Alluvione Toscana, aziende a rischio: «Servono certezze su aiuti e tasse»
L’allarme di Bigazzi (Confindustria Toscana): urgente intervenire. Tante imprese chiuse che hanno perso tutto, serve una proroga delle scadenze
di Silvia Pieraccini
3' di lettura
«Non credo che a Roma abbiano capito in che condizioni sono ridotte le nostre aziende: hanno sottovalutato il problema». A 15 giorni dall’alluvione che ha colpito la Toscana centrale – infierendo su zone industriali strategiche come quelle di Prato, Val di Bisenzio, Capalle-Campi Bisenzio, Montemurlo, Montale-Agliana-Quarrata – il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi, tuona contro la mancata proroga delle scadenze fiscali e contributive, attesa da Palazzo Chigi ma non ancora arrivata.
Bisogno immediato
«Quando si chiedono provvedimenti urgenti – protesta Bigazzi – significa che c’è un bisogno immediato. In questo momento le aziende colpite dall’alluvione non possono sostenere uscite di cassa, anche perché stanno ancora spalando il fango insieme con i propri dipendenti che a fine mese dovranno essere pagati: con quali soldi?». Il quadro delineato da Bigazzi è preoccupante: «Ci sono imprese chiuse, che hanno perso tutto, che non sono ancora in grado di sapere quanti danni hanno avuto; e altre che avevano macchinari e prodotti da consegnare ora completamente danneggiati dall’acqua». Il settore tessile, radicato nel distretto di Prato, e quello metalmeccanico sono i più colpiti.
Danni per 1,34 miliardi
Ieri l’Irpet, l’Istituto di programmazione economica della Regione Toscana, ha calcolato in 1,34 miliardi i danni diretti e indiretti subìti dalle imprese, cui si aggiungono 661 milioni di danni alle famiglie, per un totale di due miliardi di euro (senza considerare i danni a strade, ferrovie, fiumi, torrenti e altri beni pubblici).
Il timore che serpeggia tra gli industriali, adesso, è di rimanere a bocca asciutta visto il periodo dell’anno in cui cade la richiesta di rinvio delle scadenze fiscali e contributive. Il Governo – è la considerazione che prende corpo – in queste settimane è alle prese con una complicata manovra finanziaria, e non può “permettersi” di rinunciare a decine di milioni di gettito fiscale.
Scadenze fiscali
Nel frattempo il 16 novembre sono scaduti i termini per il versamento Iva, le ritenute fiscali e i contributi previdenziali per i dipendenti. Molte aziende hanno pagato per timore di sanzioni, come la rifinizione di tessuti Fartex di Vaiano (Prato), 25 addetti e tre milioni di fatturato, che ha stimato danni per oltre 400mila euro e sta tentando di far ripartire i macchinari: «In mancanza di una direttiva chiara abbiamo pagato i contributi Inps e Inail – spiega il titolare Filippo Giagnoni – per non rischiare la beffa oltre al danno subìto. Ma se non arriveranno al più presto il rinvio delle altre scadenze fiscali e dei contributi temiamo una crisi finanziaria importante. La nostra paura più grande sono i ritardi burocratici come quelli che ci sono stati in Emilia».
Il 30 novembre è fissata la prossima scadenza fiscale importante, tanto che Confindustria Toscana nord (Prato, Pistoia, Lucca) chiede con forza che, almeno per quella data, siano definiti i provvedimenti di rinvio. «Per dare supporto a imprese così duramente colpite – afferma l’associazione industriali – non conta solo come e quanto, ma anche quando: la tempestività è essenziale».
Emergenza per 62 comuni
Su questo fronte l’invio a Roma dell’elenco dei Comuni alluvionati, effettuato dalla Regione Toscana il 15 novembre insieme con la richiesta di sospensione delle scadenze sui versamenti tributari e contributivi, è stato da più parti ritenuto tardivo. I Comuni individuati sono 62, situati nelle cinque province di Firenze, Prato, Pistoia, Livorno e Pisa per le quali è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale, ma su questa ricognizione gli industriali sono critici: «Sessantadue Comuni – afferma una nota di Confindustria Toscana nord – è il doppio di quanto ipotizzato in partenza; una “lievitazione” nata forse da approfondimenti più accurati, ma che potrebbe essere anche il frutto di una selezione niente affatto accurata e fin troppo inclusiva. Si è capito che le risorse per aiutare le imprese a risollevarsi saranno poche, se verranno disperse in mille rivoli diventeranno ancora meno». Il timore è che resti senza aiuti chi ne ha davvero bisogno per far ripartire l’attività (50 aziende industriali del distretto pratese sono ancora ferme, oltre a decine di imprese artigiane).
Fondo da 12 milioni
Intanto ieri la Regione Toscana ha annunciato 12 milioni di euro a fondo perduto per famiglie e imprese colpite dall’alluvione, e un fondo rotativo da sei milioni per abbattere gli interessi su nuovi prestiti: tutte misure, secondo il commissario all’emergenza alluvione, il presidente della Regione Eugenio Giani, che saranno operative entro due-tre mesi. La Regione ha annunciato anche agevolazioni per le imprese alluvionate che vogliono investire: cinque milioni da Bei e banche del territorio; 20 milioni di garanzie da Fidi Toscana. Infine sarà chiesta l’attivazione del fondo europeo di solidarietà come avvenuto per l’Emilia-Romagna.
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