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Alla Ue la richiesta di modificare 17 riforme Pnrr: il nodo giustizia

Recovery. Sulla revisione dei target di riduzione dell’arretrato civile si prospetta il confronto più aspro con la Commissione. Partita aperta su appalti e alloggi universitari. Domani Fitto a Bruxelles

di Manuela Perrone e Gianni Trovati

Pnrr, Fitto: Abbiamo l'obbligo di porci il problema di cosa accade a giugno 2026

3' di lettura

Dalla giustizia civile agli appalti, dalla concorrenza al pubblico impiego, passando per semplificazioni,fisco, contabilità pubblica, tempi di pagamento della Pa, legislazione sugli alloggi universitari. Sono 17 le riforme del Pnrr per le quali il Governo italiano ha chiesto un nutrito pacchetto di cambiamenti nella proposta di revisione complessiva del Piano trasmessa alla Commissione Ue il 7 agosto.

Riforme sorvegliate speciali

Riforme (a cui se ne aggiungono sette nuove di zecca: la Zes unica nel Mezzogiorno e le sei settoriali inserite nel RepowerEU) che ora sono sorvegliate speciali, più degli investimenti, come il Financial Times ha tenuto a sottolineare nel lungo articolo dedicato al Recovery italiano il 30 agosto, secondo cui Bruxelles respingerà al mittente «qualsiasi diluizione delle riforme volte a risolvere problemi da tempo identificati come un grosso ostacolo alla crescita». D'altronde, tra le principali novità del Pnrr italiano targato Draghi rispetto alla versione precedente del Governo Conte 2 c’era proprio il rafforzamento della parte dedicata alle riforme, considerate centrali per la stessa la realizzazione del Pnrr.

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LE RICHIESTE DI REVISIONE
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La riforma della giustizia

Il boccone più indigesto per la Commissione Ue, come confermano al Sole 24 Ore diverse fonti, è rappresentato dalla giustizia, tallone d’Achille della competitività italiana. La riforma era stata la più delicata da far accettare a Bruxelles in fase di negoziato. E adesso la richiesta di un dietrofront sui due target relativi alla riduzione dell’arretrato civile nei tribunali (del 65% entro fine 2024 e del 90% entro giugno 2026) non è vista con favore. L’Italia giustifica la necessità di ridimensionare gli obiettivi - o, in alternativa, di prevedere target differenziati tra gli uffici giudiziari - con le criticità riscontrate sin qui: il taglio medio dell’arretrato nel 2021 e nel 2022 è stato inferiore al 6% l’anno, peggiore della performance del 9,2% l’anno nel triennio 2017-2019. A pesare, secondo l’Esecutivo italiano, è stata l’eterogeneità della situazione, con il 68% dei 140 tribunali che ha ridotto l’arretrato in media del 28% nel 2019-2022 e il restante 32% che lo ha visto addirittura aumentare, «sull’onda dei ricorsi in materia di protezione internazionale del 2019». A rallentare la marcia, anche il risultato non brillante del progetto sui nuovi addetti all’Ufficio del processo, segnato dai troppi addii precoci agli incarichi.

I tempi di pagamento della Pa

Si invoca clemenza pure sui tempi di pagamento della Pa (il rinvio di quindici mesi, a marzo 2025, degli obiettivi di fine 2023 e di fine 2024) e sulla contabilità pubblica: il Pnrr punta alla piena adesione dell’Italia a un unico sistema basato sul principio accrual, aderente agli standard europei; la richiesta mira ad allentare il target finale. Un altro intervento che già in patria ha suscitato dibattito riguarda il fisco: l’Italia chiede di rivedere al ribasso i target di riduzione della propensione all’evasione fiscale per le «ragioni oggettive» legate ai fattori esogeni, come le condizioni macroeconomiche, che impattano sul comportamento dei contribuenti.

La concorrenza

Si cammina sulle uova anche in materia di concorrenza, visto il fronte dei balneari ancora aperto con l’Ue: le modifiche riguardano sia la legge annuale per il 2022 (il Ddl approvato ad aprile è ora all’esame del Senato), e in particolare il piano per lo sviluppo della rete per l’energia elettrica, sia la legge per il 2023 nella parte relativa alle concessioni autostradali. Per gli appalti, con la giustificazione del nuovo Codice, si chiede lo slittamento della digitalizzazione fissata a dicembre 2023 e anche l’abbandono del tempo medio di 100 giorni tra aggiudicazione e realizzazione delle opere, a favore di un taglio dei tempi dell’8% nel 2023 e del 10% nel 2024. Sugli alloggi universitari, scoglio sul quale si è arenata la terza rata, il Governo chiede regole chiare sulle verifiche del target al 2026 della creazione di 60mila posti letto.

L’incontro a Bruxelles con il capo della task force Ripresa e resilienza

Lunedì 4 settembre, come anticipato dal Sole 24 Ore , il ministro Raffaele Fitto, che il 3 settembre interverrà a Cernobbio, volerà a Bruxelles per incontrare Céline Gauer, a capo della task force Ripresa e resilienza. C’è da capire la tabella di marcia per incassare la terza rata e per l’assessment sulla quarta, che valgono 35 miliardi. Ma anche per il confronto sulla revisione generale. Protrarlo troppo rischia di paralizzare il Pnrr per mesi. Un tempo che l’Italia non può permettersi di perdere.

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