Allestimenti, Asal contro un emendamento al Dl Asset: «rischio di monopolio»
L’associazione di FederlegnoArredo, che rappresenta il settore, contesta l’emendamento che consentirebbe ai gruppi fieristici partecipati da enti pubblici di operare anche nei settori delle attività di fornitura e dei servizi
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Non sembra esserci pace per i produttori di allestimenti. Colpiti come pochi altri settori dalle conseguenze della pandemia da Covid 19 (che ha portato alla chiusura per lungo tempo delle attività fieristiche, ma anche di convegni e congressi, spettacoli e altri eventi che necessitano di allestimenti temporanei), hanno iniziato a recuperare i livelli di ricavi pre-Covid (ma anon ancora le marginalità) solo nell’ultimo anno.
Ora, però, un emendamento al DL Asset che sarò discusso nei prossimi giorni alle Camere, rischia di frenare questa ripresa e getta più di un’ombra sul futuro degli allestitori, secondo quanto denuncia l’Associazione di categoria, Asal-FederlegnoArredo, dal momento che, attraverso una modifica al Testi Unico sulle partecipazioni pubbliche, consente alle società fieristiche partecipate da enti pubblici di operare anche nell’ambito delle forniture e servizi, tra cui quello degli allestimenti. Ambito nel quale, in effetti, negli ultimi anni i principali gruppi fieristici, hanno investito ampliando il portafoglio di attività.
«Concentrazione nelle mani delle poche società pubbliche che hanno la titolarietà a gestire i quartieri fieristici, lesione della libertà di impresa e della competitività, dispersione di un patrimonio di conoscenze e competenze di una parte rilevante del tessuto produttivo del Paese e ribaltamento della sentenza del Consiglio di Stato nei confronti di Italian Exibition Group a seguito dell’opposizione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato», si legge nella nota diffusa dall’Associazione dopo l’approvazione dell’emendamento.
Emendamento che propone di modificare il Testo Unico delle partecipazioni pubbliche e di cui Asal-Assoallestimenti di FederlegnoArredo chiede la cancellazione, perché «avrebbe pesanti conseguenze per il settore. È evidente come in questi anni, numerose società pubbliche che gestiscono spazi fieristici hanno acquisito società di servizi che operano all’interno delle fiere, fra cui anche gli allestimenti, creando una gravissima situazione di distorsione della concorrenza».
L’emendamento, spiegano ancora da Asal, « mira a rendere legittimo ciò che invece è anticoncorrenziale». Le imprese chiedono che il testo Unico non sia modificato e «che sia lasciata libertà agli imprenditori di scegliere l’allestitore da cui farsi realizzare il proprio spazio all’interno delle fiere. Ci aspettiamo che proprio il buon senso venga utilizzato per bloccare questa richiesta di modifica che porterebbe i quartieri fieristici a operare come veri e propri monopolisti».
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