Migranti, oltre 3mila arrivi in tre giorni. Al Porto di Catania due tendostrutture per 700 persone
Sono 1.200 circa i migranti oggetto di 2 operazioni di salvataggio della Guardia Costiera con le navi Peluso e Diciotti. Oltre 1.700 i migranti giunti nelle ultime 48 ore sull’isola
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Il governo Meloni si prepara a una nuova stretta sui flussi migratori, dopo che negli ultimi tre giorni si è assistito a un boom di oltre 3mila arrivi, con 38 vittime e 18 dispersi nei due naufragi davanti alla costa tunisina. L’iter prevede che l’11 aprile, in commissione Affari costituzionali al Senato, riprenda l’esame del dl Migranti, mentre in Viminale è atteso un vertice sugli emendamenti del Governo.
Due tendostrutture a Catania per ospitare oltre 700 migranti
Sono scattate nella tarda serata di le operazioni logistiche per il montaggio di due tendostrutture per accogliere i circa 700 migranti in arrivo al porto di Catania. La Protezione civile regionale, attivata dal governatore Renato Schifani e coordinata dal direttore generale Salvo Cocina, sta dando supporto al Comune per favorire la corretta accoglienza e la sistemazione temporanea dei migranti nell’ex hub vaccinale di via Forcile, a San Giuseppe La Rena.
«l sistema di Protezione civile siciliano, con i suoi tecnici e il suo volontariato - spiega Cocina - è stato mobilitato già nel pomeriggio di Pasquetta per dare assistenza alle operazioni di sbarco, coordinate dalla prefettura di Catania, e fornire una idonea sistemazione temporanea ai migranti».
Il dipartimento regionale della Protezione civile ha messo a disposizione due tendostrutture di 12x24m e le sta montando nel parcheggio di via Forcile, grazie ai suoi funzionari, esperti di logistica, e ai volontari accorsi dai comuni di Adrano, Bronte, Catania, Misterbianco, San Giovanni La Punta e Siracusa, per un totale di oltre 30 volontari e cinque funzionari operativi per stasera.
Hotspot oltre la capienza
Nel frattempo la capienza dell’hotspot di Lampedusa è arrivata ai limiti, con condizioni che mettono a rischio l’incolumità degli oltre 4mila ospiti.
Durante la visita all’hotspot di Cristiano Caponi, direttore dell’Istituto nazionale della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà, avvenuta il 2 aprile scorso, è emersa la necessità di acquistare dei totem con 100 punti di ricarica per fare in modo che nessuno dei migranti rischi la vita tentando di collegarsi alla rete elettrica.
Una situazione questa che, nelle ultime giornate, viene seguita con attenzione anche dalla Questura di Agrigento che sta accertando a quali disfunzioni segnalate, l’ente gestore della struttura di primissima accoglienza non abbia ancora provveduto.
Fra le varie criticità dell’hotspot c’è anche quella del cancello arrugginito, 3 metri per 3, di circa 300 chili, che è appoggiato alla rete metallica alla quale è agganciato con fil di ferro. Secondo fonti della Questura, il cancello verrà rimosso, perché è un concreto pericolo, nelle prossime ore. Alla Procura di Agrigento verrà poi segnalata ogni disfunzione alla quale la coop, che si occupa della gestione del centro, non ha ancora provveduto.
Naufragio in acque maltesi, ad Agrigento aperta inchiesta
Intanto la Procura di Agrigento, con il reggente Salvatore Vella, ha aperto un’inchiesta sul naufragio registratosi nella notte fra sabato e domenica di Pasqua nel Mediterraneo centrale, in acque Sar maltesi. Ventidue, fra cui 9 donne, i superstiti salvati dalla nave Nadir della Ong tedesca Resqship che ha recuperato anche i cadaveri di due uomini. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti vi sarebbero 18 dispersi. I pm di Agrigento hanno aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. I 22 sopravvissuti, nelle prossime ore, verranno ascoltati dagli agenti della Squadra Mobile che proveranno a ricostruire cosa sia accaduto. La barca in ferro, di 7 metri, sulla quale viaggiavano i migranti partiti da Sfax, è colata a picco e i 22 sarebbero rimasti in acqua per almeno un paio d’ore.
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