Allarme Save The Children,1 miliardo di bambini non alfabetizzati nel 2030
L’Italia è anche tra i paesi europei più “ingiusti” nei confronti delle nuove generazioni, visto che la povertà assoluta colpisce il 14,2% della popolazione sotto i 17 anni, rispetto al 9,1% tra i 35 e i 64 anni, e al 5,3% tra i 65enni e oltre, ed è una forbice tra le più ampie tra i paesi europei
I punti chiave
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Dal 2015 ad oggi sono stati 468 i milioni di bambini che all’età di 10 anni sono rimasti senza alfabetizzazione di base e saranno un miliardo nel 2030. In Italia il Covid ha spinto nella povertà assoluta altri 200.000 bambini, per un totale di quasi un milione e 400 mila. Il dato è stato fornito da Save The Children che oggi, giovedì 19 maggio, ha aperto a Roma, all’Acquario Romano, “Impossibile 2022”: quattro giorni di confronto sui temi dell’infanzia.
Italia tra i paesi europei più ingiusti nei confronti delle nuove generazioni
Ma l’Italia è anche tra i paesi europei più “ingiusti” nei confronti delle nuove generazioni, visto che la povertà assoluta colpisce il 14,2% della popolazione sotto i 17 anni, rispetto al 9,1% tra i 35 e i 64 anni, e al 5,3% tra i 65enni e oltre, ed è una forbice tra le più ampie tra i paesi europei. In Italia, ogni bambino ha il triplo delle possibilità di trovarsi in condizioni di povertà assoluta rispetto agli over 65, e il doppio delle probabilità rispetto a tutto il resto della popolazione.
Il Covid ha aumentato le diseguaglianze
Il Covid ha fortemente aggravato, con i suoi effetti, le disuguaglianze. Nel mondo, 117 milioni di bambini sono ancora senza scuola a causa della pandemia (il 7,5% circa della popolazione scolastica), e nei paesi più poveri si sono persi il 66% di giorni di scuola in più rispetto ai paesi ricchi, mentre 1 bambino su 5 rischia di abbandonare definitivamente gli studi esponendosi a sfruttamento, violenze e matrimoni precoci. La pandemia, però, non deve confondere la prospettiva, perché erano già 260 milioni i bambini che non frequentavano le lezioni anche prima della diffusione del virus, e il trend delle disuguaglianze educative è strutturalmente negativo.
Il nodo dispersione scolastica in Italia
«In Italia, la dispersione scolastica implicita, cioè il mancato raggiungimento del livello minimo di competenze a 15 anni, - sottolinea l’organizzazione - riguarda quasi la metà degli studenti (45% in italiano, 51% in matematica), anche a causa del tracollo sugli apprendimenti conseguente alla pandemia, ma anche 876 mila bambini della scuola dell’infanzia hanno sofferto della discontinuità e frammentazione nei primi passi del loro percorso educativo».
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