Allarme casa in Cina, tagliati i tassi sui mutui
Le misure a favore degli acquirenti: oltre agli interessi è stata ridotta la percentuale dell’acconto
di Rita Fatiguso
I punti chiave
2' di lettura
Il sospirato taglio ai mutui immobiliari del martoriato real estate cinese è finalmente arrivato. La Banca centrale e l’Ente nazionale regolatore finanziario hanno mosso le pedine per aiutare gli acquirenti di case, tra le misure previste ci sono l’abbassamento del tasso dei mutui esistenti per gli acquirenti della prima casa e il tasso di deposito in alcune città.
Per il terzo mese consecutivo si è scoperto che anche ad agosto il volume delle vendite di case ha subito un calo, il valore delle vendite di nuovi immobili da parte delle 100 maggiori società immobiliari è sceso del 33,9% rispetto all’anno precedente a 343 miliardi di yuan (47,2 miliardi di dollari), mentre le vendite sono diminuite dell’1,3% su base mensile.
Le novità
Dal prossimo 25 settembre adesso chi acquista per la prima volta una casa con mutuo può richiedere alle proprie banche un tasso di interesse più basso su prestiti già in essere. Il mutuatario e la banca possono negoziare se abbassare i tassi di interesse nei contratti esistenti oppure accendere nuovi prestiti con tassi più bassi. In alcune città verrà ridotta anche la percentuale dell’acconto. La percentuale per gli acquisti della prima casa non dovrebbe essere inferiore al 20% e non inferiore al 30% per gli acquisti della seconda casa.
Attualmente, la maggior parte delle grandi città prevede un tasso di acconto pari a circa il 30% per la prima casa e al 40% o più per la seconda. Molte città in settimana tra cui Shenzhen e GuangZhou hanno allentato i tagli ai mutui oltre a una serie di altre misure di sostegno. Due delle banche cinesi di medie dimensioni, Industrial Bank Co Ltd e China Bohai Bank Co Ltd, hanno annunciato che inizieranno a tagliare i tassi di interesse su una serie di depositi a partire da sabato di 10-25 punti base.
Fitch conferma il rating e taglia le stime
Il mattone pesa per un quarto sull’economia del Paese. Così mentre Fitch Ratings ha confermato la valutazione della Cina a “A+”, con outlook stabile, spiegando che i rating «sono sostenuti dalla solidità delle finanze esterne e dalla dimensione dell’economia», ha tagliato in parallelo le previsioni di crescita del Pil per il 2023 al 4,8% dal 5,6% di giugno. «Il rallentamento della crescita nominale e il deterioramento delle prospettive del settore immobiliare - ha motivato l’Agenzia di ratingv - potrebbero esacerbare i problemi associati a un’economia fortemente indebitata e rappresentare un rischio per l’erario, nel contesto di una recente erosione dei parametri di finanza pubblica della Cina».
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