crisi societarie

Alla ex Merloni aperta procedura mobilità 584 lavoratori JP Industries

Fim Fiom e Uilm Ancona nella giornata odierna hanno ricevuto comunicazione dalla Direzione Azienda della Indelfab

Gruppo Merloni (Imagoeconomica)

2' di lettura

Aperta alla Indelfab di Fabriano la procedura di mobilità per tutti i dipendenti ex JP Industries. Questa l’ennesima mossa dell'imprenditore Giovanni Porcarelli, per una vicenda che si trascina da oltre dodici anni, da quando cioè l'allora JP Industries ha acquistato il comparto bianco della ex Antonio Merloni costituito dagli stabilimenti fabrianesi di Santa Maria e Maragone e quello umbro di Gaifana, riassumendo 700 dipendenti, equamente distribuiti fra Marche e Umbria.

I numeri

Quei dipendenti, nel frattempo, scesi a 584, rischiano ora di finire in strada, senza più un lavoro: 305 degli stabilimenti di Fabriano, Santa Maria e Maragone, 269 operai e 36 impiegati; 279 del sito di Gaifana (Perugia) in Umbria, 268 operai e 11 impiegati. Lunedì 24 agosto, alle 10, assemblea dei lavoratori nella sala mensa del sito produttivo fabrianese di Santa Maria. “Fim Fiom e Uilm Ancona nella giornata odierna hanno ricevuto comunicazione dalla Direzione Azienda della Indelfab, ex JP Industries di Fabriano, dell'invio della procedura di mobilità per la totalità dei dipendenti occupati tra Umbria e Marche. La direzione aziendale decide di procedere in maniera unilaterale con il licenziamento collettivo - spiega una nota dei sindacati -. Inoltre ad oggi, non risulta nessun piano di concordato presentato al tribunale di Ancona e pertanto è il liquidatore, Giovanni Porcarelli che decide in maniera unilaterale della sorte delle quasi 600 famiglie, senza dare spiegazioni su come si intenderà sanare la situazione debitoria accumulata in questi anni, di cui una parte importante proprio nei confronti dei dipendenti stessi”. Fim Fiom e Uilm Ancona ribadiscono “la totale contrarietà ad ogni tipo di licenziamento, alla luce del fatto che ancora si possono utilizzare ulteriori strumenti di ammortizzatori sociali, e chiederanno immediatamente un tavolo di confronto presso la regione Marche e al ministero dello Sviluppo Economico”

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