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Alla scoperta di Venezia fra shopping, vetri e arazzi contemporanei

Lo skyline della Giudecca al tramonto. Un cocktail in osteria e una visita al museo della fondazione Fortuny. La Laguna raccontata da Mickey Riad.

di Mariangela Rossi

Il Canale di Cannaregio a Venezia. © Didier Descouens/wikimedia

3' di lettura

Venezia è ricca di tranquillità e di pace terapeutica, grazie anche alla presenza dell'acqua. Amo il modo in cui tutto segue il ritmo della corrente. È una città pedonale, piccola, imprevedibile, speciale. È il luogo che il destino ha scelto per me: mio padre, che è stato l'avvocato di Elsie McNeill Lee, interior designer e unica distributrice dei tessuti Fortuny negli Stati Uniti, ha rilevato l'azienda su sua richiesta nel 1988 e oggi sono il suo direttore creativo.

Mickey Riad. ©Isabella Balena

A Venezia la mia base è Palazzina Fortuny, l'ex residenza alla Giudecca di Elsie McNeill Lee, diventata contessa dopo il matrimonio con il conte veneziano Alvise Gozzi. È adiacente alla fabbrica fondata da Mariano Fortuny nel 1921 e, proprio questo settembre, si celebrano i 100 anni dal primo tessuto stampato in fabbrica. Quando sono qui, amo svegliarmi presto e dedicarmi alla meditazione in giardino. Ha una bella piscina privata, una delle quattro in tutta la città, ed è circondato da rose, glicini, filari di vite. Quando non lavoro, esco con la nostra topetta, la tipica imbarcazione a fondo piatto, o passeggio nelle zone più autentiche, come Castello e Cannaregio.

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La fabbrica FORTUNY, alla Giudecca, in attività dal 1921. © Mickey Riad

A Venezia, che puoi attraversare in 45 minuti, sono sempre alla ricerca di dettagli e di luce: proprio come Fortuny, che la usava come punto di partenza per i suoi pattern. La luce veneziana è unica, penso ai riflessi davanti a Palazzo Ducale, alle illusioni impressioniste di Monet, a quella scenografica del Canaletto. A me basta poco: guardare il cielo, i colori tenui, gentili come un abbraccio, da cui prendo spunto. Il tocco quasi viola della nebbia, l'argento plumbeo delle nuvole, il bagliore arancio dello scirocco che porta la sabbia. Sono gli elementi che apprezzo di più.

un piatto dell'OSTERIA ENOTECA AI ARTISTI.

Ma amo tutta la Giudecca e mi incanto, da newyorchese, davanti al suo skyline: i profili del Redentore, dell'isola di San Giorgio, della Basilica della Salute, in particolare al tramonto. Faccio spesso una visita ai Frari, la chiesa che conserva i fasti di otto secoli di storia, e mi fermo all'Osteria Enoteca Ai Artisti, a La Bitta, evitando la carne perché sono vegetariano, o ancora alla Zucca, per le verdure declinate in tante varianti. E poi continuo a camminare, a lasciare scorrere il tempo. Frequento spesso l'Osteria da Codroma, una tipica trattoria di pesce veneziana in Dorsoduro dove si può mangiare in intimità, e AcquaPazza, in Campo Sant'Angelo, che offre ottime specialità di pesce ed eccellenze del territorio.

Un Flûte Superbe Rosso, NASONMORETTI (196 €).

La città intera è una galleria d'arte, ovunque cade lo sguardo - per me che sono artista, musicista, fotografo - vedo preziosità. Da quando è stato riaperto, a marzo, uno dei miei punti di riferimento culturali è Palazzo Pesaro degli Orfei, sede del Museo Fortuny, dove vogliamo tramandare la memoria di Mariano, anche con conferenze e incontri. E poi un classico, la Collezione Peggy Guggenheim, raccolta perché è nello spazio era la sua casa, ma immensa per le opere. Non sono un collezionista, ma apprezzo l'arte e l'artigianalità. Una visita alle aziende di Murano, dove si perpetua il rito della soffiatura del vetro, è sempre d'ispirazione. Penso agli storici NasonMoretti, specializzati in arredi per la tavola, e Barovier & Toso, che dal 1295 crea lampadari artistici.

Arazzo Tondi Colorati, in seta crêpe de chine, HÉLÈNE KUHN FERRUZZI. © Andrea Merola per Venice Original

Anche Attombri è un buon indirizzo per lo shopping. Qui vengono realizzati oggetti e gioielli che tramandano il lavoro delle perlere e delle impiraresse, le creatrici e infilatrici di perle. Materialmente, invece, è un'officina creativa di artisti che producono cornici, specchi e sculture. Un indirizzo ancora un po' segreto è il laboratorio della francese Hélène Kuhn, che ha appreso dal marito, il pittore veneziano Bobo Ferruzzi, la tecnica a stampo per dipingere su stoffa.

Un interno dell'hotel IL PALAZZO EXPERIMENTAL, nel sestiere Dorsoduro. © Patrick Locqueneux, Mr Tripper

 

Per dormire, consiglio il Gritti Palace, a cui sono legato: qui la Contessa, nel 1986, ospitò mio padre per la prima volta e qui ho soggiornato io al mio arrivo. Altri alberghi interessanti, entrambi a Dorsoduro, sono il Ca' Pisani Boutique Design Hotel e Il Palazzo Experimental, quest'ultimo con tocchi contemporanei ideati da Dorothée Meilichzon, mentre il bar è stato progettato dalla designer Cristina Celestino, in omaggio all'architetto veneziano Carlo Scarpa. Quando si avvicina la sera e torno a Palazzo Fortuny, mi fermo a leggere nel salone, o suono il pianoforte che era della contessa. Con lo sfondo della laguna davanti.

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