400 milioni di euro costituisce un aiuto di Stato» legale o illegale, spiega Bruxelles.
La Commissione ha ricevuto denunce
E ha ricordato che il trattato Ue le attribuisce il compito di contribuire a garantire parità di condizioni nel mercato unico dell'Ue a vantaggio dei consumatori e delle imprese. «Le parti interessate possono far avviare indagini sugli aiuti di Stato presentando denunce alla Commissione», cosa accaduta in questo caso. La Commissione ha infatti ricevuto una serie di denunce secondo le quali il prestito costituisce un aiuto di Stato non compatibile.
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