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Allenarsi per la più grande impresa velistica: la Vendée Globe in solitaria

Lo svizzero Alan Roura navigherà per la terza volta intorno al mondo in quella che è considerata la regata più impegnativa di tutte. Ecco come si sta preparando.

di Paco Guarnaccia

Alan Roura, velista nato a Ginevra nel 1993. È stato il più giovane skipper a finire la regata Vendée Globe all'età di 21 anni.

3' di lettura

Nel 2016, a soli 23 anni, lo skipper svizzero Alan Roura è stato il più giovane a tagliare il traguardo della più estrema regata in solitaria del mondo, la Vendée Globe. Nel 2024 di anni ne avrà 31 e vi parteciperà per la terza volta, contando sul supporto del marchio orologiero Hublot che gli ha consegnato il timone del monoscafo Imoca 60 Hublot con l'obiettivo di cercare di vincere la gara che è considerata come l'Everest dei mari, una circumnavigazione totale del mondo senza poter effettuare scali e senza poter contare sull'aiuto tecnico di nessuno.

Sei stato il velista più giovane della storia a finire la Vendeé Globe: cosa ti ha spinto a partecipare? Era un sogno che avevo fin dall'infanzia e, quando si è presentata l'occasione, non mi sono posto la domanda. Avrei potuto aspettare per avere più budget e una barca migliore, ma alla fine, partendo da zero sono orgoglioso di averla portata a termine.

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Quali sono le difficoltà principali di una regata come questa? La durata e, di conseguenza, tutto quello che può succedere nei tre mesi di gara. Devi essere forte mentalmente per gestire nel lungo termine i pericoli quotidiani, i problemi tecnici, le scelte strategiche e l'assetto della barca per andare il più veloce possibile.

Che cosa comporta non poter mai attraccare e ricevere un aiuto esterno? Che siamo soli nell'affrontare tutto… Ci è permesso ripararci in costa, in una baia, ma non sbarcare: può essere molto frustrante. Ma questa è una delle regole che rende la Vendée Globe così mitica. Ora a bordo abbiamo tanti mezzi di comunicazione e possiamo quindi avere un'assistenza quantomeno morale.

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Hai un ricordo particolare delle tue partecipazioni? Ogni giorno è diverso e meraviglioso. Le emozioni si intensificano, ma alla fine anche la più difficile delle prove diventa una gioia quando la superi. Nel complesso, direi che il giro di Capo Horn è sempre un momento incredibilmente emozionante e gli arrivi sono sempre una grande festa: un misto di sollievo gioia e orgoglio.

Come si svolge una giornata tipo di navigazione durante la Vendeé Globe? Delle 24 ore, ne dedico circa quattro allo studio del meteo, alla strategia e alla rotta. Poi tre ore a creare e inviare i contenuti della rotta che vorrei fare, un'ora alla mia igiene e alla manutenzione della barca e tre ore ai pasti... Nel resto del tempo, controllo la barca, faccio dei micro sonni di circa 20-30 minuti appena posso (4-6 ore ogni 24 ore). Se ho due ore di tempo libero, guardo un film o ascolto un podcast.

Sei un velista solitario: che rapporto hai con la tua barca? Lei è la mia compagna di squadra, non è solo un semplice strumento di lavoro. La barca ha un'anima e durante la gara le parlo molto: a volte la sgrido perché non sono contento di lei, ma alla fine mi scuso…

Qual è il momento più bello della navigazione in mare aperto? Stare solo davanti a questa immensità è un'infinita sensazione di libertà. Ed è solo quando un albatros sorvola la barca o un delfino viene a giocare a prua, che ti ricordi che non sei solo al mondo.

Qual è il tuo rapporto con il mare? Lo amo, ma mi è sempre stato insegnato che se vuoi tornare a casa devi stare sulla barca. Dover tuffarsi durante una gara è sempre un momento stressante, quindi non faccio mai il bagno per piacere, ma solo se necessario: se un'alga o una rete si impigliano nel timone o nella chiglia. Quando invece sono in barca con gli amici, non mi dispiace un farmi una nuotata.

Nel 2024 riproverai la Vendée Globe, questa volta con il supporto di Hublot. Che obiettivo hai e che rapporto hai con il tempo? Voglio alzare il mio livello e di fare la migliore gara possibile. Il tempo è tutto nella Vendée Globe, perché è una gara che si prepara sul lungo termine. Le nostre barche hanno bisogno di tempo per essere testate, provate e rese affidabili per essere sicuri che siano pronte per affrontare l'Oceano Antartico. Per farlo bisogna navigare e partecipare a più regate possibile. Una volta in mare, il rapporto con il tempo cambia e inizia la corsa contro di lui.

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