Sport

All Blacks troppo forti, l'Italrugby crolla

di Giacomo Bagnasco

(Ipp)

2' di lettura

ROMA - Gli Azzurri escono battuti e mortificati dall'Olimpico. Oltre 53mila appassionati hanno assistito allo show degli All Blacks, interpreti di un rugby totale e spettacolare. Protagonisti di prima grandezza, peccato che dall'altra parte questo pomeriggio non ci fossero nemmeno comprimari degni di questo nome. Troppo forti e anche un po' arrabbiati, i neozelandesi, che dovevano riscattare almeno in parte la sconfitta subita sette giorni fa dall'Irlanda. Troppo inferiori Ghiraldini e soci, che hanno anche dovuto fare i conti con la stanchezza accumulata in questo mese di novembre. Nel quale, alla fine, si salva solo il fondamentale successo sulla Georgia a Firenze.

Qualunque vaga speranza di un match equilibrato era già tramontata dopo mezz'ora, sul 17-3 per gli uomini in nero. Quel “3”, frutto di un calcio piazzato di Allan, non sarebbe più stato incrementato, mentre lievitava lo score degli ospiti. Cinque mete e 31 punti in tutto nel primo tempo, cinque mete e 35 punti nel secondo, per un finale di 66-3.

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Per quanto l'Italia si applicasse e riuscisse ogni tanto a infiammare i sui fan dimostrando carattere (meglio di tutti ha fatto sotto questo aspetto il giovane Polledri) la Nuova Zelanda era sempre padrona della situazione e riusciva a ribaltare in un attimo situazioni che per altre squadre sarebbero state abbastanza complicate. Gli uomini del ct Steve Hansen sanno trovare spazi “invisibili” a occhi normali e non c'è verso di recuperarli se partono in velocità e con il costante sostegno di più compagni. In un contesto dove intesa e meccanismi di gioco sono esaltati dalle qualità individuali, le opzioni si moltiplicano e stavolta gli Azzurri sono stati messi in difficoltà soprattutto da calci di spostamento di vario tipo e portata, con i palloni destinati a finire regolarmente in mani “nere”. Un esempio per tutti? Allo scadere del primo tempo, gli All Blacks provano a sfondare dopo una touche vinta ma trovano la porta chiusa e allora Beauden Barrett “crossa” verso l'out di destra, dove suo fratello Jordie (autore di quattro mete, una in più di McKenzie, e votato man of the match) vola a prendere il pallone sovrastando l'estremo azzurro Hayward.

Ma naturalmente il repertorio non si limita al calcio smarcante. E allora, tanto per citare un altro paio di perle, ecco la rimessa laterale che supera lo schieramento di touche e trova l'inserimento a cento all'ora di Beauden Barrett, che raccoglie sprinta indisturbato. Oppure il passaggio breve e rapidissimo (una sorta di primo tempo del volley) con cui Read mette in rampa di lancio Tuipolotu, che poi deve solo servire McKenzie per una meta facile facile.

Al pubblico non resta che applaudire e constatare la sproporzione tra due cilindrate tanto diverse. All'Italia, invece, non resta che provare a ripartire. Il 2019 della Nazionale si aprirà il 2 febbraio a Edimburgo contro la Scozia. Coraggio.

LA PARTITA
Italia-Nuova Zelanda 3-66 (primo tempo 3-31). Per l'Italia: 1 calcio piazzato (Allan). Per la Nuova Zelanda: 10 mete (J. Barrett 4, McKenzie 3, Perenara, Laumape, B. Barrett), 8 trasformazioni (B. Barrett 5, Mo'ounga 3). Calci fermi: Allan 1 su 1; B. Barrett 5 su 7, Mo'ounga 3 su 3

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