Alluvione in Emilia-Romagna, danni per 8,9 miliardi
È la prima stima che il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha presentato a Palazzo Chigi nel corso del tavolo con gli enti
di Ilaria Vesentini
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Poco meno di 9 miliardi di danni, 8,9 miliardi per l’esattezza: è la prima stima provvisoria del disastro, destinata a crescere, che l’alluvione ha lasciato dietro di sé in Emilia-Romagna, secondo il rendiconto che il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha presentato il 15 giugno al Governo, in occasione del primo incontro a Palazzo Chigi del Tavolo permanente fra l’Esecutivo e gli enti locali, coordinato dal ministro alla Protezione civile, Nello Musumeci.
Di questi quasi 9 miliardi il 20%, ossia 1,8 miliardi, riguardano interventi urgenti già avviati in queste settimane o da mettere in cantiere per fronteggiare l’emergenza. «Sono risorse che servono subito, necessarie per riparare gli argini, i reticoli idrografici e le strade prima dell’autunno, per mettere in sicurezza le comunità dal ripetersi di eventi catastrofici come quelli di maggio», sottolinea il governatore, ribadendo la necessità di accelerare i tempi per far arrivare le coperture.
Ruspe bloccate
I primi 230 milioni messi a disposizione da Roma sono infatti già tutti spesi e in diversi comuni alluvionati le ruspe al lavoro sono state bloccate perché mancano le coperture finanziarie. «La ripartenza e la ricostruzione devono avanzare insieme, serve una pianificazione organica degli interventi, per questo è urgente che il Governo faccia in fretta sulla nomina del Commissario per la ricostruzione. Decida chi ritiene – afferma Bonaccini – ma ne abbiamo bisogno al più presto perché la ricostruzione deve partire adesso, non tra un anno, e senza risorse e poteri speciali i cantieri non partono o si fermano».
Rimborsi a famiglie e imprese
Parallelamente la delegazione regionale scesa ieri a Roma ha chiesto di garantire rimborsi al 100% e tempi certi a famiglie e imprese. «D’intesa con la Protezione civile abbiamo avviato il percorso per fare arrivare rapidamente i primi 5mila euro, con un primo acconto di 3mila già entro metà luglio, ma ora servono oltre 500 milioni per le imprese, per i primi acconti da 20mila euro», precisa Bonaccini.
Gli fa eco il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, all’uscita da questa prima riunione interlocutoria, preoccupato per l’esiguità delle risorse stanziate fin qui per le zone alluvionate, il dilatarsi dei tempi e la mancata nomina di un commissario: «Ritengo che il Governo stia commettendo un errore grave, non solo nel non utilizzare i tre presidenti di Regione (come fatto per il terremoto del 2012), ma nel non assumersi nemmeno la responsabilità di prendere qualsiasi altra decisione», afferma il sindaco.
E di fronte alle rassicurazioni dell'Esecutivo di garantire «massima attenzione e la disponibilità a fornire gradualmente le risorse che si renderanno necessarie» in primis per fiumi e viabilità locale, risponde: «Aspettiamo di essere riconvocati a breve dal ministro Musumeci».
4,3 miliardi di danni a strade, fiumi, infrastrutture
Entrando nel dettaglio dei danni finora quantificati, quasi la metà riguarda fiumi, strade e infrastrutture pubbliche: oltre 4,3 miliardi di euro. Tra cui 1,8 miliardi per i primi cantieri urgenti (oltre 6.300 quelli previsti o già partiti) e 2,4 miliardi per ulteriori 3.145 interventi di ripristino dei danni. L'impatto sui privati è stimato in 2,1 miliardi di euro, con oltre 70.300 edifici coinvolti dal maltempo e dalle 1.890 frane. Per quanto riguarda le imprese, quelle potenzialmente danneggiate sono 14.200 per un totale di 1,2 miliardi di danni. Anche in questo caso si tratta di una stima parziale, perché la raccolta delle schede inviate alle aziende per la ricognizione non è conclusa e i conteggi non includono né il ripristino delle scorte né la perdita di fatturato correlata al maltempo. Mentre nel comparto agricolo ci sono 12mila imprese danneggiate e coinvolte per 1,1 miliardi di euro di danni tra produzioni distrutte, ripristini fondiari, terreni persi e allevamenti compromessi.
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