ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’indagine dell’Iss

Allarme schermi: a un anno d’età metà dei bimbi fino a 2 ore davanti a tablet e cellulari

Un fenomeno in crescita nonostante le evidenze scientifiche sui rischi per la salute psicofisica dei bambini: dai disturbi del sonno a quelli emotivi e sociali

di Marzio Bartoloni

(Africa Studio - stock.adobe.com)

3' di lettura

Il fenomeno è davanti gli occhi di tutti: genitori e non. Sono sempre di più i bambini anche molto piccoli che passano del tempo davanti a Tv, computer, tablet o cellulari già a partire dai primi mesi di vita. Ora ci sono i numeri di una indagine su 35mila mamme realizzata dall’Iss che lo conferma. E sono numeri che fanno impressione: davanti agli schermi ci finisce già il 22,1% dei neonati nella fascia 2-5 mesi, percentuale che cresce all'aumentare dell'età fino ad arrivare al 58,1% tra i bambini di 11-15 mesi. Con una aggravante: cresce parallelamente la quota di bambini a cui non vengono letti libri.

Già dai primi mesi di vita bimbi davanti agli schermi

Il boom degli schermi in mano a bimbi molto piccoli è sempre più evidente. E questo nonostante le evidenze scientifiche sui rischi per la salute psicofisica dei bambini - dai disturbi del sonno a quelli emotivi e sociali - derivanti dall’abuso delle tecnologie audiovisive e digitali siano sempre più evidenti. I numeri dell’indagine promossa dal ministero della Salute e realizzata dall’Istituto superiore di Sanità che ha intervistato oltre 35mila mamme di bambini fino a 2 anni di età raccontano che il 22,1% dei bimbi già tra i 2 e i 5 mesi passa del tempo davanti a Tv, computer, tablet o telefoni cellulari con un range territoriale tra il 13,6% e il 30,3%. I livelli di esposizione crescono all'aumentare dell’età in tutte le regioni e, tra i bambini di 11-15 mesi, le quote che passano almeno 1-2 ore al giorno davanti a uno schermo arrivano a variare tra il 6,5% e il 39,3%. I bambini risultano maggiormente esposti a schermi nelle regioni del Sud.

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Niente lettura di libri per un bimbo di un anno su tre

C’è una aggravante rispetto all’abuso degli schermi già da una tenerissima età. E cioè che diversi genitori rinunciano alla lettura dei libri in favore del video e questo nonostante «leggere regolarmente al bambino già dai primi mesi di vita - avverte l’Istituto superiore di Sanità - significa contribuire al suo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale». Dai dati dell’indagine emerge che nella settimana precedente l’intervista non è mai stato letto un libro al 58,3% dei bambini nella fascia di età 2-5 mesi con valori più alti nelle regioni del Sud e compresi tra il 38,3% e il 69,7%. Nella fascia 11-15 mesi la quota di bambini non esposti a lettura risulta pari al 32,6% (con un range tra il 16,4% e il 48,5%): in pratica a un bimbo su tre a un anno di vita non vengono letti libri.

Investire nelle prime fasi di vita si risente in futuro

Per quanto riguarda le altre abitudini emerge l’attenzione a non esporre i bimbi al fumo: stop alle sigarette durante la gravidanza per 9 mamme su 10, né alcol per oltre 8 su 10. Tuttavia, sono ancora troppi i bambini (38%) potenzialmente esposti al fumo passivo a causa della presenza di almeno un genitore o altra persona convivente fumatrice.Tra gli 11 e i 15 mesi oltre un terzo delle mamme trova difficile far stare i bimbi in auto nel seggiolino ben allacciati. «Investire nelle prime epoche della vita significa favorire ricadute positive lungo tutto l'arco dell'esistenza, non solo nel singolo ma nell'intera comunità, sia in termini di salute che di sviluppo di competenze cognitive e sociali e di accesso a percorsi educativi e professionali – afferma Giovanni Capelli, direttore del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell'Iss - I risultati dell'edizione 2022 della Sorveglianza mostrano che i comportamenti favorevoli al pieno sviluppo psico-fisico dei bambini non sono sempre garantiti ed evidenziano differenze territoriali e socio-economiche meritevoli di attenzione in un'ottica di salute pubblica».

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