Multiutility

Alperia, risparmi da 200 milioni per le imprese e le famiglie

Oltre 10mila Pmi hanno sottoscritto un’offerta triennale di energia a costi vantaggiosi. Il nodo taglia-profitti e le gare per le concessioni

di Cheo Condina

 L’obiettivo a lungo termine di Alperia è quello diventare partner dei clienti, una sorta di facilitatori di una transizione verso un uso più consapevole dell’energia

4' di lettura

Tra 2021 e 2022, due anni che passeranno alla storia per la drammatica impennata dei prezzi dell’elettricità e del gas, Alperia «garantirà quasi 200 milioni di euro a sostegno dei consumi elettrici di famiglie e imprese». Johann Wohlfarter è alla guida della multiutility altoatesina ormai dal 2016, cioè da quando si è realizzata la fusione tra la Aew dei Comuni di Bolzano e Merano e la Sel della Provincia Autonoma di Bolzano, dando vita al secondo produttore idroelettrico nazionale, forte di circa 1,4 GW di capacità installata, distribuita su 40 centrali in tutto l’Alto Adige.
«Abbiamo centrato il risultato che volevamo, cioè creare un’azienda energetica in Alto Adige – aggiunge – con l’approvazione del bilancio 2021 verranno rinnovati gli organi. Alla fine di quest’anno raggiungo l’età pensionabile e forse si potrebbe, se gli azionisti concordano, lasciare il posto ai giovani», anche se più di uno – visto il lavoro svolto negli ultimi anni e la tempesta perfetta sia geopolitica che di mercato in corso – vorrebbe vederlo ancora alla guida del gruppo.
Si tratta, è evidente, di un periodo delicato. Da una parte c’è il caro energia, che mette a dura prova famiglie e imprese. Dall’altra parte ci sono alcuni provvedimenti controversi del Governo: il taglia-profitti che potrebbe portare «a un ripensamento sensibile del nostro piano di investimenti», attualmente pari a 1 miliardo tra il 2022 e il 2024, e il Ddl concorrenza, che accelera sulle gare per le concessioni idroelettriche, «mettendo a rischio il controllo di asset strategici per i nostri territori». Il tutto mentre Alperia, in ogni caso, continua ad avere «obiettivi di crescita nazionali». «Abbiamo recentemente conclusa un’acquisizione per rafforzare la presenza retail in centro Italia, e guardiamo sempre con molta attenzione a quello che avviene nel Nord Est, ed in Veneto in particolare», spiega Wohlfarter.
Sul caro bollette Alperia ha agito in varie direzioni. Innanzitutto, oltre 10mila aziende altoatesine associate al Südtiroler Wirtschaftsring–Economia Alto Adige hanno sottoscritto un’offerta triennale di energia elettrica a condizioni particolarmente favorevoli ed attivabile in qualunque momento, di fatto sotto il prezzo di mercato. Il risparmio per le Pmi? Circa 15 milioni stimati nel biennio 2021-2022. «Grazie alla nostra consulenza – fa notare il manager – numerose imprese hanno anche sottoscritto contratti con prezzi fissi dell’energia elettrica pluriennali ed inferiori a quelli di oggi. La pianificazione, specie per le Pmi, è sempre più importante, anche se noi lavoriamo su questo fronte già da 10 anni. In questo caso, i risparmi sono rilevanti per l’industria altoatesina: 42 milioni per il 2021 e quasi 90 milioni stimati per il 2022».
Capitolo retail: anche qui circa 40mila clienti domestici hanno aderito al prezzo fisso entro lo scorso dicembre, bloccando il prezzo dell’elettricità a settembre 2021 per un periodo compreso tra 12 e 18 mesi, e risparmiando così, rispetto al mercato tutelato, 15 milioni nel 2021 e oltre 27 milioni nel 2022 (400 euro a famiglia). La somma di tutte queste componenti, tra imprese e retail, arriva a circa 200 milioni.
L’obiettivo più a lungo termine è quello diventare partner dei clienti, «dove noi siamo i facilitatori di una transizione verso un uso più consapevole dell’energia: questo significa essere un’azienda green, cioè valutare gli impatti di ogni scelta di investimento ed essere pronti a rivedere molti dei modelli di business attuali».
Per gli operatori green in questo periodo non mancano le incognite. A partire dal cosiddetto “taglia-profitti” introdotto con il Sostegni-ter: «una misura che non risolve la situazione emergenziale - fa notare Wohlfarter - penalizzando peraltro le sole fonti rinnovabili, che costituiscono invece il comparto su cui è necessario investire per una risoluzione strutturale del problema del caro-energia». In questo modo, aggiunge, si rischia di mettere in discussione la realizzazione degli obiettivi di transizione energetica del Pnrr e dei nuovi obiettivi europei per ridurre le emissioni di gas serra, dando un segnale di instabilità normativa che potrebbe comportare un allontanamento dal Paese degli investimenti nelle fonti rinnovabili. «Sarebbe stato meglio un incentivo a reinvestire (e non distribuire) questi utili a favore di un’accelerazione della crescita delle energie rinnovabili e di transizione energetica di imprese e famiglie», propone il manager. Gli impatti a livello di conto economico? «Li stiamo ancora valutando, aspettiamo la conversione del decreto e la posizione di Arera».
Poi c’è il Ddl concorrenza, il quale prevede «un’accelerazione delle procedure di riassegnazione delle concessioni idroelettriche che penalizzerebbe fortemente il nostro Paese e gli operatori nazionali favorendo invece la possibilità di ingresso di operatori stranieri e mettendo a rischio il controllo di asset strategici per i territori», ammonisce il numero uno del gruppo altoatesino. Per Alperia le prime concessioni in scadenza sono nel luglio 2023. Peraltro, sottolinea Wohlfarter, l’Italia rischia paradossalmente di essere l’unico Paese europeo a dare avvio alle gare per le concessioni idroelettriche: «Tutto ciò mentre il Copasir rimarcava la necessità di rivedere l’attuale normativa e il ministro Cingolani evidenziava la recente decisione della Francia di prorogare al 2041 le proprie concessioni». La soluzione alternativa? «Prevedere fin da subito la possibilità di rimodulare in aumento la durata delle concessioni a fronte dell’avvio nel breve termine da parte degli operatori di congrui investimenti che consentirebbero un allungamento della vita utile degli impianti e indubbie ricadute positive su tutti i territori sia in termini ambientali che economici».

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