ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa mostra promossa da Confindustria

Alla Festa del Cinema il documentario sul Codice Atlantico a Washington

Bonomi: Leonardo è il nostro miglior ambasciatore, che meglio rappresenta l’imprenditore e le imprese italiane

di Nicoletta Picchio

Genio vinciano. La locandina del documentario Atlantico

3' di lettura

La storia di un viaggio, quello delle 12 tavole del Codice Atlantico di Leonardo Da Vinci, raccontata in un documentario. Un carico prezioso che a metà giugno è volato dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano fino alla Martin Luther King Jr Memorial Library di Washington DC, per la mostra dal titolo Imagining the Future. In the mind of an Italian genius.

Leonardo come ambasciatore del made in Italy: un’esposizione voluta e promossa da Confindustria in occasione dell’apertura della sede di Washington, un tassello del progetto Confindustria nel mondo, un modo inedito per rappresentare al mondo l’industria italiana.

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«Abbiamo voluto creare un ponte non solo di relazioni commerciali, ma anche di cultura. Proprio in questi giorni vediamo quanto sia importante l’incrocio di culture tra i popoli, abbiamo ritenuto che Leonardo fosse il nostro migliore ambasciatore, del genio, che meglio rappresenta l’imprenditore e le imprese italiane». Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha sintetizzato così il valore di questa iniziativa. Un evento storico: per la prima volta il pubblico americano ha potuto ammirare una mostra monografica in Usa del grande genio del Rinascimento.

Ieri il documentario, dal titolo Atlantico è stato presentato al Maxxi, in occasione della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma. La mostra è stata un successo: in due mesi di esposizione l’hanno visitata 25mila persone, un numero che ha incrementato in un solo mese del 14% i visitatori della Public Library. Il documentario racconta le tavole, dalle immagini della partenza da Milano, con tutte le attenzioni dovute a opere d’arte delicatissime, che la Pinacoteca Ambrosiana espone a rotazione, al loro arrivo a Washington. L’intenzione dei registi, Marcello Pastonesi e Carlo Fulgeri Gilbert, è stata quella di allargare il raggio ad una riflessione sulla società contemporanea, sul valore degli scambi culturali, del rapporto tra arte, scienza ed economia e della loro capacità di creare ponti. Non ci sono nel film solo le parole di monsignor Alberto Rocca, direttore della Pinacoteca Ambrosiana, che ha curato l’esposizione, e del presidente di Confindustria, Bonomi.

Protagoniste sono le persone che hanno visitato la mostra, che hanno lasciato i loro commenti. Adulti, di ogni nazionalità, e bambini. Infatti, come ha spiegato ieri Bonomi prima della proiezione, in un dibattito con i registi e il giornalista e critico d’arte Enrico Magrelli, un piano della Library era dedicato a loro, con un laboratorio sperimentale, dove i più piccoli si sono potuti cimentare con le scoperte di Leonardo, provare la sua scrittura, costruire le sue macchine, come nelle tavole.

«Leonardo meglio di altri artisti rappresenta le caratteristiche dell’imprenditore e del fare impresa italiano. Il genio, la cultura politecnica, una persona che si fa da sola, la voglia di sperimentare. La spinta per noi è stata anche di realizzare qualcosa che nessuno aveva mai fatto, appunto la prima mostra monografica di Leonardo negli Stati Uniti», ha spiegato ancora Bonomi.

Il Codice Atlantico è la più ampia raccolta di disegni e scritti di Leonardo Da Vinci, si chiama così per le sue dimensioni: quando Pompeo Leoni lo rilegò nel XVI secolo incollò le carte originali su grandi fogli di formato “atlantico”, quello utilizzato per realizzare gli atlanti geografici. La scelta di Confindustria è caduta su 12 tavole che meglio rappresentano l’industria italiana, con i disegni che descrivono i progetti avveniristici del genio fiorentino, testimonianza dello spirito di ricerca e del coraggio dell’esplorazione di Leonardo nel campo della meccanica e dell’ingegneria. Diciotto mesi di preparazione, ha raccontato Bonomi, e grande attenzione al trasporto: sono fogli delicatissimi che dopo essere stati esposti devono riposare
per tre anni.

Insieme alle tavole ha attraversato l’Atlantico anche l’orologio da torre, realizzato da Dolce e Gabbana, che riproduce il meccanismo astronomico dell’Abbazia di Chiaravalle, con le modifiche pensate e descritte da Leonardo in una delle prime pagine del Codice. Dolce e Gabbana è tra le aziende sponsor dell’iniziativa della mostra, insieme a Ita Airways, Intesa San Paolo, Sole 24 Ore Cultura, Dompé farmaceutici,
Pirelli, Trenitalia.

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