Nel Sestiere di Cannaregio alla scoperta dei luoghi di Marco Polo e Tintoretto

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Alla Corte del Milion e oltre Rialto

(foto di Gianni Rusconi)

Lasciandosi alla spalle il Ghetto, si può imboccare Rio Terà de la Maddalena e strizzare l’occhio alle insegne delle sue osterie e quindi oltrepassare il Rio di Noale per percorrere fino in fondo la più vivace e affollata (per i tanti negozi e le luminarie che la rendono già natalizia) Strada Nova e raggiungere le due Corti (Prima e Seconda) del Milion. Il nome, come facile immaginare, deriva dal titolo del celebre libro di Marco Polo dedicato ai suoi viaggi in Oriente e leggenda vuole che “Milione” sia un’abbreviazione di Emilione, il soprannome che aveva la famiglia Polo. Il pezzo forte di questo angolo storico e suggestivo di Venezia è la Corte Seconda, dove si possono ammirare elementi architettonici tipici del periodo veneto-bizantino dei secoli XI e XII e un’antica vera da pozzo. Proseguendo ancora oltre, si arriva fino al Ponte Marco Polo, dal quale si vede il retro del Teatro Malibran, costruito dove un tempo si trovavano la case del viaggiatore e mercante veneziano, distrutte da un incendio nel 1597. Tornando indietro, attraversando il Ponte de l’Ogio e passando per Campo San Bartolomeo, si giunge al Ponte di Rialto. Una breve escursione del sestiere di San Polo permette di posare gli occhi su un altro gioiello inedito, la Chiesa di San Giacomo (più nota come Chiesa di San Giacometo), considerata come una delle più antiche di Venezia: la sua fondazione, fra il 1070 e il 1090, pare sia legata alla nascita del mercato dell’omonimo Campo che costituiva il nucleo delle attività commerciali e finanziarie della città poco meno di un millennio fa. Averla di fronte al calar della sera, con poche persone in giro, lascia un sapore di magia impagabile.

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