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Non c’è solo Google e Microsoft, alla scoperta di Aria, il browser dotato d’intelligenza artificiale

Abbiamo provato Opera One, la nuova release del browser freeware e multipiattaforma con AI integrata della software house norvegese.

di Gianni Rusconi

Abbiamo provato Opera One, la nuova release del browser freeware e multipiattaforma con AI integrata della software house norvegese.

2' di lettura

La nuova frontiera dei browser dotati di intelligenza artificiale generativa? La definizione forse più corretta potrebbe essere “in evoluzione”. Di sicuro non è solo quella sviluppata da Microsoft con Bing e le funzionalità integrate di ChatGpt o quella a cui sta pensando Google per le future versioni di Chrome.

Ci sono anche fior di alternative. Come Opera One, la nuova release del browser freeware e multipiattaforma con AI integrata della software house norvegese. Una versione “speciale”, l'hanno battezzata alcuni, forse ricordando le altre “build” estratte dal cilindro negli anni passati, come Opera GX, la variante dedicata ai gamer, o quella scritta appositamente per ChromeOS e ChromeBook. Di sicuro si tratta di un prodotto completamente dedicato a chi vuole sfruttare le capacità dell'intelligenza artificiale. Completati i test, Opera One è pronto per il download gratuito per Windows, macOS e Linux e battezza l'inizio di un nuovo corso per la società, che trova le propria fondamenta in un browser riprogettato da zero con un design modulare per portare immediatamente l'utente dentro le funzionalità di Aria, l'intelligenza artificiale targata Opera basata su tecnologia Gpt.

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Nella nuova creatura c'è quindi lo zampino di OpenAI e la promessa è quella di offrire capacità decisamente ampliate rispetto alle precedenti edizioni, avvalendosi di feature aggiuntive come l'aggiunta di risultati live pescati dal Web e la nuova modalità di gestione e organizzazione delle schede correlate attraverso le cosiddette “Tab Islands”, che rendono il passaggio da un'attività all'altra più intuitivo e flessibile.

All'intelligenza “embedded” si potrà domandare qualsiasi cosa attraverso una comune chat di testo e gli algoritmi di machine learning si faranno carico di elaborare la risposta più adeguata; con Aria si potrà interagire ogni volta che lo si vorrà (tramite una nuova riga di comando e nella barra laterale del browser) per la ricerca di informazioni online, la generazione di testo o codice o per avere assistenza tecnica completa sul software di navigazione. Cosa succederà alla versione standard di Opera non è ancora chiaro, ma è plausibile che il progetto “One” possa avere applicazioni e ripercussioni sugli sviluppi a venire. La sensazione è che l'esperienza di intelligenza artificiale che propone Opera sia più a misura di utente, a cui è lasciata piena facoltà di usare la tecnologia generativa (per cui serve registrarsi con un account) oppure di farne a meno. E forse la nuova frontiera è proprio questa: un browser che si adatta dinamicamente alle esigenze degli internauti in base al contesto e mettendo in primo piano solo le funzioni chiave, all'insegna di maggiore fluidità e facilità d'uso

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