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Alluvione, la marcia in più della Romagna per voltare pagina

Se pensiamo, comunque che, solo poche settimane fa, molte di queste terre erano inondate con gli “angeli del fango” che spalavano cantando “Romagna mia”, c'è quasi da gridare al miracolo

di Giancarlo Mazzuca

Scholz: Germania vicino alle vittime dell'alluvione in Emilia Romagna

2' di lettura

Leo Longanesi, piccolo di statura ma grande di cervello, romagnolo-doc di Bagnacavallo, quando andava in giro per l'Italia, scriveva sempre: «Da noi in Romagna…».

In tal modo, continuava a mettere a confronto la sua terra d'origine, che riteneva avesse una marcia in più, con il resto del Paese.

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Essendo anch'io nato da quelle parti, sono convinto che il maestro di Indro Montanelli, pur esagerando, non avesse tutti i torti a fare quel raffronto e ne ho avuto la conferma proprio In questi giorni dopo essere andato sulla riviera romagnola per vedere “de visu” i danni dell'alluvione che ha devastato queste zone solo poche settimane fa.

Scendendo, infatti, da Marina di Ravenna verso Cattolica, sembra quasi che queste zone non siano state devastate in maggio da un cataclisma così grande.. La stagione balneare è appena cominciata e, in questi giorni, la parola d'ordine, da quelle parti, è una sola: da noi non c'è stato nulla di catastrofico e, comunque, ci siamo già ripresi.

Se, nel mese scorso, siamo stati colpiti dalle immagini di queste zone con le strade, le case e i campi inondati e con il fango che sommergeva paesi interi, in giugno sembra tutto già tornato normale, o quasi, come se, da quelle parti, non si fosse abbattuta una tempesta apocalittica.

Oggi la parola d'ordine, tra gli addetti ai lavori, pare una sola: cercare, per quanto possibile, di fare finta di nulla in modo da non pregiudicare del tutto la stagione balneare che è appena cominciata.

Certo, qualche “maceria” della tempesta affiora anche oggi: il mare ha ancora un colore strano, in certe zone della campagna, vicino alle saline di Cervia, avverti un cattivo odore, nei giorni lavorativi, durante la settimana, il numero dei turisti soprattutto stranieri è sensibilmente calato, ma se pensi cosa è successo solo poco tempo fa, c'è da gridare al miracolo.

Un esempio? Durante gli ultimi week-end, le code in autostrada per raggiungere i luoghi di villeggiatura o tornare a casa sono state lunghissime.

Eppure, se avvicini qualche amministratore locale, vedi volti ancora stravolti e tutti ti confessano la fatica immane che hanno dovuto sostenere nel corso dell'ultimo mese.

Ma, nonostante tutto, in attesa degli aiuti promessi dal governo, non avverti più il pessimismo di qualche settimana fa anche se il bollettino di guerra non è stato certo archiviato e la situazione meteorologica fa tuttora le bizze con diversi alberghi e locali pubblici che non hanno ancora riaperto.

Se pensiamo, comunque che, solo poche settimane fa, molte di queste terre erano inondate con gli “angeli del fango” che spalavano cantando “Romagna mia”, c'è quasi da gridare al miracolo.

Sì, aveva ragione Longanesi: non so proprio quante altre regioni sarebbero riuscite a voltare in qualche modo pagina così in fretta.


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