Dl Agosto, alle auto 500 milioni. Ecco come cambiano gli eco-incentivi
La ripartizione della dote favorisce gli acquisti delle elettriche e ibride plug-in rispetto ai modelli Euro 6 diesel e benzina e alle altre ibride
di Carmine Fotina
3' di lettura
I 500 milioni inseriti nel “decreto agosto” per il settore automotive, almeno stando all’ultima bozza disponibile, hanno una ripartizione piuttosto articolata. In realtà 410 milioni vanno agli incentivi per l’acquisto di modelli a basse emissioni e 90 vanno a un fondo per favorire l’installazione di colonnine di ricarica elettrica. Non solo. Alla fine soltanto 250 milioni totali sono assegnati ai veicoli tradizionali, per intenderci molti modelli di auto ibride che non sono plug-in e medio-piccole Euro 6 in particolar modo ad alimentazione diesel. Invece 150 milioni sono riservati alla fascia più “verde”, delle elettriche e delle ibride plug-in. Vediamo nel dettaglio la norma in arrivo e la suddivisione dello stanziamento.
La ripartizione
Cento milioni servono a incrementare la dote della misura originaria, quella della legge 145/2018 riservata agli incentivi peri i veicoli con emissioni comprese tra 0 e 60 grammi di CO2 per chilometro. Cinquanta milioni sono riservati ai contributi previsti invece dal dl Rilancio di maggio come sommabili ai precedenti incentivi nella stessa categoria, a patto che l’acquisto avvenga nella finestra temprale 1 agosto-31 dicembre 2020.
Poi c’è uno sdoppiamento di quella che a oggi è invece un’unica categoria 61-110 g/km, ammessa ex novo alle agevolazioni dal dl Rilancio. Così, se la bozza del nuovo decreto agosto sarà confermata, 150 milioni potranno essere usati esclusivamente nella fascia 61-90 g/km CO2. E altri 100 milioni saranno riservati alla fascia 91-110 (per entrambe le fasce, quindi riassumendo tra 61 e 110 g/km, va ricordato che per i modelli c'è il tetto di prezzo a 40mila euro al netto dell'Iva). Insomma, ai veicoli “tradizionali”, gli Euro 6 a diesel o benzina, i modelli più numerosi attualmente sul mercato racchiusi essenzialmente nell’ultimo gruppo 91-110, e faticosamente ammessi agli aiuti dopo lo scontro politico Pd-M5S, andrebbero solo 100 milioni dei 500 annunciati. Troppo poco secondo l’industria del settore, il giusto per non penalizzare i modelli più “verdi” si obietta dalle parti dei Cinque Stelle.
L’entità del singolo incentivo con rottamazione
A conti fatti, considerando le maggiorazioni indicate nella bozza del dl Agosto, si avranno le seguenti tabelle di incentivi. Con rottamazione di un veicolo immatricolato prima del 1° gennaio 2020 o che abbia più di 10 anni: nella fascia 0-20 ci sono 8mila euro sommando vecchi e nuovi incentivi; nella fascia 21-60 4.500 euro sempre con il cumulo; nella fascia 61-90 1.750 euro e in quella 91-110 (penalizzata in questa nuova formulazione) 1.500 euro. In tutti i questi casi è riconosciuto un contributo addizionale del venditore di 2mila euro.
Senza rottamazione
La seconda tabella prevede i casi in cui non c'è rottamazione: tra 0 e 20 g/km di CO2 5mila euro sommando le due tornate di incentivi; tra 21 e 60 2.500 euro sempre sommando, tra 61 e 90 mille euro e tra 91 e 110 si scende a 750 euro (ancora una volta con una “penalizzazione” di 250 euro rispetto alla fascia immediatamente precedente). In questi casi il contributo addizionale del concessionario è di mille euro.
Lo sgravio fiscale per l’usato
Cinque milioni, come tetto massimo, sono poi appostati per lo sgravio che riduce al 60% gli oneri fiscali sul passaggio di proprietà per chi, fino al termine del 2020, rottama un usato tra Euro 0 e Euro 3 acquistando un usato Euro 6 o con emissioni al massimo di 60 g/km.
In caso di doppia rottamazione
E sempre 5 milioni sono fissati come tetto di spesa per la misura in base alla quale le persone fisiche che rottamano due auto hanno diritto ad altri 750 euro, utilizzabili sulla vettura acquistata oppure come credito d'imposta entro tre anni per monopattini elettrici, biciclette elettriche o tradizionali, abbonamenti al trasporto pubblico o al car sharing.
Alle colonnine di ricarica 90 milioni
Come detto, invece, 90 milioni dovrebbero essere stanziati a sostegno della rete di ricarica. Si prevede l'istituzione di un fondo del ministero dello Sviluppo, per il 2020, finalizzato all'erogazione di contributi per l'installazione di infrastrutture per la ricarica di auto elettriche effettuate sia dai lavoratori con partite Iva sia da società.
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