ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùI danni alle imprese

Alluvione Emilia-Romagna, manifattura colpita: le aziende ferme e quelle che provano a ripartire

«È un disastro – ammette Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna, che comprende proprio le tre province più colpite dalle piogge e dalle esondazioni di questi giorni –. La maggior parte degli imprenditori non sa nemmeno in quali condizioni siano i propri stabilimenti, perché non sono riusciti a raggiungerli»

di Giovanna Mancini

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4' di lettura

«I danni sono gravissimi e purtroppo non siamo ancora in grado di valutarli perché l’azienda è sott’acqua e non è nemmeno possibile arrivarci». Leonardo Spadoni, presidente e amministratore delegato di Molino Spadoni, ieri ha cercato invano di raggiungere lo stabilimento di Coccolia, in provincia di Ravenna, colpito dall’esondazione del fiume Ronco, ma non ci è riuscito: è ancora tutto bloccato.

«Per fortuna le persone che lavorano per noi sono tutte in salvo, perché ieri, appena è arrivato l’ordine delle autorità di fermare le macchine, siamo usciti tutti in fretta dall’azienda», racconta. Ma la fretta ha impedito di mettere in salvo macchinari, dispositivi elettronici, materiali e prodotti finiti.

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«È andato tutto sott’acqua», dice Spadoni . L’allagamento e la chiusura del sito di Coccolia, dove lavora un’ottantina dei circa 270 dipendenti del gruppo, nelle prossime settimane avranno ripercussioni anche sulle altre aziende del gruppo, che proprio da Coccolia vengono rifornite.

«In aggiunta, abbiamo a Zattaglia un allevamento di 100 ettari, che non possiamo raggiungere a causa delle frane: chi darà da mangiare agli animali?», si chiede Spadoni e nella voce c’è tutta l’amarezza di chi non solo ha subito danni, ma inoltre non sa quanti, né quando potrà ripartire.

«Le attività sospese sicuramente fino a domani (giovedì, ndr) e le autorità ci aggiorneranno se potremo riprendere lunedì, ma non so se sarà possibile – dice Giovanna Golnelli, design e communication manager di Alpi, con sede a Modigliana –. Gli uffici forse sì, ma non le attività produttive, perché il problema è proprio accedere a Modigliana. Il paese è isolato, manca la corrente, il segnale è instabile, facciamo fatica a metterci in contatto con chi vive lì. Per fortuna siamo riusciti almeno ad assicurarci che tutti stiano bene, ma non sappiamo se ci siano danni agli impianti e in quale misura».

Un disastro per le imprese

Purtroppo non si tratta di casi isolati: molte aziende tra Cesena, Forlì e Ravenna sono nella stessa situazione. «È un disastro – ammette Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna, che comprende proprio le tre province più colpite dalle piogge e dalle esondazioni di questi giorni –. La maggior parte degli imprenditori non sa nemmeno in quali condizioni siano i propri stabilimenti, perché non sono riusciti a raggiungerli».

La quasi totalità delle aziende manifatturiere ieri è rimasta chiusa, e molte lo saranno anche oggi, in attesa di nuove disposizioni. Anche chi è stato risparmiato deve comunque fare i conti con i gravi problemi di logistica, aggiunge Bozzi, che non solo impediscono ai dipendenti di raggiungere le sedi lavorative, ma hanno effetti anche su forniture e consegne. «È tutto fermo – dice il presidente –. Nei prossimi giorni capiremo i danni, nel frattempo cerchiamo di aiutarci tra di noi: la prima cosa da fare è mettere in sicurezza le persone».

Le zone alluvionate nel Ravennate viste dall'alto

Orogel riparte

I più fortunati – magari per pochi metri o perché il fiume è esondato dalla parte opposta rispetto al proprio stabilimento – possono riavviare le macchine già oggi. Come la Orogel di Cesena, che si trova ad appena tre chilometri dal fiume Savio. Ma è chiaro che i danni a un intero territorio, e di tale vastità, hanno ripercussioni su tutti.

«I nostri soci coltivano frutta e verdura in tutta la Romagna e molte colture sono state sommerse anche di un metro e mezzo. Nei prossimi giorni agronomi e tecnici faranno i rilievi, ma ci aspettiamo danni ingenti, sia nell’immediato, per il settore orticolo, sia in futuro per le piante da frutta – spiega Bruno Piraccini, presidente del gruppo –. Ma l’attività della fabbrica ripartirà gia domani (oggi per chi legge, ndr), in modo da non interrompere troppo a lungo le attività. Quella di raccolta purtroppo è ferma, cerchiamo almeno di salvaguardare il confezionamento e garantire così la consegna dei prodotti ai nostri clienti».

Anche la Sacim di Forlì riapre oggi dopo un solo giorno di chiusura: «Fortunatamente, la zona industriale in cui lavoriamo noi non ha avuto gravi danni, il sistema fognario ha tenuto – dice il titolare, Francesco Molari –. Ci aspettiamo però ritardi nelle consegne e nelle forniture nei prossimi giorni. Purtroppo eventi catastrofici come questi sono sempre più frequenti, credo che in futuro servirà ripensare le strategie di gestione del territorio, attuando politiche che ne tengano conto».

Sempre a Forlì, è rimasta chiusa l’attività anche di Luxury Living Group, azienda di arredamento di alta gamma: «Lo stabilimento non è in un’area colpita, ma solo nei prossimi giorni potremo valutare con certezza i danni – dice il ceo Andrea Gentilini –. Considerato quello che è successo ad altri, a noi è andata bene, ma i danni ci sono: si è allagato un magazzino e gli uffici al piano terra incentro a Forlì».

Il maltempo non ha risparmiato nemmeno le Marche, in particolare la provincia di Pesaro, dove comunque le attività produttive non si sono fermate. «Se penso a quello che sta succedendo in Romagna, non posso dire che abbiamo avuto dei danni gravi, ma solo forti disagi – dice Fabiana Scavolini, ceo del gruppo che produce cucine, bagni e arredi –. Martedì si erano allagati la zona di spedizione e uno dei due magazzini automatizzati, ma siamo riusciti a svuotarlo e la produzione è già ripartita, anche perché gli impianti sono a posto».

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