Alluvione, dall’Emilia Romagna tre proposte per recuperare fondi per un miliardo
A presentarle il governatore Stefano Bonaccini, e i sindaci dei comuni alluvionati. L’obiettivo è assicurare e accelerare l’arrivo di risorse a famiglie e imprese danneggiate
di Ilaria Vesentini
I punti chiave
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Sono tre le proposte che il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e i sindaci dei comuni alluvionati hanno presentato ieri ufficialmente, con l’obiettivo di assicurare e accelerare l’arrivo di risorse a famiglie e imprese danneggiate, emendando il DL 104 all’articolo 23, velocizzando i ristori attraverso il meccanismo dei crediti di imposta triangolato dalle banche e rafforzando con assunzioni a tempo le strutture tecniche degli enti pubblici deputati ad attuare gli interventi di ripristino su fiumi, canali, strade, frane ed edifici lesionati.
Le tre proposte
Tre proposte già condivise con le parti sociali e gli enti locali al tavolo del Patto per il Lavoro e per il clima e presentate in sede di Conferenza unificata, ora all’esame delle Commissioni del Senato, su cui però c’è un muro di silenzio. Dopo il grido di aiuto levatosi nel fine settimana da Ravenna, dove hanno manifestato le cooperative alluvionate per sollecitare l’attenzione di Roma, è da viale Aldo Moro che gli amministratori locali hanno alzato il tono nei confronti del Governo, di fronte al rischio che un miliardo di euro di risorse conteggiate per il capitolo alluvione, pescate dalle misure inutilizzate per ammortizzatori sociali (900 milioni di euro, di cui appena il 3% richiesti) e per aiuti all’export (300 milioni, utilizzati solo al 4%) tornino alla spesa generale dello Stato e vengano così sottratti alla ricostruzione in Romagna.
Gli impieghi attuali
La struttura del commissario straordinario Figliulo ha impegnato finora 289 milioni di euro per gli interventi di somma urgenza e di superamento dell’emergenza e nell’ultima riunione di Palazzo Chigi è stato dichiarato che sono già state predisposte ordinanze per effettuare 449 milioni di euro di altre opere pubbliche nel corso del 2023. Ma dei 4 miliardi di euro di danni subiti da cittadini e imprese, 3,5 miliardi mancano all’appello. «Sui rimborsi continuano a giungere rassicurazioni dal Governo – sottolinea Bonaccini – e stiamo collaborando attivamente proprio in questi giorni con la struttura commissariale per la ricostruzione affinché le ordinanze per imprese e famiglie siano le migliori possibili ed escano rapidamente. Ma al di là per contributo di primo sostegno e di quello di autonoma sistemazione, cittadini e aziende continuano a non aver ricevuto nulla dallo Stato».
I nodi da risolvere
Il nodo è legato alla notizia che degli 1,2 miliardi annunciati con il decreto legge 104, solo 300 milioni saranno destinati per la ricostruzione privata. «Parliamo di risorse che sono nelle mani dei ministeri del Lavoro e degli Esteri e non del commissario, eppure il Governo le conteggia nei quattro miliardi a disposizione di Figliuolo, ma così non è. E gli altri 800 milioni dove andranno? Anziché arrivare più risorse, come tutti stanno chiedendo, ce ne toglierebbero addirittura», rimarca il governatore. Ristori immediati potrebbero arrivare ai privati anche introducendo, come per il terremoto del 2012, il credito di imposta: le banche anticipano i soldi a cittadini e imprese per ripristinare i danni subiti e poi lo Stato le ristora attraverso detrazioni fiscali e l’impatto finanziario si può spalmare su 25 anni, con il supporto di CDP. Così come occorrono assunzioni di personale tecnico negli enti pubblici, perché i Comuni sono molto indietro nell’invio delle pratiche di rimborso, con appena 500mila euro richiesti per gli interventi di somma urgenza. «Il senso di questi tre emendamenti è propositivo, collaborativo – ribadisce Enzo Lattuca, sindaco di Cesena e presidente della Provincia di Forlì-Cesena, reduce con Bonaccini da un sopralluogo a Tredozio, il paese più colpito dal sisma di due giorni fa -. Noi non chiediamo soldi senza indicare come e dove prenderli. C’è oltre un miliardo, che è congelato; ora siamo a un bivio, e quelle risorse vanno messe nel binario giusto, a disposizione del commissario Figliuolo. Adesso».
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