Alluvione Toscana, dal Governo impegno sul rinvio dei termini ma servono 1,2 miliardi
Archiviata la prima scadenza fiscale del 16 novembre, è necessario individuare uno strumento legislativo che fissi come rimandare i versamenti
di Marco Mobili
I punti chiave
2' di lettura
Il grido di allarme di uno dei principali poli manifatturieri d’Italia messi in ginocchio dalle alluvioni delle scorse settimane in Toscana non sembra essere percepito. Ne sono convinti gli imprenditori di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato che a più riprese hanno chiesto al governo la sospensione dei versamenti di imposte e contributi. Le imprese e i loro consulenti fiscali hanno aspettato fino all’ultimo istante una norma che spostasse in avanti i termini di pagamento di quasi 1,2 miliardi tra imposte da versare all’Erario e contributi da pagare agli istituti di previdenza. Un esborso di liquidità che nessuna o quasi nessuna delle imprese distrutte dall’alluvione è in grado oggi di poter sostenere.
Da Roma, dopo le tante rassicurazioni di un pronto intervento per sospendere l’appuntamento alla cassa di giovedì 16 novembre, è arrivata soltanto la promessa di una rimessione in termini dei versamenti di imposte e contributi. Che, tradotto, vorrà dire poter pagare “prossimamente nel 2024”, senza vedersi applicare sanzioni e interessi sugli F24 delle imprese scaduti giovedì scorso.
I ritardi
Al termine del Consiglio dei ministri sul piano sicurezza e sul nuovo contenzioso fiscale, da Palazzo Chigi per le imprese della Toscana è arrivata in realtà una nota che metteva in evidenza come «la Regione Toscana» avesse inviato soltanto «nella giornata del 15 novembre, alla Presidenza del Consiglio, la richiesta di sospensione dei termini contributivi e fiscali in relazione allo stato di emergenza dichiarato lo scorso 3 novembre per gli eventi alluvionali che hanno colpito il territorio delle province di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato». Non solo. La nota ricordava anche che «all’esito dell’istruttoria che si rende necessaria per completare l’elenco dei Comuni interessati, in presenza di una riserva della Regione di indicarne altri, la rimessione in termini per gli adempimenti fiscali e contributivi sarà inserita nel primo veicolo normativo utile».
Nuovo veicolo legislativo
Il “comunicato legge” con la promessa di un salvagente per le imprese che non hanno versato tasse e contributi entro giovedì scorso è arrivata quando i termini di pagamento degli F24 mensili erano già scaduti. Non resta ora che il governo rispetti la promessa fatta e definisca in tempi brevi quale sarà il veicolo legislativo su cui far viaggiare la remissione in termini dei versamenti.
Una volta individuate le risorse e le misure in grado di garantire una copertura di cassa da oltre un miliardo, operazione non certo agevole in piena sessione di bilancio e con una manovra definita dal governo «prudente e realista», si capirà anche quale sarà questo veicolo. Le possibilità sul tavolo per i tecnici non mancano: un emendamento al Dl Anticipi, collegato alla manovra o direttamente un correttivo alla legge di bilancio. Due soluzioni dai tempi troppo lunghi e se davvero il governo volesse dare certezze immediate a imprese e famiglie la soluzione migliore sarebbe sempre quella di un decreto legge con i pagamenti sospesi da subito.
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