Allarme estorsioni e usura per il terziario
Secondo l’indagine i fenomeni sono in decisa crescita gli imprenditori a cui si aggiungono i danni causati da abusivismo e contraffazione. A rischio 268mila posti di lavoro
di Enrico Netti
2' di lettura
È in flessione il senso di sicurezza degli imprenditori del terziario e uno su dieci avverte il deterioramento a causa dell’aumento dei casi di estorsioni e usura. Infatti l’usura e il fenomeno illegale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (per il 25,9%) seguito da abusivismo (21,3%), estorsioni (20,1%) e furti (19,8%). Questi trend sono più marcati nel Sud e nel commercio al dettaglio non alimentare dove si registrano percentuali più elevate e dove, in particolare, l’usura è indicata in aumento da oltre il 30% delle imprese. A Roma questo fenomeno è segnalato in crescita dal 28,5% degli imprenditori. Il dato è più accentuato al Sud (16%), per gli alberghi (18,1%), i bar (16%) e nel commercio al dettaglio alimentare (14,6%). A Palermo il valore è pari al 13,4%, a Roma è dell'11,9% e a Milano del 6,3% e nel complesso si assiste a un deterioramento del senso di sicurezza.
È quanto rivela l’indagine di Confcommercio e Format Research su «Usura e fenomeni illegali» che scatta una preoccupante fotografia sulle minacce alle imprese del terziario. Più di un imprenditore su cinque ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta. Il «sentito dire» è decisamente più elevato al Sud (31,1%), a Palermo (31,9%), tra le imprese dei trasporti (29%) e del commercio al dettaglio non alimentare (26,4%), per i bar (26%). Il 16,5% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Una reoccupazione che è più accentuata al Sud (18,1%), a Palermo (19,8%), nel commercio all'ingrosso (18,4%) e al dettaglio non alimentare (18,3%). Di fronte all'usura e al racket il 59,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 30,1% dichiara che non saprebbe cosa fare, il 5,3% pensa di non poter far nulla. Questi dati sono significativamente più marcati al Sud. Oltre sei imprese su dieci si sentono penalizzate dall’abusivismo e dalla contraffazione soprattutto per via della concorrenza sleale e della riduzione dei ricavi. Il dato è decisamente più elevato al Sud (68,9%) e al Nord Ovest (68,3%), a Palermo (69%), nei trasporti (68,5%) e nel commercio al dettaglio alimentare (67,2%).
Spese e danni per miliardi
Un quadro allarmante che provoca danni miliardi al mondo del terziario. Secondo i calcoli di Confcommercio le perdite dei ricavi ammontano a 23,7 miliardi che diventano 33,6 miliardi aggiungendo i costi per la difesa e l’assicurazione dei beni aziendali. In un anno le perdite sono pari all’8,9% del fatturato e del valore aggiunto con 268mila posti di lavoro a rischio. L’82% delle imprese ha investito in misure di sicurezza, soprattutto in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto. La percentuale è più alta nel Nord Est (84,4%), per gli alberghi (93,7%) e le tabaccherie (86%). Le Forze dell’ordine (37,8%) e le Associazioni di categoria e Organizzazioni antiusura (22,9%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati. In particolare, il dato sulle Forze dell'ordine è più elevato tra le imprese dei trasporti (39,8%), mentre quello sulle Associazioni di categoria e Organizzazioni antiusura è più alto nella ristorazione (27%).
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